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December 2019

Il presepe più antico del mondo si trova in Sicilia, a Siracusa

Neanche a dirlo, il più antico presepe del mondo si trova in Sicilia, a Siracusa ed è scolpito in un sarcofago in marmo risalente al IV secolo d.C. Il prezioso reperto si trova al museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa ed è conosciuto come Adelfia. Adelfia era la moglie del conte Valerio, sposa a cui il marito volle dedicare un’urna di marmo decorata da immagini del Vecchio e del Nuovo Testamento tra cui una delle prime scene della natività di Cristo risalente al IV secolo d.C..

Il Sarcofago venne ritrovato nel luglio del 1872 da Francesco Cavallari all’interno delle Catacombe di San Giovanni. Siracusa è seconda città al mondo dopo Roma per grandezza delle sue catacombe, sotto le strade e le piazze della città, si nascondono tracce antichissime risalenti alle primissime comunità cristiane dell’isola.

A impreziosire il sarcofago è la raffinata decorazione tra cui spiccano le scena dell’Adorazione dei re Magi. I tre re camminano verso destra recando i loro doni e protendendo le mani verso Gesù. Una rustica capanna ripara il bambino in fasce, deposto in un cesto e scaldato dal fiato del bue e dell’asinello mentre Maria siede accanto.

 

Il segreto dell’Uomo Vitruviano è nell’algoritmo della Divina proporzione

Che l’Uomo Vitruviano racchiudesse i segreti matematici lo si immaginava, ma non addirittura una formula usata dagli artisti dal IV al XVIII secolo per “certificare” le proprie opere come ispirate dalla Divina Proporzione. E’ “l’algoritmo segreto” individuato da Roberto Concas, storico dell’arte già direttore dei Musei Nazionali di Cagliari, autore di due volumi (edizione Giunti) , il primo in uscita a gennaio – e curatore di una mostra che avrà luogo a Cagliari nel maggio 2020 organizzata dal Polo Museale Statale della Sardegna.

Per cinque secoli, ha spiegato Concas all’Ansa, il disegno il disegno avrebbe dunque nascosto un inganno, ovvero la formula aritmetica e geometrica che le botteghe usavano e tramandavano solo tra di loro, in osservanza dei parametri imposti dalla Chiesa, per realizzare ogni tipo di opera.

Scoperta nella scoperta, la prima cosa che ha capito Concas è che il disegno realizzato da Leonardo nel 1490 in realtà contiene due uomini in due diverse età della vita – forse addirittura tre – e va guardato allo specchio per riportare alla luce l’immagine vera del disegno e dare un senso a quelli che finora era considerati “errori”.

“Tutto è iniziato dalle domande che mi sono posto sui Retabli della Sardegna, le caratteristiche pale d’altare”, ha spiegato Concas, – “Perché, mi chiedevo, hanno questa forma particolare a tre? Non c’erano risposte. Ho cercato per trent’anni anni. Poi, ad un certo punto trovo l’algoritmo che mi fa capire quale sia la parte centrale e quale quella laterale. Ma era solo l’inizio. Nel 2012, guardando questo disegno dell’Uomo Vitruviano noto una proporzione simile nella riga sotto: due parti più piccole una centrale più grande. E’ faticoso spiegarlo ma è stato come aprire una scatola dopo l’altra, ogni soluzione me ne apriva tre insieme, una casistica”.

“Ho iniziato a capire che il disegno contiene due volti. – prosegue Concas andando sui dettagli – L’occhio destro è di un uomo maturo, quello a sinistra di un volto più giovane. Mi è venuta intuizione, se ha sempre scritto a sinistra ha imparato usando lo specchio… anche qui usa lo specchio per ricostruire la figura completa… E le misure mi hanno dato ragione”. Quindi due uomini, e con lo specchio si vede bene, di età diversa, ma disegnati per rappresentare quella che il Frate matematico Luca Pacioli definiva come la scienza segretissima della Divina proporzione: un “sistema d’insieme”, “rilevabile con misure micrometriche, regole della geometria piana, calcoli aritmetici e infine con l’uso di una banalissimo specchio”, racconta ancora Concas: “Ad esempio le misure delle braccia, che sono diverse, vengono dal concetto di un numero generatore, 225,5 e 180,5. Facendo sottrazioni o divisioni si ottengono tutte le misure esatte delle due braccia”.

“Leonardo temeva che potesse perdersi per strada quella regola che era stata usata da architetti, artisti, letterati e poeti. Usata per la prima volta nell’Arco di Costantino, nel 315-325 dopo Cristo – spiega ancora Concas -, gli anni del primo concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico cristiano. Ma anche nella Pietà di Michelangelo e ovviamente nella Gioconda. Erano regole semplici in fondo, come quelle del gioco del calcio, 17 regole semplici: poi all’interno c’è chi è capace di segnare come Ronaldo. Così anche Raffaello faceva capolavori stando nelle regole. L’algoritmo dal quarto secolo, quando la religione cristiana diventa religione di Stato, fino al XVIII, serviva a diffondere e difendere le corporazioni. Per essere riconoscibili e certificarsi. Non bastava disegnare una Madonna, andava fatto secondo le regole segrete, che in modo semplificato potrebbe definire della ‘doppia spirale’, che ha un significato filosofico molto antico, riconoscibili solo da alcuni…”.

Se Leonardo avesse svelato che L’Uomo Vitruviano era tutto questo, racconta ancora Concas, “lo avrebbero messo al rogo”. Così il cerchio non è un cerchio ma è esattamente la “doppia spirale”. “L’idea che mi è venuta dall’intuizione di mia figlia psicoterapeuta: quando le monti insieme ci danno tre assi che costituiscono la figura, molto sofisticata. Ma non voglio dire di più perché il mistero non finisce qui”. Un mistero smarrito “quando con l’Illuminismo ha avuto termine il potere della chiesa e il laicismo ha preso spazio. Ma se ci guardiamo intorno ne troviamo tracce finora a noi incomprensibili, ovunque”.

A novembre finanziata la crescita nel mondo di 75 PMI italiane

SACE SIMEST, il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo Cassa Depositi e Presiti, attraverso lo strumento dei Finanziamenti agevolati, a novembre ha sostenuto l’espansione nel mondo di 75 PMI italiane.
Per farlo, spiega Sace, sono stati stanziati circa 30 milioni di euro che permetteranno alle aziende di fare il loro ingresso e rafforzarsi sui mercati internazionali, promuovendo il Made in Italy. Le risorse provengono dal Fondo pubblico che SIMEST gestisce per conto del Governo italiano.

Ventidue i Paesi su cui hanno puntato le imprese nazionali: Albania, Algeria, Bahrain, Canada, Cina, Emirati Arabi, Equador, Giappone, Kazakistan, Kuwait, Marocco, Messico, Moldavia, Myanmar, Oman, Qatar, Russia, Serbia, Singapore, Stati Uniti, Svizzera e Thailandia.

Delle 75 imprese finanziate: 18 sono venete (e hanno beneficiato complessivamente di 8,7 milioni di euro); 10 emiliano-romagnole (3,5 milioni); 10 lombarde (2,7 milioni); 10 laziali (4,9 milioni); 5 pugliesi (2,6 milioni); 4 campane (2,4 milioni); 4 abruzzesi (1,7 milioni); 4 siciliane (930.000 euro); 4 toscane (700.000); 2 piemontesi (700.000); 2 lucane (560.000); 1 marchigiana (400.000); 1 friulana (267.000). (aise)

Merlo a Buenos Aires visita la comunità e i laureati italoargentini

Ricardo Merlo ha fatto visita, sabato 7 dicembre, prima all’Università di Buenos Aires, per la conclusione del corso del Centro Alti Studi italo-argentino per giovani dirigenti delle istituzioni italiane, poi ha assistito al Concerto di Natale 2019, nel Teatro Coliseo di Buenos Aires.

“Ho consegnato a una cinquantina di laureati, giunti a Buenos Aires da tutta l’Argentina, il diploma del Centro presieduto dal dottor Claudio Zin e che dipende dall’Università di Buenos Aires”, ha raccontato Merlo.

La cerimonia si è tenuta nella facoltà di Scienze Economiche dell’Università della capitale argentina. Presenti all’evento, tra gli altri, Dario Signorini, presidente Intercomites Argentina, e Pietro Paolo Proto in rappresentanza dell’Ambasciatore d’Italia in Argentina, oltre alle autorità dell’università.

“A tutti i giovani incontrati oggi – ha detto ancora Merlo a conclusione dell’evento – faccio i miei migliori auguri. Abbiamo tanto bisogno dell’intelligenza, della passione, dell’entusiasmo e della freschezza delle nuove generazioni. Un grande in bocca al lupo per tutto”.

Sabato, in serata, il Sottosegretario è intervenuto al Teatro Coliseo di Buenos Aires, davanti a una platea di oltre due mila persone, riunite per il Concerto di Natale. Merlo, durante il suo intervento, ha fatto riferimento al lavoro svolto durante tutti gli ultimi dodici mesi, ha parlato dei risultati positivi ottenuti con il lavoro dedicato a potenziare la rete consolare e ha annunciato per il 2020 importanti progetti a favore degli italiani nel mondo.

Il senatore ha colto l’occasione per salutare il Console Generale a Buenos Aires, Riccardo Smimmo, che ha da poco concluso il suo mandato nella capitale argentina, ringraziandolo per il lavoro svolto durante tutti questi anni. Poi Merlo ha dato il benvenuto al nuovo Console Generale, Marco Petacco, augurandogli in bocca al lupo.

Merlo non ha mancato di sottolineare anche l’importanza della fortissima collettività italiana in Argentina, Paese dell’America Latina che ormai conta con oltre un milione di persone con il passaporto italiano in tasca. (aise)

Corso origini: giovani friulani in regione

“Il corso origini promosso dal Mib è un’opportunità per studenti e aziende per investire sul futuro”. Con queste parole l’assessore ai Corregionali all’estero del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, ha accolto nell’Aula del Consiglio regionale i 21 studenti di origine friulana provenienti da tutto il mondo che stanno frequentando il Corso Origini promosso dal Mib School of management di Trieste.

Il programma è destinato a discendenti degli emigrati italiani nel mondo e nella sessione 2019-20 ospita laureati provenienti da Sud America, Stati Uniti e Australia. Giovani discendenti anche da famiglie partite due o tre generazioni fa da località del Friuli Venezia Giulia quali Trieste, Pordenone, Doberdò del Lago, Paularo e Frisanco.

Il corso si compone di 2 mesi di sessioni d’aula in Export management e Sviluppo imprenditoriale, incentrate su imprenditorialità, internazionalizzazione e gestione dell’export, e di altri 3 mesi di stage aziendale.

“L’impegno della Regione nel sostenere questo programma di scambio – ha sottolineato l’assessore nel rivolgersi ai partecipanti – ha un unico obiettivo: riallacciare i rapporti e permettervi di riscoprire le terre di origine ma, soprattutto, creare collegamenti di carattere commerciale dai quali possono trarre valore tutti, dal territorio alle aziende e a voi studenti in formazione”.

“Questo è il secondo gruppo che ho il piacere di incontrare da quando sono assessore – ha ricordato Roberti – e conosco bene il valore del Mib e la passione e l’impegno che i responsabili imprimono al progetto che si traduce nell’opportunità per il Friuli Venezia Giulia di poter riaccogliere i discendenti dei migranti partiti da queste terre o da altre regioni di Italia”.

Roberti ha quindi condiviso con il responsabile delle Relazioni internazionali del Mib, Stefano Pilotto, e con il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, la proposta di organizzare un’iniziativa per celebrare nel 2020 il ventennale del progetto, occasione per un’illustrazione alle istituzioni e al mondo imprenditoriale dei risultati prodotti dalle progettazioni aziendali durante gli scambi. (aise)

Campionesse di corsa in Patagonia

Hanno carattere queste ragazze, chiamiamole pure donne seppur ancora teenager. Siamo abituati a pensare ai giovani come una generazione spenta, svogliata, maleducata, costantemente con lo sguardo e le dita sull’iphone, ma non è il caso di queste diciannovenni così di come altri componenti della squadra azzurra di corsa in montagna che si è ben comportata in Argentina, ai mondiali , 15 e 16 novembre 2019. Toste, belle, forti, coraggiose. A 18 anni andare dall’altra parte del mondo e fare una gara di alto livello è un gran risultato secondo me. Come minimo un applauso e un titolo su un giornale gli va dato. Sudate, sporche di fango, hanno fatto chilometri e chilometri sotto la pioggia, senza curarsene. Sono vive e ci hanno insegnato che un futuro nella corsa in montagna ce l’abbiamo. Meriterebbero di più? Sì, senz’altro. Chi può lo faccia. Perchè fino ad ora davvero in pochi hanno dato lustro a questo successo.
Questo il comunicato Fidal a seguito dell’oro individuale di Angela Mattevi e di quello a squadre u20.

Doppia vittoria italiana ai Campionati Mondiali di corsa in montagna, nella gara under 20 femminile. L’azzurra Angela Mattevi conquista il titolo individuale a Villa La Angostura, in Argentina, e trascina la squadra all’oro, sul percorso di salita e discesa. Per la giovane trentina un’altra medaglia internazionale, stavolta a livello iridato in una gara disputata sotto la pioggia battente, dopo il successo europeo della passata stagione e l’argento continentale di quest’anno. La non ancora 19enne di Segonzano, allenata da Ivano Pellegrini, riporta l’Italia sul podio in questa categoria: l’unico precedente risaliva all’edizione del 1992 quando riuscì a imporsi Rosita Rota Gelpi.

FESTA DI GRUPPO – Nella top ten altre due azzurre: settima Giovanna Selva (39:42) e nona Anna Arnaudo (39:52), entrambe piemontesi e protagoniste di un bel finale, poi diciannovesima la lombarda Elisa Pastorelli (41:25) per completare il trionfo collettivo con 17 punti, il terzo nella storia della manifestazione che si aggiunge a quelli del 1992 e del 2000. Secondo posto alla Turchia, che ha la meglio di un punto per l’argento (26 a 27) nei confronti della Repubblica Ceca. Il tracciato delle gare under 20 in Patagonia è stato modificato alla vigilia, per garantire la massima sicurezza evitando l’attraversamento di un corso d’acqua in piena, con una deviazione nella parte alta: circa 8 chilometri in totale con un dislivello di 350 metri.

“CHE EMOZIONI DALLA MONTAGNA!” – “Una grandissima gioia! Speravo di salire sul podio – sorride Angela Mattevi – ma forse non mi aspettavo l’oro. Avevo già vinto agli Europei, però stavolta è un Mondiale! Sono contentissima anche per il titolo a squadre, così anche le mie compagne si portano a casa una medaglia, quella più preziosa. È un gruppo fenomenale, siamo tutti uniti e ci sosteniamo a vicenda. Chiudo nel migliore dei modi la mia esperienza da under 20 nella corsa in montagna. Ho iniziato quasi per caso, l’anno scorso, ma è sicuramente questa la specialità che mi ha regalato più emozioni finora. A metà della prima salita oggi ho attaccato e da lì sono riuscita a impostare il mio ritmo, per mantenerlo, su un saliscendi da ripetere due volte dopo la modifica del percorso. Ho avuto anche qualche difficoltà nella discesa che non era facile da affrontare, in alcuni punti ho frenato e camminato. La pioggia non mi spaventa, ma il terreno era molto fangoso e si rischiava di scivolare, anche in salita.

Mi sono messa a testa bassa, nell’ultimo tratto in falsopiano ho cercato poi di correre più forte possibile e ce l’ho fatta! La dedico al mio allenatore, al presidente della mia società Antonio Casagrande e alla mia famiglia, che mi supportano sempre in tutto. Ma ora guardo avanti e vorrei tornare presto in gara: se riesco, già nel prossimo weekend al cross di Osimo, per puntare a un’altra maglia azzurra, agli Europei di campestre dell’8 dicembre a Lisbona”.

Scongiurato il raddoppio sulla tassa di cittadinanza

“Finalmente la notizia che in tantissimi oltre confine stavano aspettando: approvato al Senato l’emendamento targato MAIE e con primo firmatario il Sen. Adriano Cario, che elimina il raddoppio della cosiddetta tassa di cittadinanza per i discendenti dei nostri emigrati. I nostri emigrati possono dunque tirare un sospiro di sollievo: costringerli a pagare 600 euro per un loro diritto costituzionale sarebbe stato davvero uno sfregio alle loro origini italiane”. È quanto si legge in una nota del Maie in cui, a commento dell’iter della Legge di Bilancio all’esame del Senato, si esprime grande soddisfazione anche per “altre due buone notizie: “abolito, insieme al raddoppio della cittadinanza, anche l’aumento del 20% per tutti i servizi consolari. Soldi che resteranno nelle tasche dei nostri connazionali”.

“A questi ottimi risultati per chi vive fuori dallo Stivale si è arrivati grazie all’interessamento, alla tenacia e all’impegno del Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo italiani all’estero”, prosegue la nota. “Un anno fa, in occasione dell’ultima manovra, grazie all’interessamento di Merlo si sono trovati i fondi per 350 nuove assunzioni alla Farnesina e le risorse per bloccare l’eliminazione dei contributi alla stampa italiana all’estero. Anche questa volta, Merlo non ha smesso nemmeno per un attimo di lottare, all’interno del Parlamento e del governo stesso, al fine di raggiungere gli obiettivi, che erano da subito molto chiari, dichiarati: no al raddoppio della tassa di cittadinanza, e no all’aumento dei servizi consolari. Tutti e due gli obiettivi sono stati centrati”.

Merlo, si legge ancora nella nota del Maie, “ha messo ancora una volta sul tavolo delle negoziazioni tutta la sua capacità di dialogo e tutto il peso politico del suo MAIE. Ha incontrato, proprio in vista del voto su emendamenti e manovra, il presidente del Consiglio in persona, Giuseppe Conte, per spiegargli che misure del genere avrebbero sollevato rabbia e indignazione nei nostri compatrioti nel mondo; la stessa cosa Merlo ha spiegato a suo tempo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sia Conte che Di Maio hanno dimostrato di comprendere la situazione e hanno assicurato il proprio sostegno, quello del governo, agli emendamenti MAIE”.

Il sottosegretario si dice quindi “molto soddisfatto per l’approvazione degli emendamenti MAIE e ringrazio il presidente della Commissione Esteri, la senatrice De Pretis, il senatore Giacobbe (secondo e terzo firmatario dell’emendamento) e i colleghi eletti all’estero che hanno compreso e condiviso le nostre ragioni”.

“Lo avevamo detto con molta chiarezza fin da subito: non avremmo mai votato una manovra che contenesse misure penalizzanti per gli italiani nel mondo. Contenti che tali misure siano state cancellate. Dopo queste modifiche, – conclude Merlo – il voto del MAIE a questa legge di Bilancio è assicurato”. (aise)

Legge Bilancio: più risorse per gli organismo di rappresentanza degli italiani all’estero

“In Commissione Bilancio al Senato è stato approvato l’emendamento del senatore Cario (MAIE) che prevede interventi aggiuntivi rispetto al finanziamento proposto nella bozza della legge di bilancio. I Comites e il CGIE sono nostre istituzioni fondamentali, il cui buon funzionamento è garanzia di democrazia e di rappresentanza per noi italiani all’estero”. Così Mario Borghese, deputato del Maie eletto in Sud America, commenta il passaggio in Senato della legge di bilancio alla luce degli emendamenti approvati in quinta Commissione.

Quanto alle cifre, l’emendamento Cario – continua Borghese – “prevede che ai Comites vada 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022; attualmente erano previsti solo 1.248.138 euro all’anno, quindi un aumento di oltre l’80%; al Consiglio Generale Italiani all’Estero (CGIE) 500 mila euro, per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, risorse necessarie per garantire l’adempimento degli obblighi previsti dalla legge, mentre attualmente il contributo previsto è di 607 mila euro all’anno, quindi l’incremento rappresenta un aumento di oltre l’82% dei fondi”.

“Questa – conclude Borghese – è la dimostrazione che con il senatore Merlo, sottosegretario agli Esteri, il MAIE al Governo sta lavorando bene per difendere i diritti degli italiani all’estero”. (aise)

“Essere italiani fa male alla salute”: la Bbc prende in giro gli italiani e i loro malanni, dal “colpo d’aria” alla “cervicale”

“Essere italiani fa male alla salute”. È questa la conclusione a cui è giunta la Bbc in un suo articolo dal titolo “Come evitare di prendersi un ‘colpo d’aria’ in Italia“ in cui descrive in modo ironico quelli che definisce “mali immaginari di cui soffrono solo gli italiani” e di cui i sudditi di Sua Maestà non hanno mai sentito parlare. E ad accompagnare l’articolo c’è la foto di tre signore avvolte nei loro cappotti, che si tengono ben coperte con sciarpe e cappelli, mentre al contrario l’autore del pezzo, il corrispondente Dany Mitzman, dichiara di girare per le strade di Bologna coperto solo da una giacchetta leggera.

“Con l’avvicinarsi dell’inverno, quelli intorno a me soffrono di una serie di disturbi distintamente italiani, che rendono i nostri raffreddori e le semplici febbri britanniche qualcosa di insipido come i nostri cibi – si legge sulla Bbc -. Vanno in giro tutti bardati lamentandosi del mio mistero preferito, “la cervicale”. Gli italiani possono dirti se il dolore è nello stomaco o nell’intestino – e possono persino specificare se si tratta di coliche o colite -, mentre per noi è tutto solo mal di pancia. ‘Soffro di cervicale’, mi dicono, facendolo sembrare particolarmente serio. L’ho cercato nel dizionario e ho trovato ‘cervicale’ – un aggettivo che si riferisce alle vertebre cervicali, quelle piccole ossa nella parte posteriore del collo – ma come disturbo, semplicemente non c’è traduzione in inglese. Non ce l’abbiamo proprio!“.

Effettivamente la cosiddetta “cervicale” è un disturbo che non esiste ufficialmente nella nosologia medica né tantomento nella classificazione internazionale delle cefalee, eppure tanti italiani sono convinti che sia proprio quella la causa del loro mal di testa. Poi c’è la faccenda del male al fegato, che gli italiani percepiscono anche se, come ricorda l’autore dell’articolo, in sé e per sé il fegato non è organo che possa generare dolore. Ma gli italiani lo sentono comunque, pare. “Dopo anni di esperienza diretta con la delicata costituzione italiana, ho elaborato una teoria sul perché noi britannici siamo molto più robusti. Se non puoi nominarlo, non puoi soffrirne. Se non sai dove si trova, non può farti del male – prosegue l’articolo -. Posso lasciare la palestra sudata per farmi la doccia a casa e non sentire un brivido lungo il tragitto. Posso nuotare dopo aver mangiato e non avere congestione o crampi. Posso andare in giro con i capelli bagnati e non avere ‘la cervicale’”.

Ma non è finita qui. A destare l’ilarità dei cugini inglesi è anche quello che noi comunemente definiamo “colpo d’aria”: “Ad esempio, gli inglesi non hanno un termine per “colpo d’aria” eppure sembra essere incredibilmente pericoloso per gli italiani. Possono prenderne uno negli occhi, nell’orecchio, nella testa o in qualsiasi parte del loro addome – prosegue nel suo racconto Mitzman-. Per evitare un colpo d’aria, almeno fino ad aprile, non devono mai uscire senza indossare una canottiera di lana, nota come la ‘maglia della salute’”.

In vetta alla classifica dei malanni immaginari degli italiani, la Bbc mette però il cosiddetto “cambio di stagione”: “La settimana scorsa ho vissuto un momento di panico. Mi sono svegliato sentendomi debole e nauseato. Avete mai sentito una persona inglese lamentarsi di soffrire di ‘gambe pesanti’? Una lamentela curiosamente francese: e se quella differenza culturale fosse effettivamente contagiosa? E se anni nel Paese avessero cambiato la mia costituzione e anch’io soffrissi di un altro grande rischio per la salute degli italiani, ‘il cambio di stagione’?“, conclude ironico l’autore. Chissà che ne penseranno gli italiani di questo loro ritratto tutto inglese.

Pubblicato da Il Fatto Quotidiano il 03/12/2019

reperibile su: www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/03/essere-italiani-fa-male-alla-salute-la-bbc-prende-in-giro-gli-italiani-e-i-loro-malanni-dal-colpo-daria-alla-cervicale/5592012/

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