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November 2018

“El abrazo” di Alejandro Marmo esposto nell’aeroporto di Fiumicino

Una creazione dell’artista argentino Alejandro Marmo sarà esposta nell’aeroporto romano di Fiumicino. “El abrazo”, significativo è il messaggio dell’opera. La sua collocazione, nel Terminal 3, è difatti simbolica. Come sottolineato all’agenzia Telam dall’ambasciatore argentino in Italia, Tomás Ferrari, sarà situata nel punto di transito dei sudamericani in arrivo a Roma, nel continente europeo, “e ci ricorda l’obbligo che tutti abbiamo nella costruzione di ponti tra un lato e l’altro dell’Oceano”. Com’è stata la storia che ha unito e deve unire Italia e Argentina. Per questo, aggiunge il capo della missione diplomatica argentina, le opere di Marmo “hanno il valore aggiunto di dare stimolo a ogni tipo di iniziativa di integrazione e recupero dei valori”.

Per Marmo non è la prima volta artistica in Italia. Con i suoi “Cristo obrero” e “Virgen de Luján” è stato il primo creatore argentino a esporre nei Musei vaticani, peraltro alla presenza di papa Francesco, che ha avuto occasione di sottolineare che “l’arte non deve scartare, mettere da parte niente e nessuno” portando lo stesso Alejandro Marmo come “esempio” di “contrasto alla cultura del rifiuto”. L’artista argentino, difatti, usa come base delle sue opere materiale di scarto ferroviario e industriale. ‘Scarti’ che diventano opere d’arte.

Tra le varie creazioni di Marmo, la gigantografia di Eva Perón sulla facciata del ministero argentino della Salute e Sviluppo sociale e l’opera dedicata al dialogo interreligioso, la cui ‘miniatura’ è stata poi portata in dono da Mauricio Macri nel 2016 al pontefice. E proprio il giorno del compleanno di papa Francesco, il 17 dicembre, “El abrazo” sarà inaugurato a Fiumicino, in omaggio all’amicizia che c’è tra i due già dai tempi in cui Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires. (pubblicato da gauchonews.it il 24.11.2018)

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Buenos Aires e La Plata candidate a Patrimonio UNESCO dell’Umanità

Nell’ambito delle attivita’ di preservazione e valorizzazione del patrimonio culturale nazionale avviate dalla Presidenza Macri, il Segretario per la Cultura della Presidenza della Nazione, Pablo Avelluto, ha presieduto la cerimonia di presentazione del progetto “Dos Capitales” volto a formalizzare la candidatura in ambito UNESCO a bene patrimonio comune dell’umanita’ delle citta’ di Buenos Aires e La Plata.

A testimonianza di come questa iniziativa sia stata frutto di un lavoro condiviso e di un dialogo costante a livello nazionale e provinciale, erano presenti anche la Presidente della Commissione Nazionale Beni Culturali dell’Argentina, Teresa Anchorena, il Segretario Generale della Provincia di Buenos Aires, Fabian Perechodnik, e il Ministro per la Cultura della Capitale Federale, Enrique Avogadro.

Nel suo intervento, il Segretario Avelluto ha sottolineato come l’iniziativa sia stata fortemente sostenuta dal Presidente Macri e come rappresenti un cambio di passo nella gestione del patrimonio immobile statale, soprattutto in termini di valorizzazione e preservazione. In effetti, ha proseguito, e’ la prima volta che l’Argentina segnala al Comitato del Patrimonio Mondiale-UNESCO nella sua “tentative list” un bene materiale. Si tratta di un progetto unico nel suo genere, ha proseguito il Segretario di Stato, perche’ non identifica (come invece accaduto per gli 11 siti argentini gia’ iscritti nel patrimonio UNESCO) un luogo specifico ma un “arcipelago di 140 edifici” in due distinte citta’ realizzati tra il 1890 e il 1920. Un percorso tematico artistico-urbano composto da edifici, piazze, e parchi realizzati grazie al genio di architetti e artisti appartenenti alla prima ondata migratoria che interesso’ questo Paese, provenienti soprattutto dall’Italia (tra cui Francesco Pellizzari, Francesco Tamburini e Giovanni Buschiazzo), che seppero tradurre – con un’architettura eclettica fondata su elementi di stampo europeo – il periodo di massimo splendore culturale ed economico dell’Argentina. Tra i beni presentati vi sono anche alcuni edifici legati alla storia e allo sviluppo della collettivita’ italiana in Argentina tra cui l’attuale sede dell’Associazione italiana “Unione e Benevolenza” e la storica sede dell'”Unione Sindacale e Operaia” di Buenos Aires.

Secondo queste Autorita’, il progetto si prefigge un duplice scopo. Da un lato, dare visibilita’ internazionale all’Argentina e a due delle sue citta’ principali per attirare maggiori flussi turistici e creare nuovi posti di lavoro incentrati sul settore della conservazione e del restauro del patrimonio artistico e culturale nazionale. Su questo, Avelluto ha tenuto a ricordare l’importante ruolo svolto dalla cooperazione accademica e tecnica con l’Italia che consenti’ tra le altre attivita’ – di inaugurare nel 1997 il primo corso di laurea in Argentina in tecniche di restauro organizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma presso l’Universita’ Torcuato Di Tella di Buenos Aires.

Dall’altro, il progetto “Dos Capitales” offre la possibilita’ di stimolare una coscienza civica all’interno della popolazione sull’importanza del ricordo, della memoria e della conservazione dei moniti della propria storia soprattutto nelle fasce piu’ giovani. In tale contesto, la Presidente della Commissione Nazionale dei Beni Culturali, Teresa Anchorena, ha sottolineato l’importanza del progetto avviato con l’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, “La Scuola Adotta un Monumento”, teso ad avvicinare studenti delle scuole italo-argentine al patrimonio artistico e culturale di matrice italiana di Buenos Aires e delle altre province argentine.

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Accademia Nazionale Hockey Argentina

Domenica 25 novembre, presso il Club Vilo di Vicente Lopez a Buenos Aires, ha preso avvio l’Accademia Nazionale Hockey Argentina, progetto organizzato dalla Federazione Italiana Hockey con il fine di creare un vincolo, attraverso lo sport, tra Italia e Argentina.

L’Accademia Nazionale di Hockey è un’iniziativa avviata in Italia dalla Federazione Italiana Hockey da settembre 2017 con la realizzazione di cinque accademie territoriali (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sardegna e Sicilia).

La Federazione ha deciso di replicare la stessa metodologia a Buenos Aires, attivando l’Accademia Nazionale di Hockey in Argentina, che ha la finalità di avvicinare giovani atlete e atleti italo argentini allo sport italiano in generale e all’hockey in particolare. Questa sarà la sesta Accademia Nazionale di Hockey realizzata dalla F.I.H. e la prima fuori dall’Italia.

Il progetto è patrocinato dal Consolato Generale D’Italia a Buenos Aires, con il supporto del Console Generale Riccardo Smimmo, il Console Gianluca Guerriero ed il Dirigente Scolastico Prof. Giampiero Finocchiaro e vede la collaborazione di partner importanti come il Club Vilo, il cui Presidente Marcelo Longhi ha ospitato l’evento, La Victoria ONG e Il Circolo Italiano Argentino Raices Sardas.

L’Accademia Argentina coinvolge i giovani dai 14 ai 17 anni, attraverso lo svolgimento periodico di incontri di allenamento chiamati “Giornate dell’Accademia”. Il progetto, dunque, non sostituisce, ma anzi rafforza, la regolare attività sportiva ed hockeistica che i ragazzi e le ragazze già svolgono nei loro club di appartenenza e nelle scuole.

L’Accademia Argentina, per il momento, si rivolge agli studenti delle quattro scuole italiane paritarie presenti a Buenos Aires (la Cristoforo Colombo, il Centro Culturale Italiano di Olivos, la Edmondo De Amicis e l’Alessandro Manzoni). Questi istituti, infatti, offrono già ai loro alunni un percorso educativo che, un domani, consentirà loro di inserirsi facilmente nell’ambito scolastico italiano o trasferirsi in Italia per brevi o lunghi periodi, per motivi lavorativi o culturali. Grazie alla sinergia tra l’Accademia e le scuole italiane, queste ultime potranno mettere a disposizione dei propri ragazzi anche un’ulteriore opportunità per consentire loro di svolgere in futuro un’esperienza in Italia in ambito sportivo. Attivando un percorso sportivo parallelo a quello educativo, si permetterà ai giovani di poter, un domani, partecipare ai campionati italiani.

Domenica 25 novembre, ospitati dentro la cornice del bellissimo Club Vilo, Andrea Pedemonte, Area Manager dell’Accademia Nazionale Hockey Argentina e referente della F.I.H. nel paese sudamericano, ha presentato il progetto ad un gruppo di circa 50 persone composto da insegnanti, familiari e oltre 30 giovani atlete dai 10 ai 17 anni e mostrato la proiezione del video di saluti da parte del Presidente della Federazione Italiana Hockey, Sergio Mignardi che ha voluto sottolineare l’importanza del progetto e la valorizzazione degli italiani all’estero.

Ha poi preso la parola Pablo Olmos, presidente della ONG La Victoria, che si occupa di sport con finalitá sociali ed è l’unica associazione in Argentina affiliata alla F.I.H.. Grazie a loro, gli atleti avranno la possibilità di tesserarsi alla Federazione italiana.

Ci si è poi trasferiti sul campo da hockey per svolgere l’allenamento. Questo è stato diretto dagli allenatori Matias Luppani e Maria Eugenia Garraffo che, essendo stati entrambi giocatori sia della nazionale argentina che italiana, rappresentano simbolicamente l’unione dei due paesi attraverso lo sport. Mattia conta un’esperienza decennale sia come allenatore nei club sia come professore di hockey nelle scuole, Eugenia vanta una vasta esperienza in campo internazionale, culminata a luglio scorso con la parteciazione ai Mondiali di hockey di Londra con la nazionale italiana.

Termianata l’attività sportiva si è tornati nella sala allestita dove Pablo Pira, responsabile progetti del Circolo Italiano Argentino Raices Sardas di San Isidro ha annunciato il gemellaggio tra l’Accademia Argentina e il Comitato Sardegna della F.I.H. e l’Accademia sarda “Giampaolo Medda”.

Raices Sardas è un’associazione che si occupa di promuovere in Argentina la cultura sarda, in tutti i suoi aspetti. La sua presenza tra i promotori dell’iniziativa crea un profondo legame simbolico ed affettivo tra l’A.N.H. Argentina e la Sardegna. Da loro è nata la proposta di chiedere un gemellaggio con la Federazione e l’Accademia sarda al fine di attivare reciproci scambi ed esperienze in ambito sportivo, sociale e culturale e con l’obiettivo, un domani, di poter permettere ad una delegazione degli atleti dell’A.N.H. Argentina di andare a visitare i loro coetanei sardi e a questi di realizzare un viaggio sportivo in Argentina.

La giornata si è conclusa con un delizioso buffet offerto da Raices Sarda. Tra le varie pietanze i giovani atleti hanno potuto gustare per la prima volta il pane carasau. Dimostrazione di come, all’attività sportiva, possano unirsi progetti di diffusione della cultura e della tradizione dei due paesi.

Andrea Pedemonte

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Matera capitale europea della cultura 2019

La città di Matera sarà la capitale europea della cultura nel 2019, insieme a Plovdiv in Bulgaria.

Dopo Genova capitale europea della cultura nel 2004, Matera è la successiva città italiana ad ospitare la manifestazione. Il motto sarà Open future. La città è stata eletta capitale della cultura per i suoi celebri Sassi. Con questo nome si intendono due grandi quartieri che costituiscono, insieme alla “Civita” e al “Piano”, il centro storico della città di Matera. Il Sasso Barisano  è il più ricco di portali scolpiti e fregi che ne nascondono il cuore sotterraneo.

Il Sasso Caveoso, nel medioevo noto come Mons Caveosus (da cui probabilmente deriva il nome), è disposto proprio come la cavea di un teatro, con le case-grotte che scendono a gradoni. All’interno dei due Sassi vi sono poi vari quartieri, rioni e contrade dai nomi pittoreschi: u lammòrdu parav’su p’ndàf’cu mòlvu chianèddu casalnàv. A dividere le due valli sorge l’erta rupe della la Civita, che ospita la bellissima Cattedrale romanica. Ai piedi della Civita e al margine superiore dei Sassi giace ilPiano, il centro storico post-medievale, oltre il quale si estende la Matera contemporanea.  I Sassi furono abitati fin dalla preistoria.

Carlo Levi  ne parla in Cristo si è fermato a Eboli , ai suoi tempi i Sassi erano molto popolati, De Gaspari  nel dopoguerra ne  favorisce lo sfollamento, per le cattive condizioni  igieniche della gente che ci viveva,  basti pensare che la mortalitàa infantile era 4 volte superiore alla media nazionale. Nel 1993l’UNESCO li dichiara Patrimonio Mondiale dell‘Umanità.

Nei que quartieri storici, abitati fin dalla preistoria, sono stati girati vari film come La Passione di Gesù Cristo di Mel Gibson, Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, Cristo si è fermato a Eboli di Francesco RosiBen-Hur di Timur Bekmambetov.

Edda Cinarelli

La Puglia è nominata per la seconda volta “la regione più bella del mondo”

Passano gli anni ma la storia non cambia : la Puglia è stata nominata, per la seconda volta, la regione “più bella del mondo”. Un traguardo eccezionale ed un motivo d’orgoglio per la Puglia, letteralmente invidiata dagli stranieri per il suo immenso patrimonio

Aggiudicarsi il premio “Best value travel destination in the world”non è cosa da poco! La Puglia si è fatta strada tra migliaia e migliaia di “competitors” sicuramente di ottimo livello ed è riuscita, per la seconda volta, a vincere il rinomato premio. Non hanno avuto alcun dubbio i tre colossi stranieri National Geographic, Lonely Planet e New York Timesnel ritenere la Puglia come la regione più bella del mondo.

Nel territorio pugliese si trovano i migliori esempi di architettura barocca, città affascinanti con storia millenaria, monumenti storici, siti archeologici greci e neolitici, le spiagge tra le più belle d’Italia, scogliere a picco sul mare, le grotte di Castellana, la splendida Polignano a Mare di Domenico Modugno, borghi stupendi e suggestivi come Ostuni e Locorotondo.

E come non citare i tre siti patrimonio dell’Unesco : Castel del Monte, i Trulli di Alberobello e il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo

La Puglia è tra i primissimi posti al mondo anche per la sua arte culinaria : la vasta gamma di prodotti e le tradizioni pugliesi rappresentano un’esplosione di sapori invidiata non solo all’estero ma anche in altre regioni italiane.

Quello della Puglia è un vero e proprio trionfo che migliora sensibilmente anche l’immagine dell’Italia agli occhi dei turisti, che ora saranno ancor più invogliati a visitare/provare le nostre intramontabili meraviglie.

Edda Cinarelli

Sanremo: musica e fiori, ma anche concorso felino

Sanremo è famosa nel mondo per il suo Festival della musica italiana, i fiori, l’olio e il centro storico. In Argentina la si conosce anche perchè in una città vicino a Oneglia è nato il padre di Belgrano, ma da alcuni anni  la bella città ligure richiama turisti anche per un concorso felino, a cui partecipano gatti proveniente da tutto il mondo così sabato 17 e domenica 18 al Palafitti, è tornata l’ “Esposizione mondiale felina”.

E’ uno splendido cucciolo di sette mesi  di Blu di di Russia – il suo nome è Bluewind – proveniente da un allevamento di Milano il Best supremo, il più bel gatto in assoluto dell’esposizione mondiale. Il micio dolcissimo e dagli occhi verde smeraldo è stato eletto tra  più di 300 gatti pluripremiati e provenienti anche dall’estero.

Un altro magnifico cucciolo, un siberiamo di appena 4 mesi, Tor, arrivato da un allevamento di Savona, è stato eletto come il più bel gatto della Liguria.  Tor è figlio del Best supremo del 2017. Il prestigiosissimo Master Ring è stato vinto da una splendida gatta, British Longhair, proveniente da Malta.

Simpatiche soddisfazioni per i loro padroni che sicuramente li amano moltissimo.

Edda Cinarelli

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No alla riduzione degli eletti all’estero

La proposta di ridurre da 18 a 12 i parlamentari eletti all’estero è “irricevibile”. L’ha confermato ieri pomeriggio in Senato il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, a capo di una delegazione composta da Rodolfo Ricci, Carlo Ciofi, Norberto Lombardi, Franco Dotolo e Rita Blasioli Costa. In audizione alla Commissione Affari Costituzionali – sede in cui è stato avviato l’esame del ddl per la riduzione del numero dei parlamentari da 945 a 600 (da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori) – Schiavone prima e Lombardi poi hanno ribadito che ridurre il numero degli eletti all’estero dai 18 attuali (12 alla Camera e 6 al Senato) a 12 (8 alla Camera, 4 al Senato) lederebbe la rappresentanza degli italiani all’estero.

Per di più in momento storico – ha ricordato Schiavone – in cui i residenti all’estero aumentano sempre di più. “La possibilità di discutere il ddl 214 in particolare su come cambia fli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione è per noi un’occasione anche per ricordare a questa commissione la genesi di questa nostra rappresentanza perché ogni qualvolta si parla di rappresentanza degli italiani all’estero” la prima reazione del Parlamento è “di ridurla oppure eliminarla del tutto”.

Ricordata la dichiarazione dei diritti dell’uomo e le norme costituzionali che garantiscono il diritto di voto ai cittadini italiani, a prescindere dalla residenza, Schiavone ha ricordato che la legge sul voto all’estero che istituì la circoscrizione intervenne sulla “effettività del voto” perchè i connazionali – prima del 2001 – potevano votare, certo, ma tornando in Italia.

“Per 52 anni, cioè dal 1948 al 2000” il principio dell’effettività “non è stato applicato agli italiani all’estero”.  La riduzione dei parlamentari proposta dalla maggioranza “è irricevibile per gli italiani all’estero nella forma proposta”, perché il numero dei 18 parlamentari “non è aritmetico, è un numero che noi intendiamo confermare nel pluralismo della rappresentanza. Auspichiamo che questi numeri – ovvero 12 parlamentari alla Camera e 6 al Senato – rimangano tali”. Schiavone ha poi parlato dei temporaneamente all’estero, che possono votare per corrispondenza, e del fatto che molti paesi europei, in questi anni, hanno guardato al sistema di rappresentanza in Italia come un esempio da seguire. Il segretario generale del Cgie ha quindi citato la direttiva del 4 luglio dell’Unione Europea che estende il diritto di votare in loco alle elezioni europee anche ai cittadini residenti in paese extra Ue.

“Nelle comunità italiane all’estero è andata crescendo la domanda di partecipazione diretta nella vita pubblica economica e sociale e culturale dell’Italia”, ha annotato Schiavone, “come forma concreta di appartenenza e dimostrazione di effettiva volontà di contribuire appieno alla vita del paese d’origine. Allo stesso tempo, è aumentata la comprensione dell’importanza della espressione del voto e della scelta diretta dei propri rappresentanti, elementi imprescindibili del concorso alla vita di una democrazia matura qual è quella italiano”.

C’è una nuova mobilità di “giovani scienziati, studiosi, manager e personale qualificato perfettamente al corrente della vita politica italiana e desiderosa di contribuire alla sua evoluzione”, ha concluso Schiavone. “L’esercizio del diritto di voto e la rappresentanza diretta costituiscono gli elementi fondamentali per la costruzione di relazioni solide e durature con le nuove migrazioni e le nuove generazioni”.

È quindi intervenuto Norberto Lombardi per ricordare ai senatori che nei lavori preparatori che portarono alla circoscrizione estero e alla sua inclusione nell’articolo 48 della Costituzione “il confronto si polarizzò su due livelli: il primo era dare effettività all’esercizio del diritto di voto degli italiani all’estero” che fino ad allor “era puramente nominale, non reale, visto che si trattava di attraversare oceani e frontiere per esercitarlo. Il secondo, che divenne poi prevalente, riguardò la “sterilizzazione” dei possibili effetti dirompenti che il voto avrebbe potuto provocare sia sugli esiti elettorali che sugli equilibri parlamentari”. Quest’ultimo punto, ha ricordato Lombardi, “fu quella maggiormente dibattuto, lo posso dire anche per testimonianza personale, tant’è che tutte le proposte di legge della 11°, 12° e 13° Legislatura – quando finalmente si approdò alla Riforma – prevedevano 20 deputati e 10 senatori. Dopo un faticoso compromesso si arrivo a 12 deputati e 8 senatori”, un compromesso “che ha determinato fin dal 2006, cioè fin dalla prima prova elettorale, uno squilibrio, un vulnus nel quoziente di rappresentanza sia rispetto agli elettori che rispetto alla popolazione dei residenti all’estero”.

Posto che “nella Costituzione c’è alcun elemento di distinzione in relazione alla residenza dei cittadini”, è tuttora vero che “per eleggere in Italia un rappresentante – in base ai criteri nel 2006 – ci volevano 50.698 cittadini mentre all’estero 150mila”. Ora, negli ultimi 12 anni, “mentre il corpo elettorale in Italia è rimasto sostanzialmente stazionario, anzi è diminuito dell’1%, gli italiani all’estero sono aumentati del 56%; basti pensare che fra le ultime elezioni e quelle precedenti del 2013 si sono aggiunti 700.000 elettori”. In base ai dati della Commissione “un deputato in Italia rappresenta grosso modo 96.000 abitanti, all’estero ne rappresenta 686.500. Stessi livelli per i senatori”.

Avviandosi alla conclusione, Lombardi ha ricordato che quando si discuteva di voto all’estero prima del 2001 “si concepiva l’effettività come la possibilità di partecipare, la possibilità di esercitare il voto. Adesso è diventata una possibilità di partecipare alla vita democratica del paese. Vi lascio immaginare quale sarebbe, tanto per fare un esempio, nella ripartizione Nord America che comprende Canada, Stati Uniti, Messico più un’altra decina di paesi del Centro America il rapporto con l’elettorato di un solo deputato e un solo senatore. Sarebbe un fatto puramente simbolico che vanificherebbe in sostanza la realtà del rapporto di partecipazione”.

Riprendendo una battuta del professor Clementi, intervenuto anche lui ieri in audizione, sul fatto che “dietro qualsiasi riforma di questa natura e più ancora di quella riguardante la legge elettorale ci deve essere anche un’idea di Paese”, Lombardi ha chiesto ai senatori “quale idea dell’Italia nel mondo voi avete? Perché da un po’ di tempo – e fra poco arriverà la finanziaria dove troverete queste linee tradotte in cifre – si sta perseguendo questa strategia di promozione integrata dell’Italia nel mondo fondata su tre assi: c’è la diplomazia economica, quello culturale e anche la rete delle comunità e delle nuove migrazioni”. Dunque, ha concluso Lombardi, davvero “si vuole dare un segnale di questo tipo, in controtendenza, cioè accentuando una marginalità che per la verità dura già da qualche anno, e lo stesso Cgie ne è un esempio poiché è visto ridurre la sua rappresentanza da 94 a 73 membri, per sei rappresentanti? Io voglio chiedere a chi può far gioco una cosa del genere?”. (AISE/23.11.2018)

Progetto l’Italiano in Campo

Il 21 novembre 2018, è stata presentata l’iniziativa “L’Italiano in campo” ideata da Andrea Pedemonte e organizzata dall Consolato generale d’Italia a Buenos Aires tramite il suo Ufficio scolastico. Gli alunni della Escuela n. 15 DE 19 “Evaristo Carriego” e i loro docenti di italiano prendono parte ad una giornata di sport il cui scopo è diffondere la lingua italiana attraverso pratiche partecipate e divertenti. Sede dell’evento di lancio il Club Atletico Nueva Chicago di Buenos Aires che ospita gratuitamente l’evento.

L’attività rientra tra le nuove iniziative di educazione informale che il Consolato generale sta portando avanti. Ciò al fine di rinnovare l’azione di diffusione della lingua italiana non più legata ai precedenti schemi di offerta formativa per i figli degli emigrati, quanto piuttosto come strategia inclusiva che stimoli i giovani studenti argentini ad avvicinarsi alla lingua del Belpaese.

Il programma della giornata prevede la presenza di circa 50 studenti che si divideranno in quattro squadre. A turno si cimenteranno in esercizi sportivi di calcio e hockey per eseguire i quali dovranno preliminarmente risolvere quesiti in lingua italiana per dimostrare conoscenza sia del lessico sportivo che di nozioni di cultura generale italiana. In tal modo, le squadre acquisiranno il proprio punteggio sia per le risposte ai quesiti in lingua italiana, sia per l’esecuzione degli esercizi ginnici previsti. “Non vi saranno vincitori né sconfitti in quanto la logica dell’iniziativa è partecipativa, in linea con lo spirito tipico della cooperazione italiana all’estero fondata sui valori della solidarietà e dell’inclusione” ha dichiarato il Console generale Riccardo Smimmo.

L’attività progettuale è stata resa possibile anzitutto dalla cooperazione del Consolato Generale con numerosi partner, primo fra tutti Andrea Pedemonte, referente in Argentina della Federazione italiana Hockey. Presente anche l’Associazione Dante Alighieri di Buenos Aires, nella persona della professoressa di italiano Monica Arreghini, che ha fatto da tramite con le scuole locali, aspetto che continuerà a gestire nel prossimo anno scolastico su indicazione del Consolato. L’iniziativa è patrocinata anche dal CONI, localmente guidato da Elio Squillari. Tra gli sponsor si segnala la presenza dell’Unione Calcio Sampdoria. Danno un contributo all’iniziativa anche l’Associazione “La Vittoria”, la Federazione italiana Hockey, il Patronato INCA di Buenos Aires, il Club sportivo italiano che ospiterà le attività progettuali nel prossimo anno scolastico, i quattro giovani volontari dell’Associazione AGISCO che effettuano in Argentina il servizio civile nazionale e l’Accademia sportiva italiana.

“Imparare senza avvertire la fatica dello studio – ha precisato il Dirigente dell’Ufficio scolastico consolare Giampiero Finocchiaro – è un modo per ricordare anzitutto agli adulti che l’apprendimento è curiosità e divertimento. I bambini lo fanno naturalmente, ma questa condizione si perde successivamente per i limiti di una offerta culturale che nei sistemi scolastici trova troppo spesso vincoli di impoverimento che spiegano la disaffezione dei giovani verso il mondo formale della scuola”.

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Sangregorio (USEI): “Tre emendamenti per gli italiani all’estero”

Tre emendamenti alla Legge di Bilancio sono stati presentati dall’onorevole Eugenio Sangregorio (Usei) e dagli onorevoli Maurizio Lupi, Alessandro Colucci e Renzo Tondo (Noi con l’Italia). “Le modifiche proposte – si legge in una nota – riguardano l’estensione della rete consolare, la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero e la creazione di un fondo in soccorso degli italiani all’estero che versano in stato di indigenza.”

In particolare Sangregorio – si legge in una nota del deputato eletto all’estero – propone di destinare per il 2019, 10 milioni di euro, per il potenziamento della rete consolare, di rifinanziare per il 2021, 50 milioni di euro, per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero.

Infine il terzo emendamento riguarda la creazione di un fondo annuale dal 2019, dotato di 10 milioni di euro, per interventi di sostegno agli italiani all’estero che vivono in condizione di povertà e non fruiscono dei trattamenti previdenziali o assistenziali erogati dall’Italia o dal Paese di residenza”. (red)

Mantova rende omaggio a Tiziano, a Palazzo Te il «segreto della visione» in 17 opere

La città ducale ospita, fino al 6 gennaio, una tappa importante di «Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra». Le iniziative parallele del Museo «Francesco Gonzaga» e della Diocesi.

Nel 1972 il grande pittore tedesco contemporaneo Gerhard Richter vide un quadro di Tiziano esposto su un cavalletto alla Biennale d’Arte a Venezia: il fascino dell’allestimento che ne richiamava lo studio del “rendere l’arte un’opera d’arte” accende in lui la voglia di costruire un dialogo con il pittore cinquecentesco, un’ispirazione che lo avrebbe accompagnato per molti anni. Oggi è Mantova a ospitare una tappa importante di questo incontro fra stili ed epoche, con “Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra”, a cura di Helmut Friedel, Marsel Grosso e Giovanni Iovane – allestita a Palazzo Te a Mantova dal 7 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019. La mostra, che i curatori definiscono “concisa e preziosa” è costruita attorno al tema dell’Annunciazione, partendo da due capolavori assoluti, l’Annunciazione di S. Rocco e quella conservata al Museo Nazionale di Capodimonte. I curatori hanno coinvolto Richter perché ne raccontasse il dialogo intimo e profondo, e ne è nato un percorso di 17 opere con le quali racconta una storia, tutta giocata sul segreto della visione. Al centro ci sono ascolto e visibile, una delicata riproposizione dell’apparizione, non rappresentativa ma allusiva. Con l’allestimento dell’architetto Piero Lissoni, le due Annunciazioni di Tiziano sono presentate con alcuni lavori preparatori, accompagnando l’incontro tra due artisti simbolo del proprio momento storico e culturale. Il tema dell’annunciazione e del femminile, che Richter rappresenta in modo molto intimo e personale, viene ripensato nella sua capacità di mediare “il cielo e la terra”.

L’evento di Palazzo Te ha ispirato anche altre istituzioni della città di Mantova: il Museo Diocesano “Francesco Gonzaga” ha deciso di presentare una raccolta delle Annunciazioni in prestito dalle collezioni della città, mentre la Diocesi di Mantova propone un percorso cittadino per ammirare le Annunciazioni delle principali chiese. Al Museo Diocesano la rassegna curata dal prof. Auguro Morari raccoglie 30 opere eterogenee custodite nel museo e accostante a preziosi pezzi da collezioni private, che abbracciano mille anni di storia dal nono al diciannovesimo secolo e raccontano l’Annunciazione attraverso miniature, sculture, dipinti, incisioni. Spicca il prezioso Messale Romano detto di Barbara di Brandeburgo che la Marchesa Malatesta Gonzaga ha commesso nel 1442. La mostra “Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra” è prodotta e realizzata dal Comune di Mantova, dalla Fondazione Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te, con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali, con il contributo della Fondazione Banca Agricola Mantovana e di Banca Monte dei Paschi di Siena, con il supporto degli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani. Informazioni e prenotazioni: tel. 041 2719013, www.fondazionepalazzote.it e www.vivaticket.it. Con il biglietto della mostra si ha diritto all’ingresso ridotto alle esposizioni: Marc Chagall. Come nella pittura così nella poesia a Palazzo della Ragione (www.chagallmantova.it), “Piena di Grazia. Annunciazioni dal IX al XIX secolo al Museo Diocesano Francesco Gonzaga” www.museofrancescogonzaga.it

Valeria Dalcore

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