L’Italia in caos passaporti, prenotazioni con attese di mesi
Era esattamente un anno fa quando si parlava dei disagi provocati dal “caos passaporti”, con circa 100 mila viaggi organizzati saltati a causa di una «massiccia e imprevista impennata di richieste», come tentava di spiegare a inizio marzo 2023 la Polizia di Stato. Il governo Meloni si era insediato da poco più di 4 mesi e fuori dalle Questure, un po’ in tutta Italia, si vedevano lunghe file di persone che aspettavano speranzose di ottenere un appuntamento per rinnovare il passaporto, dopo attese anche di mesi.
Dopo un anno, nulla è cambiato
Un anno dopo, siamo punto a capo. Ottenere un passaporto ex-novo o il rinnovo di quello scaduto è diventata una via crucis. Nulla è cambiato in 12 mesi: la prenotazione online nei capoluoghi di regione, da Milano a Roma, necessaria per ottenere l’appuntamento, si è ridotta a un estenuante presidio del web, nella speranza di riuscire, collegandosi al sito di Agenda online tramite Spid, a trovare uno slot libero prima dell’estate. Telefonare alle Questure è totalmente inutile: la via è quella telematica e da lì non si sfugge. Anche stavolta, le ragioni di questo ingolfamento sarebbero da ritrovare nell’alto numero di richieste. E il ministro dell’Interno Piantedosi durante un Question Time alla Camera, nel gennaio scorso, ha assicurato che l’aumento di personale agli sportelli ha incrementato il disbrigo delle pratiche. La Polizia di Stato ricorda, però, che se sussistono ragioni di urgenza legate al lavoro o alla salute, ma anche allo studio o a vacanze già prenotate resta possibile rivolgersi direttamente alla propria Questura (bene controllare sul sito di quella di competenza le regole adottate) per richiedere il documento.
Maglia nera a Bari e Cosenza
Intanto, anche un’inchiesta realizzata dal Sole24Ore in 21 capoluoghi di regione e di provincia conferma l’emergenza in atto. La maglia nera, a quanto sostiene il quotidiano economico-finanziario, spetta a Bari e Cosenza, dove praticamente è impossibile prendere un appuntamento. Ma lo stesso vale a Torino, Perugia, Assisi, Spoleto. A Milano l’attesa è a 90 giorni. A Roma circa due mesi e mezzo, a Firenze tra le tre e le quattro settimane. Gli abitanti di Genova i più fortunati: secondo il Sole24Ore in 15-20 giorni mettono le mani sull’agognato documento. Secondo un’indagine pubblicata da Altroconsumo nel dicembre scorso, erano 10 i mesi di attesa a Venezia, quasi otto a Bolzano, sette a Cagliari e solo per avere l’appuntamento in questura per fare o rinnovare il passaporto. In ben sei città su 17 non era stato nemmeno possibile prenotare l’appuntamento: Bologna, Milano, Pordenone, Potenza e Torino.
Due anni di caos
«Non sono bastati servizi televisivi, centinaia di articoli sulla carta stampata, scandali su truffe ai danni dei cittadini, comunicazioni accorate di appello per trovare una soluzione a una burocrazia che fa male ai cittadini e alle imprese dei viaggi, rimaste inascoltate» è la denuncia delle principali associazioni di categoria del Turismo organizzato. «Il nodo dei tempi di rilascio o rinnovo dei passaporti italiani, a due anni dall’uscita dell’emergenza Covid, rimane purtroppo scandalosamente inaccettabile».
Stessi problemi per le carte d’identità
Ma a quanto pare anche per l’emissione delle carte di identità elettroniche si verificano problemi analoghi. Insomma, è tutto il sistema burocratico-informatizzato preposto al rilascio di documenti digitali che sembra essere ormai da tempo in tilt. Il ministro Piantedosi ha detto di confidare molto sulla soluzione Polis, indirizzata ai cittadini dei comuni con meno di 15 mila abitanti per ritirare passaporto e carta d’identità direttamente negli uffici postali. Ma secondo le associazioni di categoria del Turismo questa iniziativa «rischia di essere una ulteriore comunicazione priva di efficacia reale e rappresentare solo una proroga di questa agonia legata alla Pubblica amministrazione».
La ricaduta sul giro d’affari: 300 milioni in fumo
Le associazioni turistiche hanno scritto al ministro dell’Interno chiedendo di intervenire per tutelare il diritto degli italiani di viaggiare e a difesa degli imprenditori del comparto che continuano a perdere fatturato a causa della burocrazia. Secondo le loro stime, i tempi lunghi o lunghissimi per ottenere o rinnovare un passaporto «hanno mandato in fumo nel biennio 2022-2023 167 mila viaggi internazionali, per un giro d’affari di 300 milioni di euro».
Le critiche, da Confcommercio a Confindustria
Duro anche il commento di Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio, che attacca: «Ci vantiamo di avere il passaporto più forte del mondo, peccato che sia una chimera riceverlo a causa della complessità e delle tempistiche per fissare un semplice appuntamento». Dello stesso avviso Giuseppe Ciminnisi, presidente Fiavet di Confcommercio: «Si sta violando un diritto costituzionale alla mobilità e discriminando i cittadini in base al loro luogo di residenza. Alcune questure, a distanza di pochi chilometri, offrono servizi totalmente diversi, ma con le regole attuali si lavora a compartimenti stagni». Per Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi, «il mondo del Travel ha bisogno di velocità e fluidità e non può essere frenato da intoppi burocratici che lo costringono a subire danni ingenti direttamente causati dallo Stato». Lo trova invece paradossale Domenico Pellegrino, presidente Aidit Confindustria, «che in un’era in cui si parla di digitalizzazione e intelligenza artificiale ci si mettano due anni per risolvere un problema che in tutti gli altri Paesi europei non esiste». Insomma, una lotteria, quella del passaporto, alla quale ogni giorno migliaia di italiani sono costretti a giocare: ma, per dirla con Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confersercenti, «in questo caso non si vince niente, ma perdiamo come sistema Paese».