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February 2024

L’Italia in caos passaporti, prenotazioni con attese di mesi

Era esattamente un anno fa quando si parlava dei disagi provocati dal “caos passaporti”, con circa 100 mila viaggi organizzati saltati a causa di una «massiccia e imprevista impennata di richieste», come tentava di spiegare a inizio marzo 2023 la Polizia di Stato. Il governo Meloni si era insediato da poco più di 4 mesi e fuori dalle Questure, un po’ in tutta Italia, si vedevano lunghe file di persone che aspettavano speranzose di ottenere un appuntamento per rinnovare il passaporto, dopo attese anche di mesi.

Dopo un anno, nulla è cambiato

Un anno dopo, siamo punto a capo. Ottenere un passaporto ex-novo o il rinnovo di quello scaduto è diventata una via crucis. Nulla è cambiato in 12 mesi: la prenotazione online nei capoluoghi di regione, da Milano a Roma, necessaria per ottenere l’appuntamento, si è ridotta a un estenuante presidio del web, nella speranza di riuscire, collegandosi al sito di Agenda online tramite Spid, a trovare uno slot libero prima dell’estate. Telefonare alle Questure è totalmente inutile: la via è quella telematica e da lì non si sfugge. Anche stavolta, le ragioni di questo ingolfamento sarebbero da ritrovare nell’alto numero di richieste. E il ministro dell’Interno Piantedosi durante un Question Time alla Camera, nel gennaio scorso, ha assicurato che l’aumento di personale agli sportelli ha incrementato il disbrigo delle pratiche. La Polizia di Stato ricorda, però, che se sussistono ragioni di urgenza legate al lavoro o alla salute, ma anche allo studio o a vacanze già prenotate resta possibile rivolgersi direttamente alla propria Questura (bene controllare sul sito di quella di competenza le regole adottate) per richiedere il documento.

Maglia nera a Bari e Cosenza

Intanto, anche un’inchiesta realizzata dal Sole24Ore in 21 capoluoghi di regione e di provincia conferma l’emergenza in atto. La maglia nera, a quanto sostiene il quotidiano economico-finanziario, spetta a Bari e Cosenza, dove praticamente è impossibile prendere un appuntamento. Ma lo stesso vale a Torino, Perugia, Assisi, Spoleto. A Milano l’attesa è a 90 giorni. A Roma circa due mesi e mezzo, a Firenze tra le tre e le quattro settimane. Gli abitanti di Genova i più fortunati: secondo il Sole24Ore in 15-20 giorni mettono le mani sull’agognato documentoSecondo un’indagine pubblicata da Altroconsumo nel dicembre scorso, erano 10 i mesi di attesa a Venezia, quasi otto a Bolzano, sette a Cagliari e solo per avere l’appuntamento in questura per fare o rinnovare il passaporto. In ben sei città su 17 non era stato nemmeno possibile prenotare l’appuntamento: Bologna, Milano, Pordenone, Potenza e Torino.

Due anni di caos

«Non sono bastati servizi televisivi, centinaia di articoli sulla carta stampata, scandali su truffe ai danni dei cittadini, comunicazioni accorate di appello per trovare una soluzione a una burocrazia che fa male ai cittadini e alle imprese dei viaggi, rimaste inascoltate» è la denuncia delle principali associazioni di categoria del Turismo organizzato. «Il nodo dei tempi di rilascio o rinnovo dei passaporti italiani, a due anni dall’uscita dell’emergenza Covid, rimane purtroppo scandalosamente inaccettabile».

Stessi problemi per le carte d’identità

Ma a quanto pare anche per l’emissione delle carte di identità elettroniche si verificano problemi analoghi. Insomma, è tutto il sistema burocratico-informatizzato preposto al rilascio di documenti digitali che sembra essere ormai da tempo in tilt. Il ministro Piantedosi ha detto di confidare molto sulla soluzione Polis, indirizzata ai cittadini dei comuni con meno di 15 mila abitanti per ritirare passaporto e carta d’identità direttamente negli uffici postali. Ma secondo le associazioni di categoria del Turismo questa iniziativa «rischia di essere una ulteriore comunicazione priva di efficacia reale e rappresentare solo una proroga di questa agonia legata alla Pubblica amministrazione».

La ricaduta sul giro d’affari: 300 milioni in fumo

Le associazioni turistiche hanno scritto al ministro dell’Interno chiedendo di intervenire per tutelare il diritto degli italiani di viaggiare e a difesa degli imprenditori del comparto che continuano a perdere fatturato a causa della burocrazia. Secondo le loro stime, i tempi lunghi o lunghissimi per ottenere o rinnovare un passaporto «hanno mandato in fumo nel biennio 2022-2023 167 mila viaggi internazionali, per un giro d’affari di 300 milioni di euro».

Le critiche, da Confcommercio a Confindustria

Duro anche il commento di Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio, che attacca: «Ci vantiamo di avere il passaporto più forte del mondo, peccato che sia una chimera riceverlo a causa della complessità e delle tempistiche per fissare un semplice appuntamento». Dello stesso avviso Giuseppe Ciminnisi, presidente Fiavet di Confcommercio: «Si sta violando un diritto costituzionale alla mobilità e discriminando i cittadini in base al loro luogo di residenza. Alcune questure, a distanza di pochi chilometri, offrono servizi totalmente diversi, ma con le regole attuali si lavora a compartimenti stagni». Per Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi, «il mondo del Travel ha bisogno di velocità e fluidità e non può essere frenato da intoppi burocratici che lo costringono a subire danni ingenti direttamente causati dallo Stato». Lo trova invece paradossale Domenico Pellegrino, presidente Aidit Confindustria, «che in un’era in cui si parla di digitalizzazione e intelligenza artificiale ci si mettano due anni per risolvere un problema che in tutti gli altri Paesi europei non esiste». Insomma, una lotteria, quella del passaporto, alla quale ogni giorno migliaia di italiani sono costretti a giocare: ma, per dirla con Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confersercenti, «in questo caso non si vince niente, ma perdiamo come sistema Paese».

Tratto da: Caos passaporti, per le prenotazioni online attese di mesi. Le associazioni turistiche: «In fumo 300 milioni di fatturato» | Corriere.it

L’Argentina sollecita Mosca, ‘cessi l’aggressione all’Ucraina’

Adue anni dall’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina, l’Argentina “ribadisce la ferma condanna dell’invasione” e sollecita la Russia “a cessare immediatamente l’uso illegittimo della forza e le operazioni militari sul territorio ucraino e a ritirare” le proprie truppe.

Si legge in una nota del ministero degli Esteri argentino:
Il governo – prosegue il comunicato – “sostiene fermamente il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale generale, in particolare l’obbligo di rispettare la sovranità degli Stati e il principio di integrità territoriale, la risoluzione pacifica delle controversie e la tutela dei diritti umani delle popolazioni civili vittime del conflitto”.

Fonte: L’Argentina sollecita Mosca, ‘cessi l’aggressione all’Ucraina’ – America Latina – Ansa.it

Aperta una nuova fase per il business tra Italia e Argentina

La recente visita del presidente argentino Javier Milei a Roma è andata ben oltre gli incontri ufficiali. La presenza del leader ultraliberista, affermano alcuni degli imprenditori che hanno partecipato ad una missione di sistema portata avanti in parallelo dalla ministra degli Esteri argentina, Diana Mondino, è servita infatti a rilanciare anche la prospettiva di un concreto rafforzamento degli scambi commerciali e delle relazioni economiche bilaterali, con un focus sull’energia.

Temi al centro di un business forum presso Confindustria, e della riunione di Mondino con rappresentanti di Sace, Simest e Cassa depositi e prestiti.

“Ritengo sia stata una missione molto positiva per mostrare all’Italia tutto il potenziale dell’Argentina in questa nuova tappa della sua storia”, spiega all’ANSA il presidente della filiale argentina di Iveco, Santos Doncel, di ritorno da Roma.

“Le autorità italiane hanno potuto osservare che al di là dell’attuale crisi, il piano economico del governo permetterà una ripresa su basi più solide”, evidenzia il manager, aggiungendo come sia stata di particolare rilievo “la discussione sul ruolo del gas argentino nella transizione energetica”.

“C’è una super disponibilità da parte di tutti in Italia, tanto del governo che delle aziende, a dare un’altra opportunità all’Argentina”, osserva Michele Battaglia, vicepresidente di Silvateam, azienda leader nella produzione di estratti vegetali.

“Sicuramente – prosegue Battaglia – il programma del governo Milei orientato a un’economia più aperta è positivo, e anche Sace e Simest appaiono disposte a togliere il cartellino rosso al Paese”.

Tratto da: ‘Aperta una nuova fase per il business tra Italia e Argentina’ – America Latina – Ansa.it

Incontro tra Patronati e Banco Macro per il pagamento delle pensioni italiane

Il 21 febbraio l’Ambasciata d’Italia in Argentina ha facilitato e ospitato una riunione di coordinamento tra i principali Patronati operanti in Argentina (INAS, INCA e ACLI) e Banco Macro che, a seguito dell’acquisto di Banco Itaú l’anno scorso e del successivo processo di
fusione in corso tra i due istituti di credito, curano l’erogazione delle pensioni ai cittadini italiani qui residenti in Argentina.

I Patronati hanno fatto presente una serie di problemi talvolta cronici, alcuni dei quali derivanti da criticità in termini di comunicazione (spesso tra istituzioni e banche – INPS e Citibank da un lato, che gestiscono “a monte” il processo in Italia; Itaú e Macro dall’altro, per la conclusione del procedimento “a valle”, in Argentina), altri da requisiti o particolarità argentine.

Tra i primi:
• Il trattenimento di pagamenti nel caso – non infrequente – in cui vi fosse una divergenza tra i dati INPS e quelli in possesso della banca.
• L’imprecisione delle informazioni fornite ai clienti in alcune specifiche filiali, con il rischio che si creino dei malintesi.
• La presentazione del certificato di morte del pensionato e il ritiro dei soldi post mortem da parte di familiari o cointestatari del conto; non avendo Banco Macro adottato una prassi comune e codificata, è elevato il verificarsi di controversie.

Tra i secondi:
• Le difficoltà per i pensionati ad aprire il primo conto in banca a causa dei requisiti specifici richiesti sia dalla banca in Argentina sia dall’INPS per il versamento del pagamento.
• La difficoltà – e in alcuni casi l’impossibilità – per i pensionati che risiedono nelle zone più remote dell’Argentina di riscuotere la pensione in Euro, sia per scarsità di valuta straniera al di fuori della capitale, sia per mancanza di filiali preposte (con cassa in Euro).
• La necessità di confermare l’esistenza in vita presenzialmente, presso la banca, ogni 3 mesi – adempimento considerato oneroso per la sua eccessiva frequenza, soprattutto per coloro i quali vivono nelle Province “interne”, in alcuni casi a 300-400 chilometri dalla filiale più vicina.

Soprattutto riguardo alla prima categoria di problematiche, i dirigenti di Banco Macro (presenti i responsabili a Buenos Aires dei settori “Persone Fisiche-Pensionati”; “Operazioni”; “Commercio Internazionale”, a testimonianza dell’articolata natura del procedimento) hanno preso atto delle criticità espresse, impegnandosi a mantenere aperto un canale di dialogo con i Patronati e ad adottare le modifiche necessarie per erogare un migliore servizio ai pensionati italiani. Riguardo alla seconda tipologia si è invece assicurato che, a seguito della fusione Itaú-Macro, dovrebbe aumentare il numero delle filiali con cassa in Euro nelle Province dell’interno del Paese.

Tanto i Patronati quanto Banco Macro hanno inoltre sottolineato una perdurante difficoltà di interazione con Citibank (al quale l’INPS versa i contributi pensionistici destinati all’Argentina, i quali vengono poi a sua volta trasferiti da Citibank a Banco Macro), ribadendo
la difficoltà – causata anche dal diverso fuso orario e dalla distanza – di doversi interfacciare con un rappresentante basato a Dublino (una decisione che risale a due anni fa, che complica la risoluzione dei problemi rispetto alla presenza di un referente a Buenos Aires).

L’incontro è stato accolto molto favorevolmente da entrambe le parti, che hanno apprezzato l’impegno dell’Ambasciata e della rete consolare nella promozione di occasioni di dialogo costruttivo finalizzate ad assicurare migliori servizi ai nostri connazionali, soprattutto nei confronti della fascia di popolazione anziana.

Rafforzamento del contrasto ai gestori di pratiche consolari: oscuramento e inibizione al futuro utilizzo di due siti web

Nel quadro delle azioni mirate a garantire l’accesso diretto e gratuito degli utenti alla prenotazione degli appuntamenti e alla fruizione dei servizi consolari, anche attraverso il rafforzato contrasto ai cosiddetti “intermediari” (con le relative segnalazioni effettuate alle competenti Autorita’ Giudiziarie), si è recentemente ottenuto dalle Autorita’ argentine la chiusura e l’inibizione al futuro utilizzo di due portali che con caratteristiche ingannevoli, pubblicizzavano “servizi consolari’’ a pagamento, tra i quali quelli di captazione degli appuntamenti.

I siti, con denominazioni appositamente identiche a quelle dei portali istituzionali come https://prenotami.com.ar e https://fastit.com.ar ed entrambi riconducibili al medesimo soggetto, come successivamente emerso, sono stati segnalati, tra gli altri, anche alla competente “Dirección Nacional del Registro de Dominios de Internet”, che ne ha decretato la chiusura. L’ente argentino ha agito sulla base del “Reglamento para la Administración de Dominios de Internet en Argentina’’, normativa qui introdotta nel 2022, che consente l’oscuramento di siti attraverso cui “si generino azioni suscettibili di pregiudicare altri utenti e/o terzi’’.

Entrambi i portali – assimilabili per tipo di servizi offerti a numerosi altri presenti nel Paese e di norma pubblicizzati sulle reti sociali, ma non solo – operavano con una modalità particolarmente insidiosa, legata come detto principalmente alla denominazione ma anche alle caratteristiche grafiche e ai simboli presenti su entrambi i siti. La loro veste complessiva poteva facilmente indurre gli utenti ad interpretare i servizi offerti come in qualche modo assimilabili o riconducibili alle Istituzioni italiane.

Si tratta di un risultato certamente positivo, tenuto conto che precedenti denunce presentate in passato erano risultate infruttuose e che vari utenti hanno in passato lamentato il carattere insidioso di tali portali, soprattutto per la popolazione di fascia anagrafica avanzata, meno avvezza alla comunicazione online.

Cariche di Pisa, Mattarella chiama Piantedosi: “I manganelli con i ragazzi esprimono un fallimento”. FdI: “La colpa è della sinistra”

“I manganelli con i ragazzi esprimono un fallimento”. Così Sergio Mattarella in una telefonata a Matteo Piantedosi esprime il proprio disappunto sulle azioni violente della polizia a Pisa. “Il presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. Lo si legge in una nota dell’ufficio stampa del Quirinale.

Invece per buona parte del Governo, quanto accaduto venerdì mattina a Pisa e a Firenze, con studenti caricati pesantemente dalle forze dell’ordine mentre stavano svolgendo manifestazioni non autorizzate pro Palestina, è normale. Nessuno scandalo, nessun clamore. Nessuna reazione eccessiva da parte delle forze dell’ordine. Fratelli d’Italia, partito della premier Meloni, punta il dito contro la sinistra “che spalleggia i violenti” ed “è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito. Noi difendiamo le regole democratiche di convivenza che si basano sul diritto di manifestare e il dovere di farlo pacificamente e nel rispetto della legge”, si legge in una nota dell’ufficio stampa di FdI.

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, non si scompone: “Io credo che vada rispettata la possibilità di manifestare – spiega alla Winter Edition del Forum in Masseria alle Terme di Saturnia organizzato da Comin & Partner – e la possibilità delle forze di polizia di fare il loro lavoro, quindi in questa ottica non sono io che devo giudicare i fatti di ordine pubblico. C’è stato un tentativo, da quello che ho visto dalle immagini, di pressione rispetto a una manifestazione che era autorizzata in altro sito e c’è stata una reazione della polizia, spiegheranno se nei canoni e nei termini di legge e di rispetto delle regole”.

Il ministro non vuole pensare per un solo momento che le forze dell’ordine non pensino alla sicurezza dei cittadini: “Non mi sembra che agiscano per fare altro, quindi anche in questa condizione penso e spero che le forze politiche partano dalla fiducia nelle forze dell’ordine, eventualmente smentita dai fatti e non il contrario”.

A Lollobrigida viene chiesto se la reazione è stata spropositata: “Questo non spetta a me giudicarlo, io negli ultimi anni ho visto anche altri episodi nei quali la polizia è intervenuta, ricordo il porto di Trieste con cariche molto pesanti, in tante occasioni ho visto interventi di questa natura, ma non spetta al ministro dell’Agricoltura dare un giudizio sulle immagini”.

A caldo, venerdì mattina, sempre da Saturnia, avevano parlato anche altri ministri. Tutti sulla difensiva. In primis la ministra del Turismo Daniela Santanché: “Io penso che non ho sentito una parola sul fantoccio con le sembianze di Meloni bruciato, sugli insulti – “stronza”- a Meloni, nel momento in cui le donne, come dire, guai se si insulta una donna o se si tocca una donna, come è giusto che sia, meno Meloni. Ringrazio invece il presidente della Repubblica Mattarella per le parole spese sulla premier che è più coraggioso di molti capi, capetti della sinistra di questa Nazione”.

La ministra per le Riforme Elisabetta Casellati condanna proprio il tipo di manifestazione: “Non mi piace questo tipo di protesta, noi abbiamo un problema serio che riguarda Hamas, e quindi Israele, pertanto è una situazione di grande difficoltà che stiamo seguendo. Il nostro ministro degli Esteri sta portando e cercando di salvare tutte le persone che vengono dalla Striscia di Gaza e che quindi sono riportate in Italia, quindi c’è un soccorso anche di tipo umanitario forte da parte dell’Italia”. Posizione di difesa anche per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “Io ho sempre molto rispetto delle forze dell’ordine. E certamente, per la nostra tradizione, siamo quelli che più di tutti abbiamo tutelato il diritto di manifestare da parte di chiunque in questo Paese che non deve essere messo in discussione”.

La segretaria del Pd Elly Schlein, nel frattempo, chiede una presa di posizione del ministro dell’Interno Piantedosi: “Ieri sera Pisa ha dato una straordinaria risposta democratica. Basta manganellate sugli studenti. Bisogna che Piantedosi venga finalmente a chiarire in Parlamento davanti al Paese e prendersi le sue responsabilità. Non possiamo più assistere a scene inaccettabili come quelle che abbiamo visto ieri, di manganellate sui minori, di minori trattenuti e immobilizzati a terra. Non è accettabile”. Poi aggiunge: “Non è un episodio isolato. Abbiamo visto scene come queste a Firenze, a Napoli, a Bologna c’è un clima di repressione di cui abbiamo già chiesto la settimana scorsa conto al ministro Piantedosi”. E Matteo Renzi da Saturnia commenta: “Le dichiarazioni del presidente Mattarella mi portano a fare due riflessioni: la prima è che questo governo si deve dare una regolata, questo governo si deve dare una regolata. La seconda è che penso che oggi sia chiaro perché nel 2015 prima e nel 2022 poi abbiamo fatto quella battaglia per la presidenza della Repubblica e per il Quirinale. Il presidente della Repubblica ha rappresentato il buon senso e il rispetto delle istituzioni come è suo dovere fare e come sa fare in modo magistrale”.

Per il presidente della Toscana Eugenio Giani non si tratta di azioni spontanee delle forze dell’ordine, ma c’è un disegno: “Secondo me c’è un indirizzo da parte del Governo, non si spiega altrimenti, perché questa è una tendenza che vediamo in tutta una serie di manifestazioni, sempre più durezza. Ieri è stata macroscopica. L’ordine pubblico va tenuto attraverso il rispetto delle persone nell’esprimere le proprie opinioni e quando vedi che le persone sono ragazzi minorenni, del liceo e dell’università, senza nessun corpo contundente in mano, le immagini sono visibili, non si può attaccare con quella cattiveria nelle manganellate che abbiamo visto”. Per il momento il governatore della Toscana non ha sentito il ministro dell’Interno Piantedosi: “Mi aspetto che Piantedosi, proprio per fugare i dubbi, che non possono non esserci, di un indirizzo che viene dall’alto, possa essere molto chiaro e molto netto nel fugare qualsiasi dubbio rispetto al fatto che vi sia un indirizzo da parte delle istituzioni”.

Sulle “cariche violente di cui sono state oggetto le studentesse e gli studenti a Pisa ed anche in altre città vogliamo esprimere fin d’ora la nostra disapprovazione e preoccupazione democratica”. È quanto ha scritto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nella lettera inviata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, chiedendo un incontro “in tempi rapidi con le organizzazioni sindacali confederali”.

Alessandro Di Maria (pubblicato da La Stampa il 24/02/2024)

Tratto da: Mattarella contro Piantedosi: “I manganelli con i ragazzi sono un fallimento” – la Repubblica

“Goleta Gringo” torna a Genova dopo quasi 150 anni: trasportava migranti in Argentina

Un antico veliero utilizzato dagli immigrati italiani che salpavano per il Sudamerica quasi 150 anni fa, si prepara per tornare a Genova in un’impresa inedita, dopo essere stato recuperato dal fondo di un fiume in Argentina. “Goleta Gringo”, l’imbarcazione di circa 40 metri costruita nei cantieri Roncallo, a Pegli nel 1886 è stata sottoposta ad un accurato restauro dal suo attuale armatore, l’italo-argentino Fernando Zuccaro, che vede il ritorno in Italia, con partenza in primavera, come un momento simbolico, la “chiusura di un ciclo”.

“Ho sempre avuto questo obiettivo: tornare a Genova“, racconta l’armatore. “L’Italia fa parte delle mie radici, la porto nel sangue”, sottolinea Zuccaro.

In Brasile da sette anni, l’argentino si trova ora ad Angra dos Reis dove si prepara a ripetere la traversata compiuta dai nonni italiani, ma in direzione opposta. La barca, originariamente chiamata “Luigi Palma”, fu usata per quasi cinquant’anni per i viaggi dei migranti italiani in Sudamerica, e per il trasporto del grano argentino in Italia.

Nel 1933 la Luigi Palma attraversò l’Atlantico per l’ultima volta per restare in Argentina, dove prese il nome di “Pegli”. Venne impiegata per trasporti lungo il fiume Uruguay, e abbandonata sul fiume Lujan nel 1974. Il veliero riprese vita solo all’inizio degli anni ’90, quando Zuccaro lo recuperò nel letto del corso d’acqua, guadagnandosi il soprannome di “Gringo Loco”, straniero pazzo.

Tratto da: “Goleta Gringo” torna a Genova dopo quasi 150 anni: trasportava migranti in Argentina – Il Secolo XIX

Il “Black Friday” della cittadinanza

“Condizione di appartenenza di un individuo a uno Stato (con relativi diritti e doveri)”: è questa la definizione che l’enciclopedia Treccani, la più autorevole e prestigiosa in Italia, fornisce della parola “cittadinanza”. La cittadinanza è quindi il principale vincolo che lega un individuo allo Stato, e nel caso italiano anche all’Unione Europea della quale il nostro Paese è anche Stato fondatore. Stiamo parlando quindi di un principio di altissimo valore, del cardine intorno al quale è organizzata la convivenza civile di un popolo.

“La cittadinanza – si legge sempre nella Treccani – può essere originaria se l’acquisto di essa avviene per il fatto stesso della nascita, oppure derivata, se non si nasca cittadini, ma si diventi tali. La cittadinanza originaria può acquistarsi iure sanguinis , per il rapporto cioè di filiazione, e questo è il criterio prevalente negli Stati europei; oppure iure soli , per il fatto cioè di essere nato nel territorio dello Stato, criterio, questo, predominante negli Stati americani.”

Il principio prevalente in Italia è lo ‘ius sanguinis’, che lega in maniera forte e per certi versi indissolubile il nostro Paese ai suoi milioni di discendenti in tutto il mondo, una diaspora che non ha eguali al mondo. Un principio di grande valore e responsabilità, quindi, che purtroppo negli ultimi anni è stato messo in discussione non soltanto dalle legittime e comprensibili richieste di quanti chiedono di introdurre anche in Italia lo ‘ius soli’, o meglio lo ‘ius culturae’ (perché legato alla frequentazione di un ciclo di studi del nostro sistema scolastico), ma anche – direi soprattutto – dalla mercificazione che agenzie specializzate o faccendieri spregiudicati hanno fatto di un diritto che viene commercializzato alla stregua di un qualsiasi prodotto o bene di consumo.

L’ultimo caso, che in Italia e nel mondo ha suscitato sconcerto e indignazione, è stato quello di un’agenzia che ha fatto ricorso addirittura al “Black Friday” (invenzione americana per commercializzare a prezzo ridotto alcuni prodotti in determinati giorni della settimana o dell’anno) per “vendere” i propri servizi in materia di cittadinanza italiana. Siamo così arrivati alla totale banalizzazione di quello che invece dovrebbe essere il più nobile dei diritti-doveri di una persona, quello di essere “cittadino” e quindi parte integrante di un superiore consesso civile.

Ma come si è potuto arrivare a tutto ciò? Perché una materia così alta e delicata è stata ridotta ad una volgare compra-vendita da shopping center? Alla radice di questo fenomeno c’è innanzitutto il grandissimo volume di domande che, a partire dagli anni ’90 (all’indomani della legge 91 del 1992) e in particolare in Sudamerica, si sono riversate sui consolati da parte degli italo-discendenti, cittadini nati all’estero con ascendenza italiana.

La rete consolare di questi Paesi si è trovata impreparata e inadeguata alla gestione di una mole così grande di domande e se da una parte si è lavorato, anche a livello parlamentare, per dotare i consolati di maggiore risorse umane e finanziarie per evadere gli arretrati che man mano di accumulavano, dall’altro qualcuno ha preferito puntare sulla speculazione ossia sul “business delle cittadinanze”.

Si sono così moltiplicati casi di falsificazione di documenti e corruzione di ufficiali d’anagrafe di comuni italiani, mentre i tribunali italiani sono stati inondati da azioni legali che richiedevano la definizione per via giudiziaria delle domande di cittadinanza. Una palla di neve che rischia di travolgere, come il bambino che si butta via con l’acqua sporca, la sincera e legittima aspirazione di moltissimi italo-discendenti al diritto di essere riconosciuti cittadini italiani. Occorrerebbe invece riportare questa discussione ad una riflessione serena, seria e approfondita in grado di tenere insieme il diritto, giuridicamente inteso, i princìpi costituzionali e gli eventuali interventi legislativi in questa materia.

Tutto ciò andrebbe fatto in maniera oggettiva e con grande senso di responsabilità, così come ci si aspetterebbe da un grande Paese come l’Italia. Visioni ideologiche contrapposte non aiutano a trovare una soluzione; meno ancora le vergognose banalizzazioni commerciali di chi ha scambiato la “cittadinanza” con un prodotto da supermercato.

Fabio Porta

Il Presidente Milei. Liberale o conservatore?

Nel secondo turno delle elezioni argentine del 19 novembre 2023, Javier Milei, candidato della Libertad Avanza, con il 55,65 dei voti si è imposto su Sergio Massa, di Unione per la Patria, candidato del partito anteriormente al governo, che di voti ne ha totalizzati 44,31%.

La vittoria di Milei, apparentemente schiacciante, non è tale, infatti il nuovo Presidente ha preso il 30% dei voti degli elettori, soprattutto dei giovani, il resto glieli ha dati il PRO, la destra più organizzata, cioè Milei e Macri, fondatore del PRO, hanno potuto vincere Massa solo unendosi. Non si riesce a capire ancora se la società abbia voluto dare una sterzata a destra o se l’abbia votata perché stanca, insofferente all’ennesima potenza del governo anteriore, logorata dai continui intralci alla circolazione causati dalle manifestazioni dei partiti di sinistra o delle organizzazioni sociali e di sospetti di corruzione. Si ha l’impressione che la destra abbia saputo canalizzare la sua rabbia per farsi votare. In relazione ai giovani, abituati ai social media e a una società orizzontale pare che si siano identificati con Milei, ma che non abbiano associato il personaggio al suo programma, alle sue idee. Lo fa pensare il fatto che Milei sia contrario all’aborto e sostenga la tesi che non ci sia un cambiamento climatico dovuto all’azione dell’uomo, temi normalmente molto cari ai giovani. Una cosa è certa, la campagna di Milei è stata quella giusta nel momento giusto.

Milei ha ricevuto da Alberto Fernandez, il suo predecessore, un paese in agonia, con una svalutazione molto alta, a novembre 2023 è stata del 12,8%, gli stipendi sono tra i più bassi di America Latina, i poveri sono il 40,1% della popolazione e la indigenza è del 9,3%, e c’è anche molta microcriminalità.

In questa situazione era necessaria una terapia di shock e Milei, appena eletto, ha fatto quello che aveva promesso in campagna, ha presentato un Decreto di Necessità ed Urgenza detto DNU e la Legge Omnibus, ha chiesto anche il passaggio delle facoltà legislative al potere Esecutivo, praticamente vorrebbe eliminare il “Congreso” per almeno 2 anni.

Il Decreto di necessità ed urgenza per deregolamentare l’intera struttura economica dell’Argentina consta di articoli per modificare oltre 300 leggi relative a vari argomentilavoro, equilibrio fiscale, eccesso di ministeri, privatizzazione delle imprese dello Stato, estensioni e risorse territorialiparchi nazionali, oceano e pescaNon c’è bene che Milei non privatizzerebbe e non metterebbe in vendita. Ne approfitteranno persone o società molto ricche che avranno la possibilità di comprarsi tutta l’Argentina a prezzi di saldo.

Il DNU in Argentina è una soluzione assolutamente costituzionale, ne hanno fatto uso quasi tutti i presidentima non era mai successo prima che in un colpo solo un Presidente volesse trasformare oltre trecento leggi, eliminare dei ministeri e passarli da ventidue a nove.

Il DNU per essere ratificato ha bisogno prima del vaglio di una commissione bicamerale, in seguito devono pronunciarsi il Senato e la Camera dei Deputati e risulta approvato se almeno una delle Camere lo approvanel frattempo è vigente.

Intanto il Presidente ha aumentato il valore del cambio legale del dollaro quasi del doppio, da 400 pesos a 800 e da un giorno all’altro ha prodotto una svalutazione molto grande con il conseguente aumento di tutto: affitti, rate scolastiche, assicurazioni private sulla salute, le medicine. Si prevede che nei prossimi mesi falliscano molte piccole e medie imprese che non potranno resistere alla concorrenza di quelle grandi e straniere e non si sa cosa faranno i pensionati che per l’età devono fare uso di medicinali, divenuti carissimi perché sono o importati o prodotti con componenti comprate all’estero. Si consideri che la pensione minima equivale a circa 100 dollari al mese.

Il DNU toglie regole a tutto, compreso il lavoro, così si è aperto un confronto tra Milei e i sindacati che hanno organizzato un grande sciopero generale per il 24 gennaio. Qui, c’è un’incoerenza, il Presidente dice di essere un anarchico liberale ma il suo ministro di Sicurezza Patricia Bullrich ha varato un “Protocolo antipiquete”, per poter reprimere le manifestazioni in particolare la prossima del 24 gennaio. Ma non è l’unica incoerenza di Milei, diceva anche che non avrebbe alzato le tasse e invece le vuole aumentare agli esportatori di beni e servizi.

Milei criticava la corruzione del governo anteriore ma ha nominato Segretaria Generale della Presidenza della Nazione sua sorella Karina Milei, che apparentemente non ha nessun titolo o competenza per tale incaricoIn attesa di poter trasferirsi nella Villa Presidenziale, che sta in Olivos, un comune vicino a quello di Buenos Aires, si era sistemato nell’Hotel Libertador, probabilmente di proprietà di Eduardo Elsztain non si sa a che titolo gli abbia dato l’incarico di Amministratore dei Beni dello Stato.

Milei in politica estera è completamente allineato con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna ed Israele, si propone di fatto come il più stretto alleato degli USA in America latina, dove invece il Brasile fa parte dei Brics e la domanda spontanea è: nella campagna e susseguente vittoria elettoralenon ci sarà stato anche lo zampino degli Stati Uniti?

Per concludereil partito fondato da Milei si chiama “La Libertà Avanza”, ma sembra che nei suoi primi passi come Presidente ci sia molto poco di liberale e abbastanza di conservatore.

Edda Cinarelli (pubblicato da laltrosettimanale.it il 29/01/2024)

Tratto da: Il Presidente Milei. Liberale o conservatore? da Buenos Aires (laltrosettimanale.it)

Visita a Ushuaia della Agenzia Italiana della Gioventù e del Consiglio Nazionale dei Giovani

Domenica 18 febbraio si e’ svolta la tappa ad Ushuaia della visita in Argentina della Agenzia Italiana della Gioventù (AIG) e del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG).

Similmente alle tappe precedenti (Buenos Aires, Cordoba e Rosario)  lo scopo della missione è stato quello di far conoscere la mission dell’AIG e della CNG, illustrarne le finalità, i programmi e costruire reti di possibili collaborazioni nell’ambito della cooperazione internazionale; accrescere la consapevolezza dell’identità italiana ed europea, attraverso il coinvolgimento dei giovani presenti in un percorso informativo-formativo sui temi della cittadinanza, delle istituzioni italiane ed europea, sull’identità italiana; lanciare concorsi artistico-letterari rivolti a giovani italiani all’estero iscritti all’AIRE.

La tappa di Ushuaia è stata organizzata grazie alla indispensabile collaborazione dell’Agente Consolare onorario Salvatore Moreno e alla Società Italiana di Ushuaia che ha messo a disposizione i suoi locali, nei quali sono state invitate oltre quaranta persone della locale collettività, individuate, d’accordo con AIG e CNG, tra i giovani nella fascia 18-35 anni oltre che fra insegnanti, dirigenti scolastici, ex-studenti, operatori nel mondo dello sport, del turismo, dell’imprenditoria e della società civile che si dedicano a fare del loro lavoro strumenti al servizio dei giovani e del loro futuro come cittadini italiani ed europei.

L’evento è stato aperto dalla lettura del saluto del Console Generale d’Italia a Bahía Blanca Nicola Bazzani, nel quale ha ricordato l’elevata attenzione che viene accordata dalla Sede ai giovani di tutta l’amplissima circoscrizione, inclusa naturalmente la Terra del Fuoco, ove è fortissimo il senso di appartenenza all’Italia da parte dei discendenti diretti dell’immigrazione della metà del secolo scorso che ha rifondato la città; senso di appartenenza che deve essere adeguatamente rinvigorito affinché’ permanga anche nelle ultimissime generazioni.

La visita di AIG e CNG è un tassello importantissimo, quindi, che si inserisce nell’offerta di corsi di italiano della Università Nazionale della Terra del Fuoco attivati lo scorso anno, nei corsi gestiti dalla Società Italiana e nelle attività culturali promosse dall Consolato Generale.

La Dott.ssa Federica Celestini Campanari (Commissario straordinario della AIG) ha presentato il concorso artistico letterario “Pensando all’Italia” e la Dott.ssa Maria Cristina Rosaria Pisani (Presidente del CNG) ha illustrato il contest “Tra due mondi”: essi offrono la possibilità di vincere soggiorni studio in Italia e in UE per giovani italiani all’estero che raccontino/valorizzino – attraverso varie espressioni artistiche e letterarie- avvenimenti, personaggi o monumenti del nostro Paese.

Sono stati inoltre toccati temi come la Costituzione italiana; la storia dell’UE e le sue istituzioni; il Servizio civile universale (volontariato); i programmi per lo sport e il capacity building nello sport; la Conferenza Giovani Italiani nel Mondo del 2008 e l’idea di trasmettere al Ministro per lo Sport e i Giovani la proposta per un simile evento nel 2025; il programma Erasmus+; gli obiettivi climatico-ambientali dell’Italia e dell’UE; la collaborazione internazionale tra Atenei. Infine è stato posto l’accento sulla volontà di creare una rete di giovani italiani nel mondo attraverso incontri virtuali promossi da AIG e CNG anche allo scopo di essere collettori di proposte dei giovani italiani all’estero.

E’ seguita una visita guidata da parte del Presidente della SIU, Leonardo Lupiano, al Museo degli Immigrati Italiani curato dalla Società stessa, che valorizza il lavoro delle centinaia di famiglie italiane che tra 1948 e 1949 rifondarono la moderna Ushuaia.

Nicola Bazzani – Console Generale d’Italia a Bahía Blanca

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