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July 2019

Tenaris (Techint) abbandona la Borsa di Buenos Aires

L’impresa Tenaris del Gruppo Techint esce dalla Borsa di Buenos Aires. La decisione definitiva e’ stata presa dall’Assemblea degli azionisti, convocata per ratificarne l’adozione ed e’ stata ampiamente divulgata dalla stampa argentina. Nei prossimi giorni verra’ inviata una richiesta formale alla Comision Nacional de Valores.

Il rapporto di Tenaris con la Borsa di Buenos Aires e’ iniziato piu’ di 60 anni fa, ma negli ultimi decenni la percentuale del totale delle azioni della societa’ trattate nella Borsa di Buenos Aires e’ stata molto bassa, in quanto la maggior parte delle azioni e’ scambiata nelle Borse di New York e Milano. La motivazione ufficiale dell’impresa e’ che con una quota comparativamente ridotta del totale trattata sul mercato azionario locale, la decisione di concentrarsi sui principali mercati azionari sarebbe stata quasi obbligata.

Nondimeno, altre ragioni appaiono aver contribuito alla decisione del Gruppo Techint.

Innanzitutto, il pur limitato coinvolgimento di Techint nel noto cd “scandalo dei quaderni” relativo al sistema di pagamenti illegali associati alle commesse dei precedenti Governi peronisti (Mio 1852 del 7.8.18); secondo le accuse tuttora pendenti, Techint avrebbe utilizzato una rete di societa’ offshore per gestire alcuni pagamenti illegali.

Poi, la vertenza con il Governo Macri in merito al calcolo dei sussidi pubblici versati a Techint per l’estrazione del gas non convenzionale nella regione di Vaca Muerta, calcolati secondo gli investimenti annunciati e non quelli effettivamente realizzati; vertenza sfociata in un procedimento per diverse decine di milioni di Euro, attualmente pendente presso il giudice amministrativo argentino (per l’annullamento della risoluzione governativa che limita il sussidio all’investimento annunciato).

Va infine notato che le decisione di Techint non rappresenta un successo per la Borsa argentina, che perde una delle sue poche “blue chips”:’ l’azione Tenaris rappresenta infatti la seconda per capitalizzazione (10,7%), dopo Mercado Libre, dell’indice MSCI All Argentina 25/50 Index e del fondo ETF Global MSCI Argentina, che e’ il principale ETF con azioni di imprese localizzate in Argentina disponibile sui mercati azionari internazionali. Anche il momento dell’annuncio finale, a poche settimane dalle elezioni primarie PASO, sembra dare un messaggio di sfiducia da parte di una impresa che e’ un leader mondiale nel settore dei tubi in acciaio senza saldatura per l’industria petrolifera e che esporta il 70% della sua produzione argentina.

L’Onu: «Apartheid climatico, solo i ricchi sfuggiranno alla fame»

Il relatore sull’estrema povertà, Philip Alston: il cambiamento climatico minaccia di annullare mezzo secolo di progresso e di ridurre in povertà 120 milioni di persone entro il 2030.

Apartheid climatico. Il paragone è volutamente forte come la minaccia che pende sul prossimo futuro mondiale. Al divario “classico” e crescente fra ricchi e poveri, si sovrappone – acuendone gli effetti – la differente capacità di risposta di fronte alle conseguenze del riscaldamento globale. Gli sconvolgimenti ambientali colpiscono tutti. Molto più arduo – anzi, praticamente impossibile –, però, per i Paesi e gruppi sociali con meno risorse difendersene. Al contrario, le nazioni ricche «riusciranno ad operare gli aggiustamenti necessari ad affrontare temperature sempre più estreme».

Un evidente paradosso. Il Sud geopolitico del planisfero è responsabile del 10 per cento delle emissioni, eppure dovrà subirne il 75 per cento delle ricadute, precipitando in una situazione di “apartheid” di fatto. A dare l’allarme è stato Philip Alston, relatore speciale dell’Onu sui diritti umani e la povertà estrema che ha presentato a Ginevra una corposa ricerca di esperti indipendenti. I quali, di fatto, ribadiscono il concetto cardine della Laudato si’ di papa Francesco, ovvero l’intima relazione tra «il grido della terra e quello dei poveri».

Lo studio Onu supporta le proprie affermazioni con una sfilza di dati. Il cambiamento climatico rischia di annullare i progressi fatti negli ultimi 50 anni per lo sviluppo, la salute globale e la lotta alla fame. Producendo, in poco più di dieci anni – entro, cioè, il 2030 –, almeno 120 milioni di nuovi poveri.

Non solo. Entro il 2050, altre 140 milioni di persone perderanno la casa a causa di qualche disastro naturale, ingrossando il fiume dei profughi ambientali. «I benestanti potranno pagare per sfuggire al surriscaldamento, alla fame e ai conflitti mentre il resto del pianeta sarà lasciato a soffrire», ha tuonato il relatore Onu.

Lucia Capuzzi

Luciano De Crescenzo, la democrazia e la Madonna

Luciano De Crescenzo, scrittore scomparso in questi giorni (avrebbe compiuto novantun anni tra un mese), è una di quelle persone che potevano nascere solo in quel grande teatro a cielo aperto che è Napoli. Fosse vissuto cinquecento anni fa, sarebbe stato un tipico italiano del Rinascimento: letterato e consigliere del principe, ingegnere militare e artista eclettico.

Nasce come ingegnere elettronico. Ha lavorato alla IBM (la madre, come egli stesso raccontava divertito, diceva: «Mio figlio lavora all’Upìm»). Poi, un giorno, decide di lasciare l’azienda e si dedica alla scrittura di libri di divulgazione filosofica: “Così parlò Bellavista” e
“Storia della filosofia greca – I presocratici”, sono tra i suoi primi volumi che hanno incontrato un grande successo di pubblico.

Beninteso: De Crescenzo sta alla filosofia come Piero Angela sta alla scienza, eppure non gli si può non riconoscere il merito di avere reso popolare e divertente una disciplina, la filosofia, alquanto ostica e, come avviene per la matematica, a cui per tanti aspetti rassomiglia, spesso insegnata male a scuola.

Confesso che a me, complice forse un debole che ho sempre avuto per Napoli e per i napoletani, i libri di De Crescenzo piacciono. Tra i tanti passi che ho letto, mi piace ricordarne due, presi rispettivamente, da uno dei primi e uno degli ultimi dei suoi libri. In una pagina dello scritto dedicato al filosofi presocratici (quelli vissuti prima di Socrate (470/469-399) De Crescenzo riferisce un aneddoto che ha per protagonista un certo Biante di Priene (600 a.C. – circa 530 a.C.), ritenuto uno dei sette saggi.

Si narra che un giorno i sette saggi si recarono a Delfi presso l’oracolo di Apollo, dove il più anziano dei sacerdoti chiese a ciascuno di essi di scrivere una massima sulle mura del tempio. Toccò per ultimo a Biante, il quale, dopo essersi fatto a lungo pregare, scrisse la seguente frase: «Hoi pleistoi kakoi», che non è un’espressione volgare, come potrebbe sembrare dal suono, e che in greco antico significa: «La maggioranza (degli uomini) è cattiva».

Come acutamente commenta De Crescenzo, si tratterebbe, a ben riflettere, del più terribile verdetto emesso dalla filosofia greca sugli uomini. Infatti, presa alla lettera, la massima di Biante «è una bomba capace di distruggere ogni ideologia». A crollare è il principio stesso della democrazia, che affida alla maggioranza degli elettori il potere di decidere sull’indirizzo politico generale della comunità nazionale. Insomma, se la maggioranza degli elettori è incompetente, affida la guida del governo a degli incompetenti. Dio ce ne guardi…

Ma c’è di più. Come annotava Aldo Grasso sul “Corriere della sera” di domenica 21 luglio 2019, Luciano De Crescenzo non amava gli indici di ascolto (la cosiddetta ‘audience’), giacché riteneva, avendo sempre presenti le parole del filosofo greco, che l’esigenza di intercettare il gusto della maggioranza dei telespettatori ha come effetto l’abbassamento della qualità dei programmi. Dagli torto…

C’è un altro libro, uscito nel 2012, uno degli ultimi, e forse dei più sinceri e commoventi, che ha attirato la mia attenzione. Il titolo è “Fosse ’a Madonna!”. In esso De Crescenzo ricorda, con la solita bonomia partenopea, che a Napoli la Madonna è più amata di Gesù e forse anche dello stesso San Gennaro. Chi è un po’ pratico di Napoli sa che, in quel dedalo di viuzze che si snodano nel cuore della città, l’immagine di Maria appare ad ogni crocicchio, ad ogni angolo.

Chi non ricorda, in una celebre commedia di Edoardo De Filippo (1900-1984), il monologo drammatico e commovente che Filomena Marturano, ragazza madre tentata di rinunciare al figlio che porta in grembo, rivolge, in uno dei tanti vicoli dei bassi napoletani, alla “Madonna delle Rose”, alla quale chiede, ed ottiene, il coraggio necessario per andare avanti? A Napoli la Vergine è sempre stata molto più di una figura religiosa. Entra nella vita di ogni giorno: “Fuss’ a’ Marònna” vuol dire “Lo volesse il Cielo”; “La Marònna v’accumpagna” significa “Buon viaggio”; “Lassa fa’ a’ Maronna” sta per “Abbi fede in Dio”, e così via…

Il libro di De Crescenzo è, per sua stessa ammissione, “una dichiarazione di fede e una richiesta d’aiuto” da parte di chi, come lui, si professa “non credente ma sperante”. In fondo, anche il credente è uno sperante, e la fede, come ricorda San Paolo, è “certezza di cose che si sperano”. Altrimenti, la fede sarebbe un’evidenza, e lo scettico solo un povero sprovveduto. Il dubbio cammina insieme alla fede, come l’ombra in una giornata di sole.

Che dire allora a Luciano De Crescenzo? Prufesso’, auguri per gli esami…Stai tranquillo: la Marònna t’accumpagna. E prima o poi avrò il piacere di conoscerti, e parleremo di filosofia, con la testa fra le nuvole e sullo sfondo, lontano lontano, ma visibili, il mio Gran Sasso e il tuo golfo di Napoli. Fuss’a Marònna! Pardon…volevo dire: lo volesse il Cielo!

Giuseppe Lalli

Presentazione al Senato dei progetti dei giovani italiani fuori dall’Italia, elaborati con il sostegno del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

Idee e progetti per connettere, assistere, informare, formare e rappresentare i giovani italiani nel mondo. A due mesi e mezzo dal Seminario di Palermo per la creazione di una rete di giovani italiani nel mondo, realizzato per iniziativa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, è stato presentato martedì 2 luglio, al Senato, presso la Biblioteca “Giovanni Spadolini”, lo stato dell’arte del lavoro che ha permesso la tenuta dell’iniziativa e soprattutto la dozzina di progetti che i 115 delegati di Palermo intendono realizzare. “La dinamica generata è forte, e come istituzioni – ciascuna con le sue specifiche responsabilità e mezzi a disposizione – abbiamo il dovere morale di accompagnare questi giovani nei bisogni e nelle speranze che hanno espresso, nonché di incoraggiarli al massimo perché rinnovino le nostre istituzioni di rappresentanza l’anno prossimo, in occasione delle elezioni di Comites e CGIE” dice Maria Chiara Prodi, presidente della Commissione del CGIE “Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove” responsabile dell’iniziativa.

Michele Schiavone, segretario generale del CGIE, incalza: “Troppo spesso si considerano i giovani che emigrano come una fatalità, la loro voce troppo dispersa per essere raccolta. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, appoggiandosi sulle reti dei Comites e delle Consulte Regionali per l’Emigrazione, con il preziosissimo contributo delle istituzioni partner del Seminario, ha voluto dimostrare cosa può fare una rete capillare presente su ogni territorio, selezionando e formando questi giovani che rappresentano – certamente non in maniera esclusiva, ma necessaria – la meglio gioventù del Nostro Paese.

“Il 2 luglio, all’interno dei lavori del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (riunito per la settimana di plenaria), sono state dedicate due ore alla presentazione del Seminario e dei progetti attualmente oggetto dell’azione dei ragazzi. E’ stato inoltre proiettato il documentario realizzato da Denny Biancardi, che ha mirabilmente raccolto queste voci che non sono più disperse, ma parte di un progetto che intende legarli in maniera sistematica al nostro Paese.

Victor Roque Moya, vice presidente USEI: No alla diminuzione dei parlamentari per gli italiani all’estero

Con l’approvazione in seconda lettura al Senato, l’11 luglio, della modifica costituzionale, chiamata dai parlamentari pentastellati la “legge taglia-poltrone”, si riduce il numero dei deputati e senatori, compresi gli eletti nella circoscrizione Estero. La prima lettura al Senato c’era stata nel mese di febbraio, a maggio è stata approvata alla Camera, è ripassata al Senato e, a settembre, tornerà alla Camera. La maggioranza Lega-5Stelle, con il sostegno di Fratelli d’Italia, e il voto di Gaetano Cario – MAIE- (Il fatto quotidiano) ha ridotto non solo i parlamentari, come aveva promesso ai suoi elettori, ma ha soprattutto prodotto un’altra mortificazione dei diritti degli italiani all’estero.

Se pensiamo che a quest’atto si aggiunga la proposta di legge del Sen. Petrocelli che, prevedendo la preventiva prenotazione per votare all’estero, allontanerà dal voto centinaia di migliaia di persone, si capisce che per ora vuole ridurre la rappresentatività agli italiani all’estero e con il tempo far sparire proprio la circoscrizione estero. Il disegno di legge dovrebbe tornare alla Camera, a settembre, dove probabilmente riceverà il via libera definitivo. L’ultimo appello contro la riforma costituzionale potrebbe essere il referendum confermativo, se richiesto nelle forme prescritte, che si dovrebbe tenere nella primavera del prossimo anno.

Si decidono riforme tanto discriminatorie verso gli italiani nel mondo, proprio mentre il loro numero sta aumentando esponenzialmente sia per una nuova ondata migratoria dall’Italia sia per la crescente richiesta di cittadinanza italiana, sarebbe il caso quindi se non di aumentare i parlamentari eletti all’estero almeno di mantenerli.

La riforma costituzionale, proposta dal Movimento Cinque Stelle consiste in una riduzione dei parlamentari, tra deputati e senatori, da 945 a 600. Nello specifico, per quanto riguarda la Camera si passerebbe dai 630 attuali a 400, di cui otto eletti nelle circoscrizioni estere, invece di dodici. I senatori, invece, dai 315 attuali passerebbero a essere 200, di cui quattro, e non più sei, eletti nella circoscrizione estero. Per entrambe le aule del Parlamento è quindi prevista una riduzione del 36,5% dei membri. Il disegno di legge costituzionale andrebbe a modificare gli articoli cinquantasei e cinquantasette e cinquantanove della Costituzione, aggiunti per una proposta dell’On. Tremaglia nel 2001 quando fu approvata la riforma costituzionale che permise il voto attivo e passivo degli italiani nel mondo.

La riduzione dei loro diritti avviene nel silenzio totale e probabilmente complice del MAIE di Riccardo Merlo, che non ha speso una parola per spiegare la riforma della Costituzione, né per dare chiarimenti. Si sa che il senatore Cario nell’ultima seduta in Senato ha votato per il taglio dei parlamentari, mentre Borghese, deputato, alla Camera, a maggio, avrebbe votato contro ma non è chiaro perché sembrerebbe che fosse in missione. E’ proprio su di lui che saranno puntati i riflettori nella prossima sessione alla Camera sul tema.

Quando Merlo è diventato sottosegretario agli Esteri, con delega per gli italiani nel mondo, noi emigrati e figli di emigrati abbiamo gioito pensando che difendesse i nostri interessi, ora invece ne siamo delusi perché non ci aspettavamo questo duro colpo.

L’atteggiamento del MAIE si contrappone inoltre a quello di netto e deciso rifiuto della modifica costituzionale espresso dal Consiglio Generale degli Italiani nel Mondo (CGIE) , da tutte le istituzioni di rappresentazione del mondo associativo italiano ed anche da 670 Expat. Italiani che hanno manifestato la loro posizione contraria alla riforma su Google.org

Abbiamo parlato di questa situazione con il vicepresidente dell’Unione Sudamericana Emigrati Italiani all’Estero (USEI).

Che cosa pensa di quello che succede?

Siamo in stato di allerta, ci stanno togliendo un diritto acquisito, e siamo sorpresi che succeda questo con un sottosegretario agli esteri, Merlo, argentino. Se finora per noi italiani residenti all’estero non si è fatto niente, figuriamoci cosa succederà se la nostra presenza sarà solo simbolica. Torneremo alla situazione anteriore di quando eravamo cancellati dalla realtà italiana.

Sembra che Merlo voti sempre con la Lega e il Movimento Cinque Stelle, in effetti, questo governo è chiamato Giallo- Verde- MAIE. Cosa ne pensa?

Sono stupito, non fa comunicazioni, non ci tiene aggiornati su quello che succede e le notizie riportate su giornale del suo movimento confondono e non chiariscono niente. Merlo ha messo il MAIE dentro l’Esecutivo e vota i provvedimenti più importanti con la Lega e i cinque Stelle. Sembra che stia pensando a se stesso. e al suo Movimento. Dobbiamo raccogliere firme, ottenere il referendum e fare in modo che la riforma non passi.

In ciascuna delle quattro ripartizioni erano sempre eletti almeno un deputato e un senatore, mentre gli altri seggi erano distribuiti proporzionalmente al numero dei cittadini italiani residenti nella specifica ripartizione.

Qualora passasse questa modifica, l’America Meridionale avrebbe solo due parlamentari e ognuno dovrebbe rappresentare più di mezzo milione di persone, è assurdo, non c’è proporzionalità.

Fiorella Raggio

Italia, Argentina, mondo: l’italiano ci unisce

Per la prima volta in 130 anni di storia la Società Dante Alighieri organizza il congresso della sua rete mondiale fuori dai confini europei, in Argentina, dove sono attivi oltre 100 Comitati Dante su un totale di 482 presenti in 80 Paesi del mondo. La Dante è uno strumento rinnovato e concreto per la promozione del sistema Italia.

L’83° Congresso Internazionale della Dante si terrà dunque tra giovedì 18 e sabato 20 luglio all’interno dell’Universidad Católica Argentina. A Buenos Aires, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, il Sistema Italia sarà rappresentato anche attraverso il programma governativo “Vivere all’Italiana”, con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Forum Italia-Argentina “Cult & Tech”, con ICE-Agenzia e il Ministero dello Sviluppo Economico.

Il grande evento Paese, dal titolo “Italia, Argentina, mondo: l’italiano ci unisce”, pone al centro la promozione della cultura e la diffusione della lingua italiane, la crescita e lo sviluppo dell’Italia con le sue industrie culturali: editoria, cinema e audiovisivo, restauro e smart cities.

“Occorre creare sempre più una rete di simpatia attorno all’Italia e al mondo italiano”, dichiara il presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi. “Italsimpatia significa connettere pezzi d’Italia facendo sistema, creando sinergie e progetti concreti per promuovere l’identità italiana. Abbiamo il desiderio di ascoltarci e dialogare su un orizzonte internazionale, dove la Dante si presenta come uno strumento rinnovato per promuovere il mondo in italiano e il sistema Italia nel mondo”.

Tra le molte autorità italiane e argentine, il 18 luglio sarà presente il ministro argentino dell’Istruzione, della Cultura, della Scienza e della Tecnologia, Alejandro Oscar Finocchiaro. In evidenza il valore della buona comunicazione per l’immagine positiva dell’Italia grazie alla presenza di due grandi comunicatori: il giornalista argentino Luis Novaresio, recentemente insignito dell’onorificenza di “Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia”, e l’italiano Ferruccio De Bortoli, che interverrà con una lectio magistralis. Sarà presente anche l’attore, produttore e regista Giulio Base.

Nel corso dei lavori congressuali, in collaborazione con Rai Teche, i congressisti potranno inoltre assistere in esclusiva alla proiezione integrale di un’ampia intervista ad Andrea Camilleri.

Saranno inoltre condivise le migliori pratiche della rete Dante per la promozione linguistica e culturale. Il 17 luglio è in programma una giornata di formazione per i docenti di italiano organizzata dal PLIDA della Società Dante Alighieri. Sotto l’insegna dell’italiano che unisce, nella giornata conclusiva di sabato 20 luglio si terrà la tavola rotonda “Da Dante a Borges”, una conversazione tra il segretario generale della Dante, Alessandro Masi, la presidente della Fondazione e del Museo Borges, Maria Kodama, e il presidente della Fondazione Sur, Juan Negri.

Il 21 luglio, il presidente Andrea Riccardi inaugurerà la mostra “Lucio Fontana. Los Orígines”, nella sede del Museo Castagnino di Rosario, la città di origine dell’artista celebrato nel mondo per i suoi “tagli” e per lo Spazialismo.

L’esposizione, realizzata con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e con la collaborazione del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e del Comitato della Dante di Rosario, si potrà visitare sino al 21 agosto 2019.

La Società Dante Alighieri, fondata nel luglio 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci, tutela e promuove la lingua e la cultura italiane nel mondo. La rete Dante, con sedi in tutto il mondo, si è arricchita recentemente con l’apertura di una nuova sede a Doha, in Qatar, per rafforzare la presenza italiana in un’area ad elevata vocazione di sviluppo. La Società ha anche inaugurato la nuova Scuola Italiana di Tirana dove ha sede il primo Centro Dante nel mondo, un’importante iniziativa per il mantenimento dello storico legame linguistico-culturale tra Italia e Albania.

Sul sito dell’83° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri “Italia, Argentina, mondo: l’italiano ci unisce”, disponibile in italiano e spagnolo, si può richiedere il pass per partecipare ai lavori congressuali, l’accreditamento stampa e tutte le informazioni utili. (aise)

“Lucio Fontana. Los orígenes” a Rosario

Il Museo Municipal de Bellas Artes Juan B. Castagnino di Rosario, Santa Fe, in Argentina ospiterà per un mese, dal 21 luglio al 21 agosto, la mostra “Lucio Fontana. Los Orígenes”, a cura di Valentina Spata e Chiara Barbato.

“Lucio Fontana. Los Orígenes” gode del patrocino del MiBAC Ministero per i beni e le attività culturali ed è realizzata dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con il Comitato della Dante di Rosario, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC Università di Parma e il Museo Municipal de Bellas Artes Juan B. Castagnino. La mostra è inoltre posta sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica nell’ambito dell’83º Congresso internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “Italia, Argentina, mondo: l’italiano ci unisce” e del Forum ICE Italia–Argentina “Cult & Tech”, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero dello Sviluppo Economico e di ICE-Agenzia.

A Rosario una selezione di oltre 60 disegni, datati tra la fine degli anni Trenta e la fine degli anni Cinquanta, provenienti dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma – alcuni mai esposti al pubblico -, e un nucleo di sculture giovanili della collezione permanente del Museo Juan B. Castagnino di Rosario ricostruiscono per la prima volta gli anni meno noti della carriera artistica del maestro, quelli della sua formazione, e creano un percorso-simbolo del profondo legame culturale che unisce Italia e Argentina.

Il racconto delle origini attraverso i disegni è completato da una ricca galleria fotografica, concessa dall’archivio storico della Fondazione Lucio Fontana di Milano e da un itinerario alla scoperta dei luoghi di Fontana a Rosario: tra questi la sede della Dante Alighieri, che custodisce due busti attribuiti a Lucio e a suo padre Luigi. (aise)

Porta (PD) sul Plan Cóndor: con una sentenza storica la Corte d’Appello italiana fa giustizia sui crimini delle dittature sudamericane degli anni ’70

“Sono felice ed emozionato per questo risultato, al quale i governi guidati dal Partito Democratico e il nostro partito hanno contribuito presentandosi al processo come parte civile”. Così Fabio Porta, coordinatore del PD in Sudamerica, ha commentato la sentenza con la quale, in appello, il Tribunale di Roma ha corretto e in parte ribaltato la sentenza del gennaio del 2017 nel processo Plan Condor, comminando 24 ergastoli per i leader dei regimi militari latinoamericani coinvolti nelle operazioni che portarono alla scomparsa di 23 cittadini italiani tra gli anni ’70 e ’80.

“L’Italia ha dato un esempio al mondo di come la giustizia contro i crimini orrendi delle dittature non ha limiti di tempo né di spazio”, ha continuato il dirigente del Partito Democratico. “Il PD si è costituito fin dal primo momento parte civile in questo storico processo, e i governi guidati dal nostro partito hanno seguito e sostenuto con altrettanta determinazione la legittima richiesta di giustizia delle vittime degli orrendi crimini delle dittature di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay, oggetto del processo”.

“Un ringraziamento va anche al “Frente Amplio” dell’Uruguay per essersi costituito con il PD parte civile, alle organizzazioni sindacali italiane e al nostro avvocato Antonello Madeo”, ha aggiunto Porta. “Da questa sentenza scaturisce un monito perenne e universale a difesa della verità e della giustizia e a sostegni della democrazia in ogni parte del mondo; quindi contro ogni forma di dittatura e qualsiasi crimine contro la libertà!”. (aise)

Alejandro Slokar fuori dal D’Alessiogate

Il governo ha raggiunto l’obiettivo che si era proposto, ricusare dal D’Alessiogate, Alejandro Slokar, giudice della Corte di Cassazione Penale, il massimo tribunale penale del paese, che controlla tutto quello che succede nell’indagine. La causa è a carico del giudice federale di Dolores Alejo Ramos Padilla, che punta contro il pubblico ministero, (in Argentina, giudice) Carlos Stornelli ” denunciato per aver ricevuto tangenti e evitare che un imprenditore fosse vincolato alla strada del denaro del Kirchnerismo, contro altri politici, tra cui la Carriò, spie e funzionari vari.

Slokar non potrà più intervenire nel caso, dopo che i suoi compagni della Corte, Guillermo Yacobacci e Angela Ledesma, hanno accettato la richiesta di ricusazione presentata da Elisa Carriò, fondatrice di Cambiemos con il PRO. La deputata Carriò per farlo allontanare dal caso, ha usato la scusa che nel 2016 lei lo aveva denunciato per “presunta lentezza” nel caso del possibile arricchimento illecito di Julio López. Una causa rimasta nel cassetto che non è mai andata avanti ma è servita ai nemici di Slokar in questa occasione. E’ la prima volta che un indagato riesce a far ricusare il giudice che deve indagare. È, di fatto, una situazione assurda.

In questo modo, la Corte di Cassazione ha aperto il cammino all’allontanamento di Alejo Ramos Padilla, anche se per il momento l’ha riconfermato alla guida della causa. Non c’è da sottovalutare però il fatto che su Padilla, nei media, nelle reti sociali, siano iniziate a circolare notizie di diffamazione come se si volesse creare un’opinione falsa sul giudice e il clima per un suo futuro prossimo allontanamento. Non è un caso che il Tribunale di Mar del Plata si sta preparando per occuparsi della causa. Evidentemente il Governo sa come fare per eliminare nemici forti. La maggioranza vuole ora sostituire Slokar con un altro che gli sia affine, ci sono parecchi candidati.

Dal canto suo il giudice rimosso riconosce che lui e altri giudici, gli integranti dell’ex Justicia Legitima, sono oggetti di un autentico maccartismo da parte del Governo e dei suoi sostenitori. D’altronde gli avvocati riuniti nell’Associazione per la Giustizia Sociale (AJUS) hanno presentato una denuncia al Relatore Speciale sull’Indipendenza dei Magistrati e gli Avvocati del Consiglio dei Diritti Umani nell’Ufficio Commissionario dell’Organizzazione delle Nazioni Uniti (ONU) per segnalare “il rischio che corre lo stato di diritto e il sistema democratico” e hanno provato la loro denuncia presentando vari episodi di persecuzione e citando anche gli attacchi del governo contro Alejo Ramos Padilla. Anche il Papa nel passato si è occupato della mancanza di giustizia in Argentina.

Edda Cinarelli

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