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February 2021 - page 2

Emergenza Covid19. Fabio Porta: “Non abbandonare a sé stessi i 500 italiani rimasti bloccati in Brasile a causa del blocco dei collegamenti aerei” 

Dal 15 gennaio scorso ci sono alcune centinaia di italiani (stimati tra le 300 e le 500 persone) bloccati in Brasile a causa dell’ordinanza (e della successiva proroga) emanata dal Ministero della Sanità italiano che determinava la sospensione dei voli da e per il paese sudamericano.

La decisione era stata presa per esaminare in maniera più approfondita le caratteristiche della “variante brasiliana” del virus e per programmare in tempo utile i periodi di quarantena, come misura emergenziale e temporanea quindi; la sua proroga, senza nemmeno la previsione di eccezioni per i residenti in Italia o per coloro che per motivi di salute o di lavoro si trovassero nell’immediata necessità di rientrare nel nostro Paese sta causando serissimi problemi a questi nostri connazionali e alle loro famiglie.

Alle nostre autorità chiediamo l’urgente modifica di questa ordinanza al fine di consentire, con le dovute e necessarie condizioni previste dai rigidi protocolli di sicurezza Covid (ossia l’obbligo del tampone molecolare e la successiva quarantena) il rientro in patria di queste persone; contemporaneamente, e in attesa di tale decisione, si sollecita la nostra Ambasciata a coordinare di concerto con le amministrazioni competenti l’organizzazione di un volo speciale di rientro per tutti coloro che negli scorsi giorni hanno risposto ad un relativo invito a fornire i propri i dati divulgato dalla nostra rete consolare in Brasile.

 

San Paolo, 5 febbraio 2021

Ufficio Stampa On. Fabio Porta 

Draghi: “unità e responsabilità”

Unità e responsabilità. Dopo più di un’ora dal suo arrivo al Quirinale, Mario Draghi ha accetto l’incarico di provare a formare un nuovo Governo dopo le dimissioni di Giuseppe Conte.

“Ringrazio il Presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare, conferendomi l’incarico per la formazione del nuovo governo”, le prime parole di Draghi. Il “momento è difficile”, ha aggiunto. “Come ha ricordato il presidente Mattarella, la drammatica crisi sanitaria, con i suoi gravi effetti sulla vita delle persone, sull’economia, sulla società richiede risposte all’altezza della situazione. Ed è con questa speranza e con questo impegno – ha annunciato – che rispondo positivamente all’appello del Presidente della Repubblica”.

Le priorità, ha aggiunto, sono “vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese”: queste “sono le sfide che ci confrontano”.

“Abbiamo disposizione le risorse straordinarie dell’Unione Europea”, ha ricordato Draghi. “Abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”.

Draghi ha quindi sostenuto che “con grande rispetto” si rivolgerà “innanzitutto al Parlamento, espressione della volontà popolare”, dicendosi “fiducioso che dal confronto con i partiti e i gruppi parlamentari e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e, con essa, la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all’appello del Presidente della Repubblica”. Il presidente incaricato scioglierà la riserva al termine delle consultazioni. (aise) 

Fonte: Draghi: unità e responsabilità (aise.it)

“Rispetto Craxi e lo considero l’ultimo grande statista italiano”

Intervista a Maurizio Muzzi, ex numero 2 della filiale dell’Argentina e dell’Uruguay di un’ex importante banca italiana, che afferma: “Intanto devo dirti che rispetto Craxi e penso che sia stato il capro espiatorio di un’epoca complicata”.

– Mi ha subito detto che ha una buona opinione di Craxi, perché?

– Lo considero l’ultimo grande statista italiano. Basti pensare a come ha gestito la crisi dell’attentato sull’Achille Lauro e quella di Sigonella, senza prendere in considerazione che con lui l’Italia era diventata la quinta potenza del mondo.

Un mandato difficile il suo perché aveva contro una frangia dello stesso partito socialista, quella guidata da Lombardi, e il partito Comunista italiano. Il suo è stato il primo governo della Repubblica Italiana a guida socialista ed è stato in carica dal 4 agosto 1983 all’1º agosto 1986. Craxi è diventato primo ministro all’epoca in cui Sandro Pertini era Presidente, 1978 – 1985. Era sostenuto dal pentapartito ovvero da DC, PSI, PRI, PSDI e PLI.

Per pagare il grande debito che l’Italia aveva con l’estero, aveva varato una serie di misure atte a contenere gli stipendi e la spesa interna, così a gennaio 1985 c’é stato uno sciopero generale e ci sono state, in tutta l’Italia, manifestazioni di dissenso alla politica economica del governo. Forse per questo alcune persone se lo ricordano male e hanno creduto nella campagna di diffamazione orchestrata a suo scapito.

– Che cosa pensa di Mani Pulite?

– E’ un processo dei primi anni novanta, teso a dimostrare la collusione tra politica e imprenditoria. Con Mani Pulite sono stati spazzati via proprio la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista. Direi che è stato opportuno per eliminare dalla scena politica persone scomode. In Italia nel 1992 ci sono state le elezioni politiche, per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano e sull’onda dei sospetti di collusione tra politica e imprenditoria, gli elettori molto arrabbiati hanno votato dei partiti nuovi come la Lega.

– Craxi era segnalato come un ladro?

– Erano in atto cambiamenti storici epocali, come la caduta del Muro di Berlino 1988 e dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), evento iniziato il 25 dicembre 1989, quando Gorbaciov si è dimesso da presidente dell’Unione Sovietica e ha conferito tutti i poteri al presidente della Russia Boris Eltsin, e conclusosi nel 1991. Probabilmente c’é stato un riallineamento a livello di geopolitica, di bilanciamento di pesi e conveniva togliere di mezzo i partiti che avevano governato l’Italia dal dopoguerra, in modo speciale Craxi che era coinvolto in operazioni politiche ed economiche internazionali, tese a migliorare il tenore di vita degli italiani, ma forse troppo audaci e dalla parte perdente. Tra tensioni internazionali Craxi ha attraversato un’epoca complicata e ha cercato di seguire una linea e le sue convinzioni, che forse non andavano più bene a livello internazionale.

– Lo considero il primo esempio di accanimento giudiziario e mediatico.

– I media hanno iniziato a segnalarlo come un corrotto e Mani Pulite l’ha eliminato politicamente. Probabilmente è successo perché aveva fatto delle scelte pragmatiche, veloci e scomode. Lui è stato l’unico segretario di partito a essere perseguitato.

– Adesso si può parlare di Craxi liberamente?

– No, perché si toccherebbero pezzi grossi, il vero potere. E’ stata un’epoca di spie, lobby, patti e anche passioni. I gruppi che hanno voluto farlo condannare e segnalarlo come un ladro sono quelli che governano ancora il mondo. Hanno generato un movimento in cui sono cadute molto persone. Anch’io ne ho pagato le conseguenze, mi hanno rovinato la carriera, ero dirigente di una banca importante e devo ringraziare di essere vivo.

– L’hanno stroncata?

– Sì, totalmente, ma non hanno rovinato solo persone di secondo piano come me, ma anche dei protagonisti molto significativi dell’economia e della politica italiana e mondiale, come Nerio Nesi, a lungo dirigente del Partito Socialista Italiano. E’ stato nominato presidente della banca in cui lavoravo, poi piano piano la banca è caduta e lui è stato spolpato foglia dopo foglia come si mangia un carciofo.

– Come hanno fatto a far cadere la banca in cui lavorava?

– Nell’agosto 1989, la banca è stata coinvolta in uno scandalo consistente nel finanziamento di 2 miliardi di dollari partito da un filiale di Atlanta (USA) a favore di Saddam Hussein, in guerra con la repubblica islamica dell’Iran, vicenda che provocò inchieste della magistratura, interrogazioni parlamentari e le successive dimissioni di Nesi, soprannominato il “banchiere rosso”.

– Sta parlando della banca che ha salvato il Banco Ambrosiano?

– Sì, era la banca più importante d’Italia ed è rimasta invischiata in un groviglio di prestiti. Il Banco Ambrosiano era una delle principali banche private cattoliche italiane. La banca Vaticana ne era la principale azionista.

– So che Lei ha acquistato il Banco Ambrosiano in Argentina?

– La pagammo un´inezia nel 1982. Dentro non c’era un soldo anzi c’era un buco di molti milioni di lire.

– C’è stato uno scandalo enorme.

– In quell’epoca prima per il Banco Ambrosiano poi per la banca in cui lavoravo c’è stato uno scandalo enorme, La banca dove lavoravo era la numero diciassette del mondo ed è passata a essere la trecento proprio per la storia del famoso cannone. Sono stato sfiorato da vicende che mi hanno fatto parecchio male. Quando mi hanno detto: “Vieni a Roma”, ho preferito restare in Argentina e dedicarmi a un’altra attività.

– Qual è la verità sulla storia del cannone?

– Difficile sapere la verità. La filiale di Atlanta della BNL aveva prestato all’Iraq molto denaro, senza autorizzazioni della sede centrale e violando le leggi statunitensi, per far costruire un Super Cannone che doveva sparare ogive nucleari, ma non può essere vero. Come avrebbe potuto il direttore di una filiale piccola prestare tutti quei soldi. Ha avuto un ordine, ma da chi? Probabilmente da Roma, la sede di Roma stava davanti all’ambasciata degli Stati Uniti. Però non si può provare niente. E’ evidente che si tratta di un grande intreccio tra politica, soldi, accordi occulti, tra l’altro i pezzi del cannone per l’Iraq erano costruiti in Italia. Il gioco era pesante e ne hanno pagato le conseguenze la Banca in cui lavoravo e a livello politico Craxi. Evidentemente erano pedine mobili, forse hanno condotto un gioco troppo rischioso e temerario, quasi una sfida.

Edda Cinarelli

Perché le bottiglie di vino sono da 750 ml?

Le bottiglie di vino sono solitamente da 750 ml (75 cl) e non da un litro (1.000 ml), ma da dove viene questa specifica?
La capacità di una bottiglia di vino si è normalizzata nel XIX secolo e sono emerse le spiegazioni più folli di questo fatto, che corrispondevano a spesso a queste ipotesi:
– La capacità polmonare di un vetro;
– Consumo medio in un pasto;
– La migliore capacità di conservare il vino;
– Facilità di trasporto
Bene, non è niente di tutto questo. In realtà si tratta semplicemente di un’organizzazione pratica con una base storica: All’epoca i principali clienti dei produttori di vino francesi erano gli inglesi. L’unità di volume degli inglesi era il “gallone imperiale “equivalente a 4.54609 litri. Per semplificare i conti di conversione, hanno trasportato vino di Bordeaux in botti da 225 litri, vale a dire esattamente 50 galloni, corrispondenti a 300 bottiglie da 750 ml. (75 centilitri). Essendo più facile il calcolo, hanno adottato un barile = 50 galloni = 300 bottiglie.
In questo modo un gallone corrispondeva a 6 bottiglie.
In realtà, per questo ancora oggi le scatole di vino hanno spesso 6 o 12 bottiglie.

Quando i complimenti più belli arrivano dai figli: “Cara mamma, ti scrivo dicendoti che la tua arte è espressione di pura bellezza”

Quando i complimenti più belli arrivano dai figli. Magia della fotografia. Come gli scatti di Marianna Loria, fotografa calabrese di San Giovanni in Fiore che veste la bellezza delle donne con le ombre e le luci dell’arte. Chiaroscuro incantevole. Dipingere foto stupende con l’obiettivo è un dono raro. E Marianna non finisce mai di stupirci.

L’apparecchio fotografico lo usa con sorprendente abilità, come con gli amati pennelli negli anni giovanili della formazione all’Artistico di San Giovanni in Fiore. E anche oltre. Sensibilità, creatività, belle amicizie nel mondo della fotografia e della pittura, come ci ricorda una sua foto di qualche anno fa a Mammola con il grande artista Nik Spatari, un mio vecchio amico della bella gioventù gioiosana, che purtroppo è venuto a mancare non molto tempo fa.

Una sorpresa ed una grande gioia: Marianna e l’amica giornalista Daniela Malatacca con i volti dipinti dal Grande Maestro. La gioia riassunta e raccontata dalla luminosa immagine d’amore per l’arte. Illuminante conferma delle passioni artistiche di Marianna: pittura e fotografia.

Marianna ha pubblicato su Facebook la sua ultima opera fotografica, scrivendo: “La fotografia come forma d’arte”. E sono tantissimi “mi piace” e i commenti positivi che si susseguono. Tra questi mi ha particolarmente colpito – e non poteva essere diversamente, visto il contenuto dello scambio di messaggi – quello del giovanissimo figlio Giorgio Basile: “Cara mamma, ti scrivo dicendoti che la tua arte è espressione di pura bellezza”.

Ma che bel riconoscimento del figlio e con che dolci parole ha risposto mamma Marianna: “Giorgio, incantata dalle tue parole, grazie amore mio”. Un bel rapporto madre-figlio. Confermato dalla copertina della pagina Facebook di Marianna: dalla scorsa estate c’è la foto di Giorgio. Ovviamente fatta dalla mamma.

Verissimo caro Giorgio, condivido convintamente quanto scrivi a tua madre: “la tua arte è espressione di pura bellezza”. E’ quanto sostengo con convinzione fin dalla prima foto che ho visto di Marianna. Confesso che io mi sono molto commosso leggendo quello che hai scritto.

Non penso che ci sia soddisfazione più gratificante per una mamma, artista e donna molto impegnata pure nel sociale, per il bene comune. Bontà e altruismo. Da mesi è in prima linea contro il Coronavirus. Ricordo che dopo il diploma all’Istituto d’Arte di San Giovanni in Fiore si è laureata in Scienze Infermieristiche all’Università di Catanzaro e lavora in una clinica di Crotone.

E’ molto apprezzata. E apprezzamenti Marianna continua a ricevere sui social per quest’ultima foto. Leggiamone qualcuno. Mariuccia Marasco: “Meraviglia”. Rosetta Laratta: “La bellezza del corpo femminile!”. Giuseppe Lopez: “Belle foto sempre con una grande passione amica mia, la tua arte è fantastica”. E’ questa la Calabria delle positività da ammirare e far emergere!

Domenico Logozzo

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