Nel giorno del Siciliano, il pensiero corre rapido a René Favaloro, e si plaude all’iniziativa del Comites che ha commissionato un busto per ricordarlo. Favaloro è nato in Argentina, a La Plata, da una famiglia emigrata dall’isola di Salina, in provincia di Messina. Il nonno, Geronimo, probabilmente il vero nome era Girolamo, aveva nell’isola un podere che coltivava a vigna. Per il clima e per la terra particolarmente fertile, ne ricavava un’uva squisita da cui estraeva un vino molto apprezzato, che vendeva in terraferma.
Tutto andava bene, la famiglia doveva lavorare duramente ma non era povera, seguiva un ritmo di vita antico e destinato a perdurare fino a quando è arrivata la filossera a sparigliare le carte. Le piante di vite si sono ammalate e la famiglia, preoccupata per la sua economia, ha dovuto prendere un’inaspettata decisione: quella d’emigrare alla ricerca di un futuro più stabile. Ha deciso così di venire in Argentina.
Il figlio di Geronimo era ebanista, il nipote fin da piccolo ha dimostrato il desiderio di fare il dottore, spinto probabilmente dal desiderio d’essere utile agli altri. La sua è un esempio della tipica famiglia di emigranti, che con sforzo, dedizione, onestà è riuscita ad ascendere socialmente. René ha studiato molto, nei momenti liberi aiutava il padre in bottega, è arrivato all’Università, dove si è laureato in medicina.
Nel 1949, appena laureato, è entrato nel Policlinico de La Plata come aiuto-medico. Ha iniziato come medico praticante, nel giro di pochi mesi, è stato confermato. Gli hanno chiesto allora di compilare una scheda con i suoi dati personali ma, nell’ultima pagina, doveva firmare che accettava la dottrina del governo. Si è rifiutato di farlo motivato dal fatto di avere meriti più che sufficienti per il posto e di non voler tradire i suoi ideali di libertà d’opinione.
In seguito ha lavorato alcuni anni come medico di campagna poi si è trasferito negli USA, in Ohio, dove nella Cleveland Clinic si è specializzato in cardiologia e nel 1967, ha realizzato il primo intervento di bypass. Nel 1971 è tornato in Argentina per ricongiungersi con i suoi familiari e ripagare con il suo lavoro il paese d’accoglienza delle enormi possibilità che gli aveva offerto, e il sogno nel cassetto di sviluppare in Argentina un centro di eccellenza simile a quello della Clinica di Cleveland, combinando cure mediche a ricerca scientifica.
Nel 1975 è riuscito a coronare il suo sogno ed ha istituto la Fondazione Favaloro, un’istituzione scientifica dedicata all’educazione medica e alla ricerca in cardiologia. Il medico aveva ottenuto prestigio, fama, ed era diventato una delle eccellenze dell’Argentina, nonostante questo, con il passare del tempo la situazione economica della Fondazione ha cominciato a fare acqua. Già a cavallo del 2000 aveva un marcato deficit economico multi cause, così il 29 luglio 2000, il medico, dopo aver chiesto ripetutamente aiuto al Presidente della Repubblica Argentina, Fernando De la Rua e ad altri numerosi dirigenti, criticando il sistema sanitario e la corruzione imperante tra i politici, si è suicidato con uno sparo al cuore.
Sono passati molti anni, il ricordo di questo dottore continua a essere forte tra la popolazione come emblema di persona onesta, intelligente, studiosa, che ha ottenuto il successo grazie allo sforzo e allo studio.
Il Comites di Buenos Aires, presieduto dall’avvocato Dario Signorini, ha commissionato allo scultore Juan Di Stefano un busto del medico, per farlo istallare in Plaza Houssay, di fronte alla facoltà di Medicina, dove potrebbe vederlo un’infinità di giovani. Con questo fine ha presentato un disegno di legge nel Parlamento (Legislatura) della città di Buenos Aires ma per ottenere che il ddl si trasformi in legge ha bisogno della firma dei cittadini che possono aderire attraverso la piattaforma Si change.org
Si prega di firmare la petizione
Edda Cinarelli