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December 2020

Arrivato l’accordo UK-UE

L’Unione Europea e la Gran Bretagna hanno trovato in extremis l’accordo per evitare il “no deal” a partire dal primo gennaio 2021. L’intesa è stata trovata nella serata del mercoledì 23 dicembre ma è stato annunciato ufficialmente solo nel pomeriggio del giovedì 24.

Gli accordi riguardano soprattutto le dogane , per il cui funzionamento Londra dispiegherà 1100 funzionari in più, sia per il transito delle merci che delle persone. Quanto agli gli scambi di studio e la ricerca , futuro incerto per il programma Erasmus e per il programma di ricerca Horizon. In sostanza, dall’anno prossimo gli studenti UE dovranno chiedere il visto e le rette universitarie che dovranno pagare raddoppieranno , anche fino a 30 mila euro l’anno. Per i giovani europei che sono già in Gran Bretagna al 31 dicembre, però, non cambia nulla.

Quanto all’immigrazione, dal 1° gennaio chi arriva per lavoro dovrà avere un visto, che potrà ottenere solo con un’offerta di lavoro e un salario di almeno 28 mila euro circa. Agevolazioni, invece, a chi ha un dottorato di ricerca, in particolare se in materie scientifiche, mentre più difficile sarà ottenere posti di lavoro come camerieri o commessi. I turisti, invece, non avranno bisogno di visto, tuttavia sarà necessario il passaporto e il soggiorno non potrà superare i tre mesi.

In campo economico, l’accordo non copre il settore finanziario, ma, come è noto da tempo, le aziende della City sono già corse ai ripari, spostando personale e attività in altri Paesi europei. Infine , per l’interscambio economico con l’Italia, nonostante quest’anno la pandemia ha visto i volumi contrarsi di circa il 20 per cento,  si prevede , tuttavia, che il 2020 possa chiudersi con un interscambio di circa 25 miliardi. Gli altri dettagli del piano di Brexit, poi, si conosceranno nei prossimi giorni. (aise) 

Fonte: UK – UE : accordo fatto! (aise.it)

Vaccino day, i primi allo Spallanzani: Conte, data che resterà impressa. Il Papa: “Sia opportunità per tutti”

La professoressa Maria Rosaria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore socio-sanitario Omar Altobelli, alle ore 7,20 sono stati i primi in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 stamane all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma. Dopo i primi tre vaccinati, ad essere immunizzati due medici infettivologi sempre dell’Inmi: Alessandra Vergori e Alessandra D’Abramo.

“Mi sento benissimo, sono emozionata, ma ancora più che emozionata sono inorgoglita” ha detto ai giornalisti Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di virologia dell’Inmi Spallanzani, la quale è stata tra le prime tre persone in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 questa mattina. “Spero che questo privilegio sia esteso presto a tutti”, ha aggiunto sottolineando che “non dobbiamo ancora cantare vittoria”.

“Lo dico col cuore: vacciniamoci per noi, per i nostri cari e per la comunità”. Queste le prime parole di Claudia Alivernini, l’infermiera 29enne dello Spallanzani che ha ricevuto questa mattina il vaccino anti Covid-19.

“Ringrazio il direttore sanitario, dottor Francesco Vaia e la dirigenza delle professioni sanitarie, la dottoressa De Angelis, per avermi dato l’opportunità di essere qui oggi. Con profondo orgoglio con grande senso di responsabilità che oggi ho fatto il vaccino: piccolo gesto ma fondamentale per tutti noi”.

Il Vaticano: “Vaccino per tutti”

Dalla Santa Sede si ribadisce che il vaccino deve essere a disposizione di tutti, come ha sottolineato anche il Papa nei giorni scorsi. “È una luce che si accende in un tunnel finora molto buio ma chiede nello stesso tempo una grande responsabilità: affinché il vaccino sia davvero un atto d’amore, come il Papa ha sottolineato, deve essere disponibile per tutti e in tutti i Paesi”, ha detto mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Alla domanda se intende vaccinarsi, Paglia ha risposto: “senza dubbio” ma “nel rispetto dell’ordine dato dalle autorità”.

La soddisfazione del governo

“Oggi l’Italia si risveglia. È il #VaccineDay. Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus”. Lo scrive il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su Twitter. Allo Spallanzani sono presenti anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri.

Il ministro degli Esteri, il 5Stelle Di Maio, annuncia di volersi vaccinare appena possibile. “Oggi, con il vaccine day, comincia l’ultimo miglio di questa lunga pandemia. Sarà probabilmente il più faticoso, ma molto presto inizieremo a vedere l’arrivo – ha scritto – Partiamo dal personale medico e dai più fragili, per poi estendere la vaccinazione a tutti, naturalmente nel rispetto della volontà della persona. Sarà una raccomandazione, non un obbligo. Io lo farò, perché credo nella scienza e nei medici”.

“Non è la fine, è ancora lunga ma è l’inizio della fine. Passo dopo passo, grazie agli operatori sanitari, è l’inizio della fine”. Lo ha detto Nicola Zingaretti, allo Spallanzani per il ‘vaccine day’. L’avvio delle vaccinazioni è “uno spiraglio dopo una lunga notte”, il giorno arriverà quando il 70-80% degli italiani sarà stato vaccinato, più autunno che estate” spiega il commissario straordinario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri. “Questo vaccino è la strada che serve per chiudere una stagione difficile” aggiunge il ministro della Salute Roberto Speranza.

Sia Speranza, sia il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Locatelli, hanno però sottolineato che l’inizio delle vaccinazioni non farà venire meno la necessità di attenzione e rispetto delle misure di distanziamento: “Una giornata storica. Ma sarà necessario mantenere le misure di precauzione e distanziamento. Vaccineremo il 70% degli italiani entro la fine dell’estate. L’obiettivo è di 140 mila vaccinazioni al giorno –  ha detto Locatelli –  ma non deve essere mal interpretato come un ‘è finito tutto e possiamo abbandonare la responsabilità nei comportamenti’.

Il ‘Vaccine-day’ scatta in tutte le Regioni, negli ospedali scelti dal programma di vaccinazione varato dal governo. “L’Italia rinasce con un fiore-vaccinazione anti-Covid’ e realizzato dal commissario per l’emergenza Covid-19, partono le operazione di immunizzazione in contemporanea con lo Spallanzani. Le dosi consegnate a tutti i Paesi europei per il ‘Vaccine-day’ sono in numero simbolico 9.750, la distribuzione vera e propria inizierà dalla settimana che inizia domani e, fa sapere il ministero della Salute, all’Italia arriveranno circa 470mila dosi ogni settimana.

Vaccini, arrivate in Sicilia le prime 685 dosi

È atterrato qualche minuto prima delle 23.30, all’aeroporto di Palermo, il C27J dell’Aeronautica militare con a bordo le prime 685 dosi del vaccino Pfizer-BionTech contro il Coronavirus destinate alla Sicilia. Il velivolo, partito dalla base militare di Pratica di mare, ha prima fatto scalo a Cagliari per poi dirigersi alla volta di Punta Raisi.Questa mattina la consegna all’ospedale Civico per l’avvio ufficiale della campagna di vaccinazione. Alla prima somministrazione – prevista alle 11.30 nel padiglione 24, appositamente attrezzato – saranno presenti il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e l’assessore alla Salute Ruggero Razza.

Vax day: arrivate a Torino 910 dosi destinate al Piemonte

Sono arrivate all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, a bordo di una Jeep Grand Cherokee dei carabinieri, le 910 dosi di vaccino anti Covid destinate al Piemonte per il Vaccine Day. Sono destinate agli operatori del servizio sanitario  regionale e al personale e agli ospiti delle Rsa. Dieci i punti di somministrazione.  Ad attendere le dosi l’infettivollogo Giovanni Perri, il primo a sottoporsi alla vaccinazione  in Piemonte.

Vax day: a Perugia le prime dosi del vaccino anti-Covid

Sono arrivate in Umbria le prime dosi di vaccino anti Covid, prodotte da Pfizer. A portarle a Perugia i militari del reggimento logistico Folgore dell’Esercito. Custodite in una sacca refrigerata, trasportata a bordo di un furgone, le dosi sono state scaricate presso il magazzino farmaceutico dell’Azienda ospedaliera e da qui saranno trasferite, insieme al materiale a supporto della vaccinazione, al Servizio immuno trasfusionale dell’ospedale “San Matteo di Spoleto, dove prenderà ufficialmente il via la campagna regionale di vaccinazione.

In questo “Vaccine day” saranno 85 i soggetti che saranno vaccinati: 20 componenti dei quattro team vaccinali, operatori dell’ospedale di Spoleto e delle aziende sanitarie ed ospedaliere dell’Umbria e una quindicina di ospiti dell’Rsa Santa Margherita di Perugia.

V-Day: arrivate all’ospedale milanese di Niguarda le dosi della Lombardia

Sono arrivare all’ospedale milanese di Niguarda, a bordo di un mezzo dell’Esercito scortato dai Carabinieri, le dosi di vaccino destinate alla Lombardia. È proprio in questo ospedale che verranno iniettate le prime dosi a 7 operatori: la Oss Adele Gelfo, l’addetta alle pulizie del reparto Covid Grazie Fresta, Fabrizio Pregliasco per la Croce bianca/ Anpas, Roberto Rossi per i Medici, Pasqualino Daloia per gli infermieri, Fiorenzo Corti per i medici di medicina generale, Silvio Garattini presidente dell’Istituto Mario Negri. Poi sarà la volta del debutto all’Ospedale Saccop e al Pio Albergo Trivulzio.

Vax Day: vaccini portati nella farmacia dell’Azienda Ospedaliera di Padova

“Le 875 dosi di vaccino del Veneto contro il Covid sono state appena consegnate alla farmacia dell’Azienda Ospedaliera di Padova”. Lo annuncia all’ANSA il dg Luciano Flor.”Adesso saranno preparati i singoli pacchi per i vari punti vaccinali della regione – aggiunge – e già in mattinata saranno effettuati i primi vaccini”.

Vax -Day: da Napoli il vaccino a sei postazioni nella regione

Alle 8 di questa mattina è cominciato il ‘V-Day’ anche in Campania. Le 720 dosi del vaccino della Pfizer-Biontech, conservate nelle Cryo-box, sono arrivate a bordo di un mezzo dell’Esercito all’Ospedale del Mare di Napoli, individuato come punto di raccolta. Oltre al nosocomio del quartiere Ponticelli, state individuate altre sei postazioni in tutta la regione dove sarà avviata simbolicamente la campagna vaccinale anti-Covid. Si tratta degli ospedali Cotugno e Cardarelli a Napoli, il San Sebastiano a Caserta, il Moscati di Avellino, il San Pio di Benevento e il Ruggi d’Aragona di Salerno. Intorno alle 9-9,30, in ognuna di queste strutture arriveranno 100 fiale del farmaco, che saranno somministrate a partire dalle 10 a operatori sanitari e medici. Dalle 13, inoltre, saranno vaccinati anche 20 operatori di una Residenza per anziani dell’Asl Napoli 1, con le dosi che sono state consegnate nella sede dell’Asl al Frullone.

Vax Day: in Policlinico Bari i primi 505 vaccini per la Puglia

Il mezzo con le 505 dosi di vaccino Covid destinati alla Puglia è arrivato nel Policlinico di Bari. Le fiale sono state prese in consegna dalla dottoressa Maria Dell’Aera, responsabile della farmacia ospedaliera, che le ha suddivise nei contenitori termici destinati ai punti di vaccinazione delle 6 province pugliesi. Da qui i mezzi delle sei Asl regionali partono in direzione delle undici strutture dove da oggi parte la campagna vaccinale. Complessivamente 105 dosi sono destinate all’area metropolitana di Bari e 80 a ciascuna delle altre cinque Asl di Bat, Foggia, Taranto, Brindisi e Lecce. Ad accogliere il mezzo davanti all’ingresso della farmacia ospedaliera del Policlinico c’era il commissario straordinario Vitangelo Dattoli.

Vax Day: all’ospedale di Careggi a Firenze le 602 dosi per la Toscana

Consegnate, in perfetto orario, all’ospedale fiorentino di Careggi le prime 620 dosi di vaccino anticovid destinate alla Toscana. Le fiale sono state simbolicamente consegnate, presso la farmacia di Careggi, alla presenza, nelle mani del presidente della Toscana Eugenio Giani e del sindaco di Firenze Dario Nardella. In Toscana, secondo quanto appreso, i vaccini sono arrivati ieri sera all’aeroporto di Peretola, con un volo da Roma. Nel nosocomio fiorentino, la prima vaccinata è stata un’infermiera anticovid, Simona Bausi, 50 anni. “Tanto orgoglio e tanta speranza che ci si faccia a uscire da questo periodo buio – ha detto -. Vaccinarsi mi sembra la cosa da fare in questo momento. C’è un po’ di ansia, ma soprattutto speranza per questo vaccino. Spero di fare un ‘vagone’ di anticorpi'”. Sempre a Careggi è iniziata la preparazione e il confezionamento delle dosi per gli altri 11 ospedali toscani hub segnalati alla struttura commissariale di Domenico Arcuri e per l’Rsa di Montedomini, nel capoluogo toscano.

Vax-Day: a Genova si comincia al Policlinico San Martino

I primi operatori della sanità pubblica ad essere vaccinati in Liguria sono Giovanni Assumma, Maria Ghinatti, Marco Giglio, Gloria Capriata, Chiara Dentone, Luca Castellanni. Si tratta di medici, una coordinatrice infermieristica, uno specializzando, un volontario di una pubblica assistenza, un tecnico specializzato vaccinati all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. La Regione Liguria, sottolinea che si tratta di persone che “hanno combattuto il Covid in prima linea”: in questa esperienza “ho imparato che si hanno due risposte: difenderti e combattere fino alla fine questa battaglia” dice il 22enne Assumma che al momento della vaccinazione, indossa la tuta della Pubblica assistenza di Molassana.

Vax- Day: si parte da Bologna e alle 14 in tutta l’Emilia Romagna

Dalla prima mattinata gli incaricati delle diverse Ausl della regione stanno recuperando la propria scorta di vaccini anti-Covid Pfizer-Biontech così da iniziare la somministrazione – alle 14, in simultanea in ogni provincia da Piacenza a Rimini – che vedrà come destinatari 975 professionisti della sanità. I vaccini sono arrivati nella notte a Bologna con un volo militare partito dalla base di Pratica di Mare: alle 7.30 le dosi scortate dai militari dell’Esercito della Brigata Aeromobile Friuli e da agenti delle forze dell’ordine sono state portate all’Ospedale Bellaria di Bologna per lo smistamento alle aziende sanitarie, alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. A ricevere le prime vaccinazioni medici e infermieri: 50 a Piacenza, 100 a Parma, 100 a Reggio Emilia, 150 a Modena, 225 (+50 per la Cra Cardinal Giacomo Lercaro) a Bologna , 25 a Imola, 50 a Ferrara e 225 nel territorio dell’Ausl della Romagna.

Fonte: Vaccino day, i primi allo Spallanzani: Conte, data che resterà impressa. Il Papa: “Sia opportunità per tutti” – la Repubblica

Celestino V: il primo papa che ha abdicato

È arrivato in libreria il nuovo libro del prof. Elpidio Valeri dedicato alla figura di Pietro del Morrone dal titolo Papa Celestino V – Storia di Pietro del Morrone (1209-1296) che fu papa nel 1294, Carsa 2020. «La bibliografia su Pietro del Morrone è vastissima – dice l’autore nella Premessa – tuttavia può essere ancora utile ripercorrere le vicende della sua vita, non tanto per portare nuove testimonianze quanto per tentare, col conforto del pensiero di autorevoli studiosi, ampiamente citati, nuove interpretazioni.»

Le fonti più antiche presentano Pietro del Morrone soprattutto come eremita, asceta rigoroso, monaco carismatico e taumaturgo oscurando altri aspetti della sua personalità e i biografi successivi, quasi tutti monaci celestini, hanno continuato a presentarlo come modello inarrivabile di santità, pertanto è difficile ricostruire il profilo reale della sua vita.

«La storiografia più recente – aggiunge nella Premessa il prof. Valeri – ha superato tanti luoghi comuni tramandati dalla tradizione agiografica e, nel rispetto costante delle fonti e alla ricerca continua della verità storica, ha cercato di recuperare la dimensione umana del santo del Morrone. Egli amava la solitudine nei suoi eremi, ma non si allontanava mai dalla società degli uomini: seppe alternare periodi di assoluta anacoresi a periodi di intensa vita attiva. Creò e diresse una Congregazione religiosa che in pochi anni diventò un Ordine monastico ricco e potente. Viaggiò molto, fondò monasteri, amministrò saggiamente le loro risorse, stabilì rapporti personali con i vertici della corte angioina e con la Curia romana e, alla fine, gli toccò anche l’«avventura» di essere eletto papa….il 13 dicembre 1294 si dimise e tornò il semplice monaco Pietro del Morrone. Il 5 maggio 1313, nella cattedrale di Avignone, papa Clemente V lo proclamò santo. Nella vita della Chiesa l’intervento dello Spirito Santo si fa sentire più forte in due momenti: l’elezione dei papi e la proclamazione dei santi. Pietro del Morrone, devoto dello Spirito Santo, ne sperimentò la potenza e fu pontefice e santo.»

Nella Presentazione che apre il volume l’arch. Maurizio D’Antonio dice tra l’altro: «La narrazione del personaggio, che Elpidio Valeri ci offre, si palesa come una ricostruzione storica e storiografica limpida e chiarissima, di piacevole ed agevole lettura, con una esposizione equilibrata nei toni e nel resoconto dei fatti, … del personaggio e delle vicende storiche a lui strettamente legate, ma anche del quadro storico complessivo in cui si svolgono gli accadimenti. Valeri ci offre un approccio interpretativo alla comprensione dei fatti e del personaggio facendo giustizia dei luoghi comuni, che in quanto tali indugiano ad essere superati, e delle affermazioni non supportate, passivamente e acriticamente perpetuate. […] È la storia di un uomo con le sue qualità e i suoi limiti, che si confronta con il potere dell’epoca, rispetto al quale Valeri pone in luce i rapporti secondo una visione priva di quelle dismisure interpretative a volte proposte in passato.»

Indici, note e bibliografia, apparati tipici del rigore di un lavoro scientifico, aggiungono valore ad una minuziosa opera di ricostruzione storica tra le parole già dette e quelle ancora da scrivere su una figura tanto amata quanto sconosciuta.

Una visione fantastica aspettando il Natale

È una piccola grotta che mi affascina stanotte… è una serata fredda, l’aria è gelida, la senti scorrere lungo la schiena come una lama sottile. Eppure son vestito, gli altri che vedo attorno a me sono seminudi, con i piedi fasciati d’erba o stracci. Sono pastori, c’è un forte odore di escrementi di animali intrisi con gli effluvi umidi della notte. Il paesaggio in parte mosso con le sue colline innevate brilla sotto un cielo così denso di stelle che non l’avevo mai visto.

Quella coperta stellare di lapislazzuli intermittenti e senza luna diffonde una luce strana, soffusa, soprannaturale.  I volti che mi scorrono al fianco, sono come tagliati nel marmo scuro con occhi luccicanti. Sì, brillano davvero, come se ognuno di essi rifletta una stella. È una bizzarra sensazione vedere queste ombre muoversi tutte verso un’unica direzione: laggiù, proprio ai piedi della collina, c’è una tenue luce, anch’essa intermittente.

Le ombre procedono oltre, avverto lo strusciare delle pecore sulle mie gambe. Sento aumentare il respiro di questo insieme di gente ed animali, lo percepisco anche per il fruscio dei passi strascicati e un sottile mormorio, come se fosse un’unica e sommessa preghiera.

Quando finalmente posso, m’avvio anche io e sono ombra fra le ombre. Seguo il flusso sul sentiero che diventa sempre più stretto, ogni tanto ci spingiamo, siamo tanti e i gomiti premono sullo stomaco. Non ci penso, andiamo avanti.

Da una piccola altura che raggiunge il sentiero vedo altra gente, arrivano da tutte le parti. Mi sono abituato a quella luce strana e ora vedo meglio. Il mio corteo si mescola con gli altri. Razze diverse, lingue diverse. Ora ascolto: il vociare si fa più sonoro, espressioni di meraviglia o stupore. Per il fatto di essere lì, tutti richiamati da una stella.

Ecco: ora la vedo quella luce fioca ed intermittente, è proprio sotto il picco della collina. Una luce forte che appare e scompare. Mi sento in una estensione del mio essere. Proteso in avanti, e come i miei compagni di viaggio di fronte a quella stella che ci chiama, ci sentiamo completamente nudi, finalmente liberi da ogni pensiero, pienamente disponibili a essere totalmente assorbiti da quella luce. Siamo più anima che corpo.

Così, procediamo più lentamente. Ora il corteo occupa tutto lo spazio libero e istintivamente ci poniamo in semicerchio davanti a una grotta. Quella luce intermittente è una luce ora presente nella grotta. Sembra un fuoco acceso, ma di colore bianco. Si vedono due persone dentro e alcuni animali. Ora restiamo in attesa ed in silenzio. Aspettiamo la stella.

Ma non succede nulla. Il nostro cuore trepida. Poi il silenzio è rotto dal fruscio di un leggero vento, come il battito di grandi ali. Quel battito di ali ha sparso un profumo intenso di agrumi e fiori. Spossati dal cammino o forse perché colpiti da quella sensazione soprannaturale, istintivamente, ci pieghiamo sulle ginocchia.

Come se avessimo uno solo corpo, tutti insieme allarghiamo le braccia e alziamo gli occhi al cielo. E restiamo così, in quella posa, a lungo. La stella è già lontana, ma sembra indicare la grotta. All’improvviso tutto si ferma, si ferma il vento, non si sente più l’acqua scorrere nei rivoli, non si muove foglia, non si percepisce più neanche un respiro.

Quella luce presente nella grotta si è adagiata nella mangiatoia e ha preso lentamente le forme di un bambino immerso nella sua luce. Restiamo immobili come statue di un presepe, attoniti e presi in adorazione di quel bambino che sembra come sceso dalle stelle. Come ricorda una canzone infantile.

Lì due stranieri senza dimora, un uomo e una giovane vergine hanno avuto quel dono celeste. L’evento è così straordinario che ci riempie di gioia infinita e comprendiamo che il dono è per noi tutti. Ora sappiamo che la stella ci voleva indicare qualcosa: il mistero di quella grotta, in una fredda serata d’inverno, senza luna e piena di stelle.

Roberto De Giorgi

Roberto De Giorgi è nato a Taranto nel 1953. Da tredici anni sul web nell’informazione online, ora dirige quattronotizie.us. Nella sua vita ha fatto l’attore, il cooperatore, dirigente di partito e di sindacato, ha contribuito alla nascita della Lega Ambiente, impegnandosi nella crescita delle forme associative. Ha insegnato ecologia e ambiente negli enti di formazione e ha fatto il consulente esperto di post-consumo. Sul tema dei rifiuti ha scritto saggi, manuali e indagini sullo stato delle aziende che si occupano di gestione dei rifiuti in Italia e sul lavoro e la ricerca del lavoro racconti degli incontri con migliaia di disoccupati. Nelle attività di scrittore ha pubblicato diversi volumi di saggistica e narrativa, tra i quali si citano il suo romanzo di formazione personale “Taranto ist my life” e il libro che celebra l’archeologia dell’esistenza “L’archeologo di Dio”. Resta molto legato alla sua esperienza sindacale il romanzo scritto 24 anni fa “Cira e le altre, braccianti e caporali”, un libro ormai cult nel campo sociale del lavoro negato, sfruttato e la violenza sulle donne. Recentemente ha pubblicato Torindo e Favetta, un amore nell’Italia bizantina.

Merlo: “l’IMU per gli italiani all’estero è insostenibile”

 “Gli italiani all’estero sono ancora costretti a pagare l’Imu sulla loro prima e unica casa in Italia, per giunta con l’aliquota maggiorata, quella relativa alla seconda abitazione. Una situazione che per molti connazionali è davvero insostenibile, ecco perché tanti di loro preferiscono vendere piuttosto che pagare tasse ingiuste. Ma in questo modo a perderci è l’Italia, perché i nostri connazionali andranno a trascorrere le proprie vacanze altrove, invece che tornare in Patria e spendere qui i loro soldi, alimentando la nostra economia”. Questa la netta opinione a riguardo del Sottosegretario agli Affari Esteri, nonché fondatore e presidente del MAIE, Ricardo Merlo.

L’esponente del Governo ha dunque scritto in una nota di oggi di auspicare “che nella prossima legge finanziaria possa essere accolto l’emendamento Garavini teso a ripristinare l’esenzione Imu per gli italiani all’estero. Su questo stiamo lavorando, in sinergia con i diversi gruppi parlamentari”.

“È importante – ha aggiunto – ricordare che diverse amministrazioni comunali, proprio per andare incontro ai propri cittadini residenti oltre confine, hanno scelto di deliberare l’esonero dalla tassa sull’immobile per quei connazionali che, pur vivendo all’estero, hanno mantenuto il possesso della loro abitazione nel paese di origine. Ringrazio la Sen.

Laura Garavini, eletta nella ripartizione estera Europa, Vicepresidente della Commissione Esteri e Vicecapogruppo vicario Italia Viva-Psi, che nelle scorse ore mi ha consegnato le delibere dei Comuni che hanno approvato l’esenzione Imu”.

Infine, Merlo si è augurato “che nella manovra economica che il governo si accinge a varare si possa portare a casa anche questo risultato, sarebbe un bellissimo regalo di Natale per centinaia di migliaia di italiani all’estero”. (aise) 

Fonte: Sottosegretario Merlo: l’IMU per italiani all’estero è insostenibile (aise.it)

Mattarella: più compattezza e solidarietà nella comunità internazionale

“L’anno che va chiudendosi, profondamente e drammaticamente segnato dalla pandemia, impone a tutti noi severe riflessioni. La diffusione del Covid-19 ha mostrato che le sfide non sono contenibili in un singolo angolo del mondo, e dunque ci riguardano tutti, ci impongono di non chiuderci ciascuno in se stesso, di non volgere il nostro sguardo illusoriamente altrove”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che questa mattina ha ospitato al Quirinale la cerimonia di presentazione degli auguri da parte del Corpo Diplomatico. L’emergenza sanitaria, l’emergenza nel Mediterraneo, il clima, la prossima presidenza italiana del G20 i temi toccati dal Presidente nel suo intervento cui hanno assistito in presenza solo il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, Monsignor Emil Paul Tscherrig, Decano del Corpo Diplomatico – Nunzio Apostolico, ed Elisabetta Belloni, Segretario generale della Farnesina.

“Dalla prova che stiamo dolorosamente vivendo – ha osservato il Capo dello Stato – scaturisce, con forza ancora più intensa, l’esigenza di una collaborazione internazionale senza riserve, conseguenza diretta di un mondo sempre più interconnesso. Sfide globali devono essere fronteggiate da una “governance” effettivamente ed efficacemente globale”.

“Il tema della lotta per la salute dei popoli e dell’ambiente appartengono, a buon titolo, a questa categoria”, ha aggiunto. “È ora, anzitutto, imperativo comune arginare tutte le conseguenze della pandemia e non soltanto sul piano sanitario, compresa la necessità di garantire l’accesso di tutti i popoli alle iniziative di immunizzazione, per dovere di solidarietà e per sicurezza comune. Le diseguaglianze si sono drammaticamente acuite, le tensioni rischiano di aumentare in maniera evidente, le regole che presiedono alla pacifica convivenza appaiono troppo spesso violate”.

“La comunità internazionale deve trovare maggiore compattezza e solidarietà”, ha rimarcato il presidente. “Non ci possiamo permettere che la volatilità divenga una componente strutturale del sistema delle relazioni internazionali. Lo dobbiamo, fra l’altro, ai milioni di cittadini che in tutto il mondo sono stati colpiti dal Covid-19. Lo dobbiamo al futuro di questo pianeta: il futuro o è per tutti o non è per nessuno, come l’anno trascorso ci ha dimostrato”.

“La diffusione e la distribuzione del vaccino – e delle migliori cure che la scienza va elaborando – richiedono alleanze globali, non egoismi, esigono politiche che realizzino l’accesso equo e tempestivo ai farmaci, basato sulla condivisione e non guidato da logiche di profitto. Coerentemente con questa visione, – ha ricordato Mattarella – l’Italia è stata fra i principali promotori della risposta multilaterale alla pandemia, contribuendo anche finanziariamente alla Covax Facility, che garantirà una vaccinazione di massa, inclusi i cittadini dei Paesi a reddito medio e basso. La ricerca scientifica, gli straordinari progressi della tecnica permettono di continuare a guardare con ottimismo a un futuro ricco di opportunità a beneficio di tutti, purché si coltivi comune senso di responsabilità”.

Passando al Mediterraneo – “un’area che molti popoli possono chiamare casa” che “tuttavia, durante l’ultimo decennio, è gradualmente diventata teatro di drammatiche crisi” – Mattarella ha citato in particolare la crisi libica e “le altre situazioni conflittuali, spesso anche tragicamente accantonate” che “producono non soltanto una dolorosa scia di lutti e tante umane sofferenze, ma sono moltiplicatrici di minacce transnazionali, di terrorismo, di radicalizzazione”.

Per il Capo dello Stato “occorre intervenire sulle radici profonde che alimentano questi fenomeni. Accanto alle misure di contrasto”, ha aggiunto, “servono azioni che vadano a incidere sulla crescita e lo sviluppo secondo modelli inclusivi e sostenibili, a partire da investimenti adeguati nell’istruzione, nella salute, nella cultura, per i giovani”.

Queste “sono sfide comuni a molte aree del mondo e, per affrontarle, non vi è altra scelta che infondere nuovo vigore al multilateralismo, contro resistenze che, mascherate con il rilancio di polverose parole d’ordine nazionalistiche, sono inevitabilmente causa di tensioni, di crisi e di povertà. I rapporti internazionali possono essere fondati soltanto su condivisione della responsabilità, su trasparenza, sulla centralità della persona e dei diritti umani, e l’Italia, con i valori di libertà, democrazia e pace che caratterizzano la sua Costituzione, intende contribuirvi”.

Al contrario, “il multilateralismo rischierebbe di tradursi in mera tecnica negoziale utile, talvolta, ad attenuare le tensioni, ma non certo in grado di orientare solide scelte di valore”.

L’Italia nel 2021 avrà la presidenza del G20 e la co-presidenza della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP26.

“Tre le dimensioni chiave che l’Italia ha deciso di porre al centro del dibattito: la persona, il pianeta e la ripresa economica (people, planet, prosperity)”, ha richiamato il Capo dello Stato. “Il proposito è di legare tra loro questi tre pilastri per superare anzitutto la drammatica condizione sanitaria che attraversa l’intero pianeta. In secondo luogo sanare le ferite inferte al tessuto sociale, ponendo rimedio a una crisi economica senza precedenti. Infine, e soprattutto, gettare le fondamenta per il domani, in cui una gestione moderna e sostenibile dell’ambiente sia al centro, se vogliamo che le prossime generazioni abbiano ancora a disposizione lo stesso pianeta ricco di risorse e di meraviglie naturali di cui noi abbiamo potuto godere”.

“Responsabilità – ha ribadito – non più procrastinabili in un mondo che sta mostrando tutta la sua vulnerabilità economico-sanitaria, alimentare, ambientale con drammatiche conseguenze per l’essere umano a partire dal dramma delle migrazioni di necessità”.

Nessun Paese, da solo, si è dimostrato in grado di proporre risposte efficaci alle crisi”, ha osservato Mattarella. “Serve un’azione decisa e coordinata, condotta da tutti i principali attori della scena internazionale, in cui l’Europa può essere qualificato attore, giovandosi della naturale complementarietà esistente fra le due sponde dell’Atlantico e di un sempre più articolato e consapevole rapporto con l’Africa”.

Quanto all’Unione Europea, essa “ha dimostrato nelle difficoltà rinnovato vigore, varando un’azione a largo raggio che ha coinvolto ambiti sinora dominio esclusivo dei Paesi membri, come quello della salute pubblica. Inoltre, sul tema dei cambiamenti climatici – rispetto ai quali si stanno manifestando incoraggianti segnali di ritorno sul campo di significativi protagonisti – l’Unione Europea ha saputo, nelle scorse settimane, assumere un ruolo trainante assumendo l’obiettivo di un taglio delle emissioni pari al 55% entro il 2030, puntando alla neutralità per il 2050. L’Italia ospiterà nell’ambito della Presidenza del G20 il Vertice mondiale della salute. Un’occasione unica per lanciare un messaggio di coesione, di unità, di fattiva collaborazione”.

Avviandosi alla conclusione, il presidente ha sostenuto che “l’aspirazione di gran parte dell’umanità è quello di poter, nel 2021, realizzare una svolta. Un desiderio che i Governi di tutto il mondo debbono saper raccogliere, arricchendo ancor di più la rete di collaborazione internazionale. Perché, nell’anno che volge al termine, alle drammatiche sofferenze patite, si è affiancata la percezione che la pandemia ha unito il destino dei popoli, ha reso ancor più espliciti i legami e gli equilibri che innervano il pianeta e l’intera umanità”.

“L’auspicio – ha concluso – è che il 2021 porti a maturazione ulteriore queste aspettative e questi intendimenti, e che il mondo, finalmente libero dalla pandemia, sappia apprezzare sempre di più i benefici della pace, della cooperazione e del rispetto reciproco fra tutte le nazioni”. (aise) 

Fonte: Mattarella: più compattezza e solidarietà nella comunità internazionale (aise.it)

Libia: liberi i pescatori italiani

Dopo 108 giorni di prigionia “i nostri pescatori sono liberi. Fra poche ore potranno riabbracciare le proprie famiglie e i propri cari”. Ad annunciarlo su Facebook il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, volato subito in Libia insieme al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

“Grazie all’Aise (la nostra intelligence esterna) e a tutto il corpo diplomatico che hanno lavorato per riportarli a casa”, ha aggiunto Di Maio, che ha indirizzato “un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo”.
“Il Governo continua a sostenere con fermezza il processo di stabilizzazione della Libia”, ha quindi aggiunto il ministro Di Maio. “È ciò che io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo ribadito oggi stesso ad Haftar, durante il nostro colloquio a Bengasi”.

I due pescherecci italiani di Mazara del Vallo erano stati sequestrati e trattenuti a Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar, da inizio settembre con i loro equipaggi: 18 persone in tutto, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi.

“Grande soddisfazione” è stata espressa anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha anche spiegato di apprezzare l’impegno del Ministero degli Esteri e dei nostri servizi di Informazione e Sicurezza “profuso per conseguire questo esito positivo”. (aise)

Fonte Libia: Liberi i pescatori italiani (aise.it)

Dario Signorini e “L’attualità della Collettività Italiana”

Il presidente dell’InterComites dell’Argentina, del Comites, della circoscrizione consolare di Buenos Aires, e di Fediba, Avv. Dario Signorini, martedì 15 dicembre, alle 20,30, su invito del Rotary Club di Flores ha tenuto via zoom la conferenza “L’Attualità della Collettività Italiana”.

L’incontro è stato presentato dal presidente del Rotary Club di Flores, Ida De Vincenzo, accompagnata dal vicepresidente Carlos Del Hoyo e dalla segretaria María Luisa Petrone. Vi hanno partecipato molti rotariani e alcuni rappresentanti della collettività italiana come José Laurino, presidente della Federazione delle Associazioni Cattoliche Italiane (FACIA) e Leonardo Schifani, ex console onorifico di Zarate, e membro di FACIA. Signorini ha parlato della storia delle associazioni italiane in Argentina e delle istituzioni che le rappresentano. Ha presentato il Comites e ha chiarito il suo ruolo. Ha detto che i Comitati degli Italiani all’Estero (Comites) sono stati istituiti nel 1985, e sono organismi rappresentativi della collettività italiana, eletti direttamente dai connazionali residenti all’estero nelle circoscrizione consolari in cui risiedono se hanno almeno tremila connazionali iscritti. I Comites sono composti da 12 membri o da 18 membri, a seconda che vengano eletti in Circoscrizioni consolari con un numero inferiore o superiore a 100 mila connazionali residenti. Oltre ai membri eletti di cittadinanza italiana, possono far parte del Comitato, per cooptazione, cittadini stranieri di origine italiana in misura non eccedente un terzo dei componenti, a Buenos Aires sono sei.

Il Comites è una specie di parlamento con il compito di tutelare e difendere gli italiani della circoscrizione di appartenenza. Ha affermato che dalla sua fondazione il Comites di Buenos Aires ha ottenuto vari successi, come un costo speciale delle prestazioni mediche dell’Ospedale Italiano per gli italiani che si dirigono al noto nosocomio attraverso il Comites, e un sempre miglior funzionamento del Consolato Generale.

Parlando del Consolato Generale di Buenos Aires ha fatto notare che ha un’utenza di circa 350mila abitanti, più di quelli di Bologna, e un numero enorme di richiesta di cittadinanze. Tra gli obiettivi attuali ci sarebbe quello di far costruire vicino al Monumento di Cristoforo Colombo, sul lungo fiume Nord “Costa nera” un museo dell’immigrazione italiana sulle orme di quello dell’Emigrazione Italiana, Museo Galata, che si trova in Italia, a Genova.  Alla fine della dissertazione del Presidente del Comites, gli assistenti si sono congratulati con lui per il suo lavoro al servizio della collettività italiana.

Edda Cinarelli

Italia-Argentina: sostegno alle microimprese con il progetto dell’Ambasciata

L’ambasciatore italiano in Argentina Giuseppe Manzo e lo chef Donato De Santis hanno presentato ieri al Ministro de Producion Matias Kulfas “Formazione è potere”, un progetto per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile attraverso la creazione di microimprese nel settore della ristorazione soprattutto nelle zone più povere dell’area metropolitana di Buenos Aires.

Nel corso dell’incontro, Manzo ha presentato al Ministro Kulfas anche il progetto dell’Ambasciata di un ciclo di seminari su innovazione e sostegno alle start up partito oggi, 16 dicembre, con l’incontro “Economia Circular” organizzato con la Fondazione Symbola.

“PMI e microimprese sono uno dei punti di forza da cui ripartire per rilanciare il sistema economico argentino e rafforzare la collaborazione fra Italia e Argentina anche con iniziative in linea con le priorità della nostra Presidenza G20” ha dichiarato l’ambasciatore Manzo al termine dell’incontro.

Al Ministro, il diplomatico ha illustrato agenda e calendario della Presidenza G20 nel 2021; Manzo e Kulfas hanno quindi discusso sui principali dossier della “eccellente cooperazione economica” tra i due paesi e sulle opportunità per sostenere il ruolo e la presenza delle imprese italiane operanti in Argentina. (aise)

Fonte: Italia-Argentina: Sostegno alle microimprese con il progetto dell’Ambasciata (aise.it)

Premiate Vera Jarach Vigevani e Lita Boitano

Il presidente argentino Alberto Fernández, insieme alla sua vicepresidente, hanno consegnato a Buenos Aires, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, i premi ‘Azucena Villaflor’ a personalità che hanno tenuto testa con coraggio all’ultima dittatura (1976-1983), fra cui le ‘Madri’ di Plaza de Mayo italiane Vera Jarach Vigevani e ‘Lita’ Boitano.

Nella cerimonia, avvenuta nella emblematica Scuola di meccanica della Marina (Esma), da cui partivano i ‘voli della morte’ attraverso cui si gettavano in mare e nel Rio de la Plata gli oppositori, il capo dello Stato ha sottolineato che “una autentica riconciliazione fra gli argentini passa attraverso il ricordo dell’accaduto e una richiesta di giustizia”.

Ricordando questo riconoscimento l’ospite della Casa Rosada ha ribadito che noi “vogliamo un Paese che non dimentichi, che cerchi la giustizia, e che cerchi la verità”.

Per questo, ha concluso, “oggi siamo qui per consegnare il riconoscimento in particolare a queste donne coraggiose che hanno dovuto affrontare la tragedia di perdere i loro figli, ma che non per questo hanno smesso di lottare”.

Uno dei premi è stato assegnato ‘post mortem’ a Víctor Basterra, un fotografo che, da detenuto nella Esma, riuscì a far uscire dal centro di tortura numerosi documenti fotografici dei militari responsabili delle torture.

Fra i premiati di quest’anno c’erano anche la ‘Madre’ di Plaza de Mayo, Vera Jarach, milanese di 92 anni, la cui unica figlia Franca, fu sequestrata il 25 giugno 1976; e Angela ‘Lita’ Boitano, presidentessa dell’Associazione dei detenuti ‘desaparecidos’, che durante la dittatura perse entrambi i figli, Michelangelo e Adriana.

Maurizio Salvi

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