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October 2020

Porta e Vecchi: “Gente d’Italia” non può morire!”

L´annunciata chiusura del quotidiano “Gente d’Italia é una di quelle notizie che non avremmo mai voluto commentare. Non solo perché si tratta di uno dei pochissimi quotidiani italiani pubblicati all´estero, ma perché costituisce un importantissimo e utile strumento di informazione e di dibattito politico per gli italiani nel mondo. Non a caso il giornale é tra i pochi ad avere ricevuto un riconoscimento ufficiale dalle mani del Presidente della Repubblica Mattarella e tra i rari organi informativi stampati all’estero ad essere letto e seguito in tutti i continenti.

Un giornale indipendente, libero e – se vogliamo – anche scomodo. A noi del Partito Democratico non ha mai lesinato critiche, anche quando le abbiamo ritenute pesanti e ingiuste. Proprio per questo la nostra solidarietà al Direttore, Mimmo Porpiglia, non é né vuole essere “di parte”: oggi vogliamo parlare a nome di migliaia di lettori ed elettori italiani nel mondo che chiedono, a ragione, una informazione migliore e maggiore dall’Italia e verso l’Italia.

Siamo certi che “Gente d’Italia” saprá affrontare e superare anche questo momento difficile, grazie alla solidarietà che la redazione sta ricevendo in queste ore da tutto il mondo. La libertá di stampa é uno dei cardini della nostra carta costituzionale: tale principio dovrebbe valere ancora di piú per la stampa all´estero, essenziale all´esercizio di una piena partecipazione democratica. Per questi motivi “Gente d´Italia” non puó morire !

On. Luciano Vecchi, Responsabile Dipartimento italiani nel mondo del Partito Democratico

On. Fabio Porta, Coordinatore America Meridionale del Partito Democratico

Attacco a Nizza: il cordoglio dell’Italia

“Appresa la terribile notizia della barbara uccisione di cittadini inermi a Nizza, desidero porgere a Lei, alle famiglie delle vittime e a tutti i cittadini francesi le espressioni della vicinanza e del profondo cordoglio della Repubblica Italiana”. Con queste parole, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo cordoglio al Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, per le tre vittime dell’attacco con coltello compiuto questa mattina alla cattedrale di Notre-Dame a Nizza. “Nel condannare quest’ulteriore, deplorevole gesto di violenza – ha aggiunto il Capo dello Stato -, manteniamo ferma la determinazione nel contrastare il fanatismo di qualsivoglia matrice, a difesa di quei principi di tolleranza che costituiscono il tessuto connettivo delle nostre società democratiche”.

Tra le vittime, un uomo e due donne, una delle quali “sarebbe stata decapitata”, mentre gli altri due “sgozzati”, secondo quanto si apprende da fonti della polizia francese citate da “Le Figaro”. Secondo il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che ha parlato con la stampa poco fa, “tutto lascia supporre che si tratti di un attentato terroristico”. Nel frattempo, come riferisce l’Afp, l’autore dell’attacco “è stato fermato” poco dopo il brutale attacco.

Al cordoglio si sono uniti sia il Primo ministro italiano, Giuseppe Conte, che il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, che si sono affidati entrambi a Twitter: “Il vile attacco che si è consumato a Nizza – ha scritto il Premier Conte – non scalfisce il fronte comune a difesa dei valori di libertà e pace. Le nostre certezze sono più forti di fanatismo, odio e terrore. Ci stringiamo ai familiari delle vittime e ai nostri fratelli francesi. Nous Sommes Unis!”.

“L’Italia – ha scritto il titolare della Farnesina – esprime profondo cordoglio per il barbaro attentato di Nizza. Siamo vicini al popolo francese e al dolore delle famiglie delle vittime. L’Italia ripudia ogni estremismo e resta al fianco della Francia nella lotta contro il terrorismo e ogni radicalismo violento”.

“Nessun sentimento religioso, nessuna appartenenza politica potranno mai giustificare la violenza cieca e fanatica che oggi ha colpito a Nizza – ha scritto anche lei su Twitter il Viceministro agli Affari Esteri, Marina Sereni -. Siamo con il popolo e le istituzioni di Francia a difesa dei valori di libertà, democrazia, rispetto per la vita”.

“È un dolore per tutti gli europei”, ha affermato David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, anche lui su Twitter. “Sono profondamente scioccato e rattristato – ha aggiunto -. Abbiamo il dovere di unirci contro la violenza e contro quelli che cercano di incitare e diffondere l’odio”. (aise) 

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/attacco-a-nizza-il-cordoglio-dellitalia/152110/160

Italiani all’estero e rappresentanza: il focus del CGIE

 “Il mondo sta cambiando velocemente. E il fenomeno migratorio, compreso quello degli italiani nel mondo, rientra in queste trasformazioni. Siamo in mezzo a questo cambiamento epocale e proprio per questo, queste trasformazioni devono incontrare anche l’integrazione dei 6 milioni di residenti all’estero e dei circa 80 milioni di italo-discendenti nel mondo, la cui rappresentanza deve essere ripensata e riformata senza indugi”. Con questa introduzione, il Segretario Generale del Consiglio Generale per gli Italiani all’Estero, Michele Schiavone, ha dato il via alla nuova video-conferenza del Cgie, dedicata in questa occasione alla “Presenza degli italiani all’estero nelle istituzioni nazionali: rappresentanza italiana al giro di boa, è giunto il tempo delle riforme”. Ospiti d’eccezione del dibattito, oltre agli eletti all’estero Angela Schirò (Pd), Simone Billi (Lega), Massimo Ungaro (IV), Laura Garavini (IV) e Fucsia Fitzgerald Nissoli (FI), sono stati il Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, Piero Fassino, e il Sottosegretario agli Affari Esteri con delega agli italiani all’estero, Ricardo Merlo.

“Dall’inizio di questo secolo è profondamente cambiata la composizione dei migranti italiani. E l’attuale sistema di rappresentanza è giunto a definizione di 40 anni di battaglie per il riconoscimento degli italiani all’estero – ha aggiunto nella sua relazione iniziale il Segretario Generale Schiavone -. La rappresentanza in questi decenni si è articolata in diverse fasi e diversi strumenti, nello specifico con tre livelli: regioni, Comites ed eletti all’estero al Parlamento. Ora, dato il taglio degli eletti all’estero da 18 a 12, è necessario che la rappresentanza delle comunità venga ridefinita. La costituente bicamerale, in questa settimana, potrà completare il mosaico istituzionale”. E secondo quanto spiegato da Schiavone, per il Cgie sarà importante, in questo processo di riforma, “mantenere i tre livelli di rappresentanza, tenendo conto delle politiche del Sistema Paese, per cui gli italiani nel mondo sono una parte fondamentali”. “Qualunque riforma – ha aggiunto – non può prescindere dalle trasformazioni che si stanno evidenziando. Il Cgie, da oltre 10 anni, auspica l’istituzione di un consiglio Generale degli Europei all’Estero e una commissione di monitoraggio su questi. La maggior parte degli iscritti all’AIRE stanno in Ue, ma è necessario porre attenzione a quelli extracomunitari. C’è un crescente numero di nuovi expat che richiedono risposte, ed è fondamentale codificare soluzioni di riforma, lasciando un’intelligente flessibilità di compito agli organismi di rappresentanza. Le riforme sono importanti – ha concluso Schiavone -, e dovrebbero spingere il pensiero della costituzione della cosiddetta 21esima regione italiana, e sarebbe opportuno ripensare la rappresentanza anche guardando al futuro, e dunque all’uso delle nuove tecnologie, che possono facilitare la partecipazione di tutta la comunità, che siamo chiamati a tenere insieme la comunità italiana”.

“Quello che il Pd sta facendo – ha detto Fassino prendendo parola – è cercare di fare in modo che si superi quello che per un lungo periodo abbiamo vissuto: ossia limare la differenza di trattamento tra i cittadini italiani in Italia e quelli residenti all’Estero, compresi i discendenti. In questi anni ne abbiamo parlato, e siamo riusciti a rimediare ad alcune clamorose contraddizioni. Come l’accesso al Superbonus 110% per la ristrutturazione degli immobili, per esempio, che è una questione importante. Così come per il reddito di emergenza, per il quale abbiamo lavorato perché si estenda a tutti. E poi ci siamo battuti per una serie di stanziamenti, per affrontare la pandemia, come i 12 mln per cittadini non abbienti o i 6 mln per i transfrontalieri che non hanno copertura. Questo sono solo i primi provvedimenti, ma vogliamo lavorare ancora – ha assicurato il Presidente della Commissione Estero della Camera – perché i cittadini all’estero siano in una condizione di parità, parità di dignità, di opportunità e di diritti”.

Un secondo punto importante rimarcato da Fassino nel suo intervento è la trasformazione delle comunità italiane nel panorama attuale. Una trasformazione coincisa con il “cambiamento della migrazione italiana negli ultimi anni. Oggi i flussi sono più complessi – ha evidenziato Fassino -, sempre economici, ma ci sono anche flussi più temporanei o più parziali: come quelli di studenti, ricercatori, docenti o managers. Le nostre comunità si sono articolate con un profilo sociale e culturale nuovo. E quindi le politiche di rappresentanza devono adeguarsi a questa novità. Vanno in questa direzione i processi di riforma che il Cgie ha pensato, e in questa direzione andrà la Commissione Bicamerale per gli italiani nel mondo, che mercoledì ha visto il testo approvato unanimemente in Commissione. Adesso il testo deve passare alla camera. Personalmente ho scritto al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e ai Capigruppo di considerarla come una priorità, in modo di cercare di completare l’iter in maniere celere. Ed è molto importante che abbia un consenso unanime, bipartisan, e che sia sostenuta da tutti. Perché queste sono decisione che vanno al di là dall’orientamento di un Governo. Come ritengo importante che il 50& della futura bicamerale sia composta da parlamentari nazionali, perché di italiani nel mondo se ne de occupare il parlamento nella sua interezza, non solo gli eletti all’estero”.

Per quanto riguarda il tema della riduzione dei parlamentari all’estero, che si verificherà nella prossima legislatura, secondo Fassino merita una riflessione profonda e di discussioni capaci di far “capire come e se riformare il modo di rappresentanza”. “Ne discuteremo insieme – ha concluso -, cercando la soluzione migliore”.

Sono poi intervenuti diversi esponenti del Cgie, il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali, e due degli eletti all’estero, Fucsia Fitzgerald Nissoli e Massimo Ungaro. La prima di questi ultimi ha esortato il Cgie a “lavorare insieme, in sinergia”, perché “si è a un punto di svolta nella rappresentanza e siamo chiamati a fare riforme per dare nuovo impulso a Comites e Cgie”. Sulle riforme, inoltre, ha prima lodato la Bicamerale, poi si è anche augurata che si lavori a una riforma serie del “voto all’estero, in modo da renderlo sicuro”.

Anche per Massimo Ungaro la bicamerale è “un bel messaggio. Una risposta adeguata alla riduzione dei parlamentari”, in modo da poter creare “un foro che ci permetta di lavorare insieme in una maniera più organizzata ed efficiente”. Infine, ha anche evidenziato la sua contrarietà “all’inversione di opzione, che massacrerebbe la partecipazione elettorale all’estero. E non concordo nemmeno con il concetto di collegio unico per il mondo”. Infine, si è detto contento delle riforme di Comites e Cgie, che “spingono verso l’allargamento della partecipazione.”

Per Fernando Marzo, consigliere Cgie del Belgio, il “rinnovo dei Comites è urgente”, e si è augurato che non si trovino “scuse per ritardi, perché le riforme sono impellenti”. Anche per la consigliera Silvana Mangione, collegata dagli Stati Uniti, si auspica un rafforzamento dei Comites, che possa diventare “un’antenna del Sistema Paese, cosa fondamentale per l’economia italiana e per le comunità”. Ma soprattutto, alla luce del taglio dei parlamentari, si è augurata un rafforzamento del ruolo del Cgie e la cancellazione della legge che non permette ai residenti all’estero di candidarsi nelle circoscrizioni estere.

Andrea Mantione, consigliere dei Paesi Bassi, ha invocato un trattamento identico agli “italiani dentro i patri confini”. Mentre Maria Chiara Prodi, Cgie Francia, ha chiesto un rinnovamento e una riforma della comunicazione: “servono comunicazioni efficaci, che permettano di raggiungere il corpo elettorale sia attivo che passivo, anche solo per educazione civica”. E per fare questo, secondo lei, “un aiuto da parte del MAECI e del Parlamento è fondamentale”. Inoltre ha auspicato anche che le sedi diplomatico-consolari possano dare “spazio alle nostre rappresentanze e alle associazioni”, poiché “c’è la necessità di raggiungere tutta la popolazione”.

Altri aspetti assai dibattuti durante gli interventi dei consiglieri sono stati il voto elettronico, che secondo la Consigliera Prodi “è un tema troppo importante perché il Cgie non venga chiamato in causa”, è la riduzione dei parlamentari e la futura distribuzione dei parlamentari eletti all’estero, di cui hanno parlato sia Manfredi Nulli, Cgie Regno Uniti, che Riccardo Pinna, dal Sud Africa, che ha spiegato come in Africa “non avremo mai più neanche la speranza di un rappresentante nel parlamento, e abbiamo un solo consigliere al Cgie. Tutto questo va assolutamente rivisto”.

È importato dare rappresentanza alla nuova espressione della migrazione italiana, invece, per Rodolfo Ricci, Vicesegretario Generale del Cgie. “È uno degli obiettivi che dovremmo avere, perché nel giro di alcuni anni ci troveremo a 8 mln, e cioè il 15% del paese. Come si fa a dire che i 12 parlamentari eletti all’estero sia adeguata?”, si è chiesto. Il rischio, anche secondo Francesco Papandrea, Cgie Australia, il problema restano i parlamentari all’estero: “il pericolo è quello di non garantire la rappresentanza alle 4 ripartizioni del mondo”.

Nello Gargiulo, Cgie Venezuela, ha spiegato che secondo lui le riforme “si devono misurare con la qualità della politica, cosa che anche gli elettori all’estero hanno chiesto con l’ultimo risultato del referendum italiano, dove il taglio dei parlamentari ha stravinto”.

Infine, prima dell’intervento conclusivo del Sottosegretario Merlo, è intervenuto il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero, Luigi Maria Vignali, che ha spiegato come per “la rappresentanza vi è una fortissima connotazione politica”. E dunque come lui, da funzionario, non possa “entrare nei temi della divisione delle circoscrizioni”. Sulla riforma del Cgie e Comites, invece, ha riferito di aver “chiesto un tavolo di confronto da un anno a questa parte con il Cgie”. E si è detto “disponibile a lavorare e a confrontarmi” con il consiglio, “ma non posso accettare un lavoro a scatola chiusa”, ha chiarito. (lu. matteuzzi\aise) 

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/rapprsentanza-e-italiani-allestero-focus-del-cgie/152190/160

Merlo: “urgente la riforma di Comites e Cgie”

La ha definita “urgente” la riforma dei Comites e del Cgie, il Sottosegretario agli Affari Esteri con delega per gli Italiani nel Mondo, Ricardo Merlo, ospite questo pomeriggio del dibattito organizzato dal Consiglio Generale per gli Italiani all’Estero – Cgie, riguardo la “Presenza degli italiani all’estero nelle istituzioni nazionali: rappresentanza italiana al giro di boa, è giunto il tempo delle riforme”.

L’esponente dell’esecutivo, che ha chiuso il dibattito prima con un intervento e poi con un dialogo con il Segretario Generale del Cgie, Michele Schiavone, si è dunque voluto concentrare sui “tempi politici” per le riforme del sistema elettorale e anche delle rappresentanze italiane all’estero. Ma prima è partito “dal referendum: per noi è stato un doppio messaggio – ha detto Merlo -. Da un lato il Parlamento, che ha votato a favore della diminuzione dei parlamentari, anche quelli all’estero, quasi all’unanimità. E dall’altro, il risultato delle urne all’estero”. Questo a comporta che, viste le conseguenze, “faremo fatica a rappresentare 6 mln di italiani nel mondo”.

Ma sul tavolo della discussione, il Sottosegretario ha portato due questioni principali, una urgente e l’altra meno urgente. Per quanto riguarda la seconda, ha ribadito l’utilità di “avere una bozza di proposta del Cgie sulle riforme del voto all’estero”. Ossia ha chiesto al Consiglio nella sua interezza “quale sia la sua indicazione per la legge elettorale”. Non la definisce urgente poiché, per tempi politici e per questioni legate alla pandemia di cui il parlamento si sta occupando, “non sarà fatta adesso, ma a ridosso delle elezioni”. “Intanto, però, il Cgie potrebbe avanzare proposte unitarie, in modo da presentarle a tempo debito”, ha detto.

Per quanto riguarda la questione urgente, invece, ossia la riforma di Comites e del Cgie, ha parlato ancora di tempi politici: “oggi la politica italiana è occupata con la questione del virus. Ma c’è bisogno di confronto e di unione con il Cgie per portare in parlamento queste due proposte di riforma. È Importante cercare una sintesi della proposta del Cgie. E portarla in parlamento con gli eletti all’estero nel tempo più breve possibile – ha sottolineato ancora Merlo -. Se abbiamo una speranza di andare al voto con le legge elettorale riformata è decisivo farlo immediatamente per iniziare a discuterne da subito. Non c’è molto tempo e dobbiamo iniziarne a discuterne entro gennaio”.

A conclusione, ha ripreso parola Schiavone: “noi confidiamo e appoggiamo il tuo lavoro, ma dobbiamo capire se c’è la volontà politica di sostenere le nostre proposte sulla rappresentanza strutturale e proporzionata”. L’esponente governativo, prima di congedarsi, ha ribadito la sua volontà e l’urgenza della riforma, che va fatta “subito”. (lu. matteuzzi\aise) 

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/merlo-urgente-la-riforma-di-comites-e-cgie/152192/160

Investire sugli italiani all’estero per farli tornare

“È nostro dovere costruire le condizioni per garantire ai connazionali all’estero la possibilità di tornare in Italia nel medio periodo”. Così il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che questa mattina si è collegato in videoconferenza con la Fondazione Migrantes per la presentazione del 15° Rapporto Italiani nel Mondo. Un lavoro, ha detto il premier, importantissimo, che da anni è la “bussola” per quanti vogliano analizzare e studiare la mobilità italiana.

“Assistiamo a flussi di emigrazione dall’Italia verso l’estero ed è ancora oggi fondamentale per il governo riflettere sulle motivazioni che ancora spingono tanti italiani, giovani e meno giovani, a scegliere la via dell’espatrio”, ha detto il Premier, che ha definito il Rim “una sorta di vocabolario per tradurre le cifre della mobilità italiana in indirizzi politici da perseguire”.

La redazione che cura il rapporto, guidata da Delfina Licata, da 15 anni svolge “un lavoro certosino”, studiano il fenomeno migratorio “da tante prospettive”.

Della “storia della diaspora italiana”, Conte ha voluto citare i “casi di successo” che hanno visto e vedono protagonisti gli italiani all’estero e la loro capacità di “inserirsi e integrarsi nei Paesi di destinazione”.

In ogni viaggio all’estero, ha ricordato, “voglio incontrarli, se ce n’è la possibilità” e ovunque “riscontro che conservano con onore con orgoglio le loro tradizioni e il senso di una comune appartenenza”, perché “pur provenendo da tutte le regioni, all’estero si riscoprono prima di tutto italiani”. Certo non sono mancate “sofferenze, ingiustizie, a volte anche fallimenti”: la “dura esperienza migratoria ha contribuito anche a forgiare quell’italianità operosa e generosa che il resto del mondo ha imparato a guardare con ammirazione e rispetto”.

Oggi che “molti giovani ancora scelgono di partire per l’estero è nostro dovere costruire le condizioni per garantire a questi connazionali la possibilità di tornare in Italia nel medio periodo” così che l’Italia possa arricchirsi “del bagaglio di esperienze umane, professionali, culturali e linguistiche maturate fuori dal nostro Paese”.

Correttamente il Rim parla di “mobilità” invece che di “emigrazione”; “mobilità”, ha commentato il Premier, “racchiude l’idea di circolarità e abbraccia questa prospettiva del ritorno”.

“La nuova mobilità verso l’estero per motivi di studio o di lavoro è una strada che vorremmo non a senso unico, ma percorribile in entrambe le direzioni”, ha aggiunto. “In un momento così difficile come quello che stiamo vivendo, segnato dalla pandemia, l’Italia ha bisogno di chiamare a raccolta le proprie energie migliori e tra queste vi sono senz’altro quelle dei tanti giovani che sono in questo momento all’estero. A loro dobbiamo offrire delle opportunità, assistenza e servizi attraverso ambasciate e consolati, ma anche incentivi a rientrare nel nostro paese”. Il Governo “sta lavorando per prevedere nuove opportunità in questo senso, per aggregare i migliori talenti e sollecitare la collaborazione per il rilancio delle imprese nazionali, in particolare nel Mezzogiorno”.

Secondo Conte, quindi, in questa strategia “un ruolo molto importante può essere svolto senz’altro dalle nostre associazioni di connazionali, potenziali partner strategici nella promozione del Sistema Italia”. Una “risorsa indispensabile per la creazione di reti, di network, punti di riferimento per chi arriva e deve integrarsi in un Paese straniero”. Le associazioni di italiani nel mondo, ha aggiunto, “posso essere riferimenti indispensabili anche per le varie istituzioni e gli enti italiani, pubblici privati; per le grandi imprese italiane che hanno bisogno, specialmente in questo periodo, di interlocutori affidabili nei Paesi stranieri”.

L’associazionismo italiano all’estero “può vivere una nuova stagione di centralità, quale punto cruciale di legame di contatto tra l’Italia e gli italiani nel mondo”.

“Esempi virtuosi – ha detto ancora Conte – ci insegnano una lezione fondamentale: investire sugli italiani all’estero, accompagnarli nel loro percorso umano e professionale fuori dai confini italiani è il percorso migliore per incentivarne il rientro, facendo loro percepire la presenza di una rete italiana che sa guidarli e che lavora per favorirne il ritorno in patria”. Solo così “le diverse collettività italiane all’estero possono confermare il proprio enorme valore aggiunto”.

Citando lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo – “l’emigrazione è il cammino della civiltà” – Conte ha sostenuto che “tutte le grandi civiltà si sono formate attraverso le migrazioni”. Il merito più grande della Fondazione Migrantes è dunque quello di “tenere traccia, nel Rapporto, del cammino compiuto anche all’estero dal popolo italiano, nella costruzione dei valori fondanti della propria civiltà”.

Il premier ha quindi voluto “salutare tutti gli italiani che soggiornano, vivono e lavorano nei cinque continenti, i quali, anche in questi tempi molto difficili, non hanno mancato di farci sentire la loro vicinanza e di contribuire anche finanziariamente alla risposta pronta e decisa dell’Italia. A tutti loro, in particolare al Consiglio generale degli italiani all’estero, ai Comites e a tutti quanti operano per il bene dei nostri connazionali in altri paesi, e naturalmente alla Fondazione Migrantes, il mio più caloroso ringraziamento”. (m.c.\aise) 

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/investire-sugli-italiani-allestero-per-farli-tornare-/152012/160

Porta: dal Cile un messaggio di fiducia e speranza per il futuro della democrazia

Con una vittoria che va al di là delle migliori aspettative, il 78,2 per cento dei consensi, i cileni hanno dato il via al superamento della Costituzione di Pinochet del 1980, approvando la proposta di istituire una Assemblea Costituente paritaria (50% uomini, 50% donne) incaricata di riscrivere una nuova Costituzione.

Altrettanto schiacciante (79%) la scelta di una assemblea composta totalmente da costituenti eletti da una prossima elezione prevista per il mese di aprile (e non da un organismo composto per la meta da una delegazione degli attuali parlamentari).

Una strada indicata da gran parte delle forze politiche democratiche cilene ma fortemente voluta da quelle progressiste e segnata da una forte partecipazione (nonostante le preoccupazioni causate dalla pandemia) e in maniera particolare da una grandissima mobilitazione degli elettori più giovani.

In un momento storico segnato da una crisi diffusa delle democrazie occidentali, il plebiscito cileno costituisce un segnale chiaro e importante di fiducia e speranza nella forza della democrazia e nella sua capacita di autorigenerazione.

San Paolo, 26 ottobre 2020 

Ufficio Stampa On. Fabio Porta 

Il Consolato, amico o nemico?

In occasione dello scorso referendum all’estero, 15 settembre, sono apparsi nei social network molti post di critica degli uffici consolari, specialmente nei riguardi del Consolato Generale di Buenos Aires. In generale gli italiani si lamentavano di com’erano stati trattati nell’ufficio quando vi si erano diretti per chiedere una copia del plico. Alcuni definivano l’esperienza di andare al Consolato raccapricciante. Per altri “una volta superata la barriera degli addetti alla sorveglianza gli impiegati sono cortesi”. Il loro pensiero in sintesi era “Considerato il modo in cui trattano non si può dire che il Consolato sia amico” .

Il problema è che, nonostante abbiamo 4  rappresentanti nel Parlamento italiano, non siamo mai stati tanto orfani. Ci hanno concesso i parlamentari e hanno lentamente ridotto i fondi per gli italiani all’estero. Misura che si è tradotta in meno impiegati, a discapito dell’efficienza e la cordialità, e meno denaro per l’assistenza.

C’è anche da evidenziare che a parte il loro numero esiguo a fronte di quello molto grande degli utenti, gli impiegati si dividono in ministeriali e contrattisti. Alcuni di quelli ministeriali, sono in età quasi pensionabile e non conservano più l’entusiasmo e la carica delle persone giovani.

Eccezioni ce ne sono, ma sono appunto eccezioni, comunque tutti abbiamo incontrato a volte dipendenti consolari attenti e competenti il personale locale, giovane, culturalmente molto preparato, di fatto molti impiegati sono plurilaureati, non riceve però i corsi di formazione professionale necessari per un rendimento ottimale e fa quello che può. In breve, a parte il decisivo problema della mancanza di dipendenti, quello che farebbe la differenza tra l giorno e la notte, i Consolati sono un’altra espressione del sistema gerontocratico e maschilista che contraddistingue la politica e la burocrazia italiane e per sperare che funziono meglio non ci resta che attendere un cambiamento della società italiana nel suo insieme.

Edda Cinarelli

Novità per le domande di naturalizzazione

“Come avevamo più volte denunciato, i decreti sicurezza emanati dall’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avevano introdotto norme più severe e restrittive per le cittadinanze per residenza e matrimonio, nel quadro di una più generale politica migratoria dominata dalla chiusura e dalla paura. A farne le spese sono stati così anche gli italiani all’estero: il tempo massimo per la conclusione delle pratiche di cittadinanza per residenza e matrimonio era stato elevato da due a quattro anni, mentre l’introduzione della certificazione B1 di italiano per le naturalizzazioni per matrimonio (al momento della presentazione della domanda e non alla sua definizione) ha causato forti perplessità nelle comunità italiane nel mondo”. A parlarne è stato il coordinatore del Pd per l’America Meridionale, Fabio Porta.

“Più in generale – ha aggiunto in una nota l’esponente Dem -, l’atteggiamento del governo e le restrizioni imposte dai “decreti Salvini” avevano contribuito al moltiplicarsi di episodi di ostruzionismo e ostilità rivolti agli italo-discendenti che si recavano in Italia per la presentazione della loro domanda di cittadinanza, possibilità prevista da una apposita circolare del Ministero dell’Interno”.

Con il “superamento dei “decreti sicurezza”” delle scorse settimane fortemente voluto dal Partito Democratico, dunque, “è iniziata una graduale azione di modifica di quelle distorsioni: il limite massimo per la definizione delle pratiche di cittadinanza per residenza e matrimonio è sceso da quattro a tre anni (e speriamo possa tornare ai due anni), mentre è stata introdotta la possibilità di lavorare in Italia anche per i cittadini con “permesso di soggiorno per cittadinanza””.

“Si tratta – ha evidenziato ancora Porta – di due passi significativi, soprattutto perché indicano una inversione di rotta rispetto al precedente atteggiamento di chiusura determinato dai “decreti Salvini”, determinando un cambiamento di atteggiamento da parte delle autorità italiane rispetto alla necessaria apertura e lungimiranza delle politiche migratorie”.

Proprio su questi argomenti, Porta ha anche incontrato per un nuovo colloquio il Vice Ministro dell’Interno, Matteo Mauri, al quale ha esposto e aggiornato i dati e le preoccupazioni attinenti alle domande di cittadinanza presentate dai cittadini italiani, provenienti in gran parte dal Sudamerica. (aise) 

Fonte https://www.aise.it/politica/porta-pd-novit%C3%A0-per-le-domande-di-cittadinanza-/151653/157

Tutto pronto per la XX Settimana della Lingua Italiana

Come annunciato ufficialmente nei giorni scorsi da Roberto Vellano, direttore centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana presso la Direzione Generale Sistema Paese della Farnesina, si aprirà lunedì, 19 ottobre, la XX edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. L’iniziativa, che proseguirà sino al 25 ottobre, sarà presentata lunedì stesso con un evento on line a cui prenderà parte il vice ministro Sereni.

La Settimana della Lingua italiana nel mondo è un appuntamento che si tiene dal 2001 ogni anno nella terza settimana di ottobre. Organizzata dal Ministero degli Affari Esteri attraverso la rete diplomatico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura, in collaborazione con MiBACTMIUR e i principali partner della promozione linguistica in Italia ovvero Accademia della Crusca e Società Dante Alighieri, con la partecipazione del Governo della Confederazione elvetica, la Settimana è divenuta nel tempo una delle più importanti iniziative dedicate alla celebrazione della lingua italiana nel mondo. Sin dalla sua istituzione, questo appuntamento ha ricevuto annualmente l’Alto Patronato da parte della Presidenza della Repubblica.

Ogni Settimana è dedicata a un tema diverso, che serve da filo conduttore per un ricco programma di conferenze, mostre e incontri. La scorsa edizione, dal titolo “L’Italiano sul palcoscenico”, ha dato vita a un ampio ventaglio di eventi (circa 900 in oltre 100 paesi) dedicati alla musica, alla canzone popolare, al teatro, alla drammaturgia e al melodramma. Nelle precedenti edizioni la Settimana si era concentrata sui legami con la creatività, con un’attenzione particolare alle industrie culturali quali la musica (2015), il design e la moda (2016), il cinema (2017).

L’edizione 2018 ha invece esplorato i rapporti tra la lingua e la rete, nella sua accezione sia fisica sia digitale.
L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti” è il tema scelto dall’Accademia della Crusca per questa edizione: gli eventi e le attività previsti verteranno infatti su quelle forme espressive che valorizzano la lingua italiana attraverso l’immagine, con un’enfasi particolare sul fumetto, la novella grafica e più in generale la filiera dell’editoria per l’infanzia e l’adolescenza.

Tra i partner istituzionali, il MIUR ha manifestato l’intenzione di coinvolgere le Università e le istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), mentre il MiBACT metterà a disposizione le competenze della propria Direzione Generale Biblioteche. Anche il Centro per il libro e la lettura (CePeLL) del MiBACT parteciperà all’edizione del 2020, con una serie di attività online sul tema dell’Italia come “vocabolario”: illustratori e graphic novelist rappresenteranno graficamente una o più parole congeniali alla loro visione d’arte; ne realizzeranno poi un filmato che sarà messo a disposizione del Centro e degli Istituti di Cultura interessati. La Settimana sarà infine all’interno del programma del “Maggio dei Libri” del Centro.

L’Accademia della Crusca curerà come di consueto una raccolta di saggi sul tema della manifestazione.
La partecipazione della Confederazione Elvetica vedrà le sue rappresentanze diplomatiche collaborare con le nostre Sedi all’organizzazione di eventi e attività.

Lucca Comics inoltre ricomprenderà tra le iniziative della Settimana il concorso per giovani talenti del fumetto, da loro organizzato annualmente.

Una campagna di informazione è già in onda grazie a Rai Italia e on line sui siti Istituzionali coinvolti e sui social. (aise)

https://www.aise.it/primo-piano/tutto-pronto-per-la-xx-settimana-della-lingua-/151513/160

Così fan tutti? No, così Fantetti

Credo che ben pochi italiani conoscessero finora l’esistenza di un senatore Raffaele Fantetti, eletto col voto degli italiani residenti in Europa nelle fila di Forza Italia. Ora che tutti si stanno rendendo conto dell’esistenza del Fantetti a seguito del suo salto della quaglia che l’ ha portato ad appoggiare la maggioranza più dannosa della storia per gli italiani all’estero, scommetto che Fantetti diverrà un bel esempio d’ossimoro, secondo il dizionario: “Figura retorica consistente nell’accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono concetti contrari.”

Ossimoro perché Fantetti afferma che per difendere gli italiani all’estero si passa al MAIE del Sottosegretario Merlo, che paradossalmente non ha presentato nessun atto in questa legislatura, e che forma parte della maggioranza del governo di sinistra col PD del IUS SOLI, con Iv artefice della Sanatoria dei Clandestini e col M5S che vuole limitare il IUS SANGUINIS a una generazione!!!

Personalmente non ricordo un governo più nocivo per i 6 milioni di cittadini italiani all’estero e gli 80 milioni d’oriundi nel mondo, che in paesi come gli Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile, Venezuela, Uruguay o Argentina, costituiscono una risorsa fondamentale per la ripresa post-COVID in un paese con decrescita di natalità record storico.

Questi 80 milioni d’oriundi italiani nel mondo vanno in vacanze in Italia, pensano come italiani, inviano i loro figli a scuole italiane, amano la cultura, la TV, i film, il calcio, il cibo, tutti i prodotti del Made in Italy, appoggiati per un sistema camerale all’estero unico nel mondo. Tutti vantaggi economici, quasi nessun costo!!! Nonostante questo governo, adesso coll’aiuto di Fantetti, privilegia i clandestini!!!

La maggioranza, a rischio al Senato proprio alla vigilia delle importanti votazioni sulla Nadef, la nota di aggiornamento del DEF e dello scostamento di bilancio, ha urgente bisogno di aiutini. Ed ecco accorrere il buon Fantetti che riesce in un colpo a tradire contemporaneamente Forza Italia, la Lega e Fratelli d’Italia.

Sia ben chiaro che nessuno dei 60 milioni di italiani ha il benché minimo sospetto che il Fantetti lo abbia fatto per tornaconto personale, perché gli è stato offerto (o dato) chissà cosa. No, no. Fantetti è sicuramente un idealista folgorato sulla via di Damasco dall’apparizione di Giuseppi Conte. Tant’è vero che si è affrettato a dichiarare di avere tradito i 14.000 elettori di centrodestra che lo hanno votato esclusivamente per il loro bene.

Sono sicuro che non solo questi 14.000, ma tutti gli elettori di centrodestra, stanno esultando e non vedono l’ora di incontrarlo per ringraziarlo adeguatamente di persona. Sempre ammesso che abbia il coraggio di mostrarsi in giro.

E pensare che criticò Razzi quando questi disse: “Io penso ai ca..i miei”.

Marcelo Bomrad
Coordinatore Nazionale Lega nel Mondo in Argentina, Lega
Salvini Premier

 

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