Il 2023 – anno che promette di essere politicamente intenso in Argentina, considerate le elezioni presidenziali che si terranno nel secondo semestre – è iniziato con il VII Vertice CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi) ospitato a Buenos Aires il 24 gennaio. Il Vertice – insieme all’incontro con il Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva – ha offerto al Presidente Alberto Fernandez l’occasione non solo per consolidare la sua immagine di statista ma anche per elevare la propria postura a quella di grande leader della sinistra latinoamericana, in un tentativo di allontanarsi dall’ingombrante presenza della Vice Presidente Cristina Kirchner e di competere con lei sul suo stesso terreno.
Al Vertice CELAC hanno partecipato 33 delegazioni, di cui 14 guidate da Capi di Stato e di Governo (assente il Segretario Generale dell’OSA Luis Almagro, non invitato da Fernandez, mentre hanno inviato messaggi video il messicano Andres Manuel Lopez Obrador e il venezuelano Nicolas Maduro, con quest’ultimo che ha cancellato all’ultimo la sua partecipazione a causa di un’asserita “imboscata” ai suoi danni “da parte dell’ultradestra”, a seguito della denuncia presentata dalla Presidente del PRO Patricia Bullrich ed era presente quale ospite anche il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Fernandez ha inaugurato i lavori dando il bentornato al Brasile, che aveva sospeso la partecipazione alla CELAC durante la Presidenza di Bolsonaro, e ha posto l’accento sulla necessità di lavorare insieme per unire la regione latinoamericana e caraibica e affrontare le “mancanze” del sistema economico emerso dalla globalizzazione. Un altro passaggio è stato dedicato all’esigenza di proteggere la democrazia, messa a repentaglio da una “destra recalcitrante e fascista” che minaccia “ciascuno dei nostri popoli”. Fernandez ha proseguito con una difesa dei regimi di Cuba, Nicaragua e Venezuela (“tutti i qui presenti sono stati scelti dai propri popoli”), e ha reiterato la consueta condanna dell’embargo e delle sanzioni occidentali contro L’Avana e Caracas.
A seguire, il Ministro degli Esteri Santiago Cafiero ha ripercorso le attività svolte dell’Argentina durante la Presidenza pro-tempore della CELAC iniziata il 7 gennaio 2022, illustrando cinque aree tematiche di interesse prioritario per l’organizzazione: politiche sanitarie, del lavoro e sociali; scienza e tecnologia; cooperazione ambientale e gestione del rischio di calamità; cultura e istruzione; emancipazione femminile. Cafiero ha anche dedicato attenzione all’attività extra-regionale della CELAC, che sotto la gestione di Buenos Aires si è avvicinata alla Cina, all’India, all’Unione Africana e all’Unione Europea. Sullo slancio del lavoro svolto, il Cancelliere ha poi dichiarato che il 17 giugno Buenos Aires ospiterà un Vertice del Mercosur e, il 27 luglio, si terrà a Bruxelles un Vertice CELAC-UE.
Da segnalare, nel successivo dibattito, le critiche del Presidente uruguayano Luis Lacalle Pou contro Cuba, Nicaragua e Venezuela (“qui ci sono Paesi che non rispettano la democrazia né i diritti umani”) e la sua avvertenza sul rischio di “ideologizzazione” del summit, il riferimento alla diaspora venezuelana da parte del Presidente paraguaiano Mario Abdo Benitez, l’appello del Presidente cileno Gabriel Boric per la liberazione degli oppositori politici in Nicaragua e lo svolgimento di elezioni libere in Venezuela. I partecipanti hanno anche espresso preoccupazione per la situazione politica in Peru, senza tuttavia formulare un giudizio unanime.
In conclusione, dopo aver acclamato il Presidente di Saint Vincent e Grenadine, Ralph Everard Gonsalves, quale nuovo Presidente pro-tempore della CELAC, le delegazioni hanno adottato all’unanimità la Dichiarazione di Buenos Aires. L’ampio documento, suddiviso in 111 punti, tocca tutti gli aspetti di cooperazione tra i Paesi della regione. Tra di essi, vengono menzionati in particolare: la tutela della democrazia e il rispetto dei diritti umani; la sicurezza alimentare ed energetica; l’agevolazione del credito da parte delle istituzioni finanziarie internazionali a favore dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia; il cambiamento climatico; la transizione digitale; la lotta contro narcotraffico e corruzione; la fine dell’embargo contro Cuba; il dialogo tra governo venezuelano e opposizione. Si coglie inoltre l’occasione per segnalare la manifestazione di sostegno – mai espressa fino a oggi – da parte dei Paesi CELAC a favore della candidatura di San Carlos de Bariloche a ospitare l’Esposizione Universale specializzata del 2027.
Il Vertice CELAC è stato preceduto dalla prima visita all’estero del neo Presidente Lula, venuto a Buenos Aires nel bicentenario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche per rilanciare la relazione strategica con l’Argentina dopo la “parentesi” di Bolsonaro, facendosi anche portavoce di un messaggio di solidarietà delle sinistre latinoamericane contro l’avanzata delle destre nel continente.
Il 23 gennaio – giornata piena di impegni istituzionali e incontri con imprenditori e società civile (incluse le Madres e Abuelas di Plaza de Mayo) – Lula e Fernandez hanno presenziato alla firma di diversi accordi tra i Ministri di entrambi i Paesi. Tra di essi, in particolare: una lettera d’intenti per la produzione di veicoli militari IVECO “Guarani 6×6”; una dichiarazione congiunta in ambito sanitario per cooperare su uguaglianza di genere, diritti sessuali e riproduttivi, salute mentale; un programma per la collaborazione scientifica; un MoU tra i Ministri dell’Economia per l’integrazione economica e finanziaria che prevede una maggiore integrazione finanziaria, la riduzione delle barriere allo scambio di beni e servizi, l’agevolazione del commercio mediante l’implementazione di strumenti di finanziamento delle importazioni gestiti da istituti bancari garantiti dai rispettivi governi. Lula, Fernandez e il Ministro dell’Economia Sergio Massa hanno anche auspicato la creazione di una moneta unica tra Argentina e Brasile (“è qualcosa che accadrà”, ha detto Lula), eventualmente aperta anche alla partecipazione di altri partner, per agevolare l’interscambio all’interno del Mercosur e della regione. Il Presidente brasiliano ha poi manifestato il potenziale interesse del suo Paese a finanziare il gasdotto Nestor Kirchner per lo sfruttamento del gas di Vaca Muerta che, dopo aver raggiunto la Provincia di Buenos Aires, “se ci sarà l’interesse degli imprenditori e del Governo”, potrebbe essere esteso fino al Brasile. I due Presidenti hanno riconosciuto l’importanza del Mercosur, sottolineando la priorità di finalizzare l’accordo commerciale con l’Unione Europea, nonostante le preoccupazioni derivanti dalle “misure unilaterali protezioniste europee che possono sbilanciare l’equilibrio dell’accordo”. E’ stata anche richiamata la rivitalizzazione dell’organizzazione regionale UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane), da cui Argentina e Brasile si sono ritirate nel 2018.
Al netto degli accordi siglati durante la visita, la presenza di Lula a Buenos Aires ha offerto soprattutto l’occasione per rinsaldare il sodalizio tra peronismo e Partido dos Trabalhadores, un’intesa – già registrata tra gli allora Capi di Stato Cristina Kirchner e Dilma Rousseff – che dovrebbe facilitare il rafforzamento delle relazioni tra Argentina e Brasile, appianando le divergenze createsi tra l’Amministrazione di Fernandez e quella di Bolsonaro. In conferenza stampa, Lula ha dato prova di grande sintonia con il suo omologo, chiedendo scusa al popolo argentino “per tutte le cattiverie e offese” dette dal suo predecessore (“un genocida”) contro Fernandez; una battuta prontamente raccolta da Fernandez stesso, secondo il quale “in Brasile è passato Bolsonaro e in Argentina Macri”. Analoga concordanza si è registrata nella condanna degli attacchi alle istituzioni brasiliane e nella difesa della democrazia, cui è stata assimilata – con un richiamo alle vicende giudiziarie della Vice Presidente Cristina Kirchner – l’importanza che il potere giudiziario sia indipendente, evitando che la giustizia venga usata come strumento di persecuzione politica.