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September 2020

E’ morto Quino, il disegnatore argentino padre di Mafalda

E’ morto in Argentina Joaquín Salvador Lavado, conosciuto in tutto il mondo come Quino, disegnatore del celebre personaggio di Mafalda, la bambina contestatrice e polemica protagonista delle sue strisce. Considerato l’umorista in lingua spagnola più tradotto al mondo, si è spento a Mendoza, dove era nato nel 1932 e dove era tornato nel 2017 dopo la morte della moglie Alicia.

Veniva da una famiglia di immigrati spagnoli originari di Malaga, e rimase orfano di padre a 14 anni. Aveva fin dal piccolo coltivato la passione per il disegno grazie a uno zio che faceva il grafico, e pubblicò le sue prime vignette negli anni Cinquanta (poi raccolte nel libro Mundo Quino). Mafalda invece nacque tra il 1962 e il 1963. Quino l’aveva ideata per la pubblicità delle lavatrici Mansfield, ma il committente non apprezzò i disegni. Così la piccola Mafalda restò nel cassetto fino al 1964, quando fece la sua comparsa sulle pagine del giornale di Buenos Aires Primera plana, per poi passare al quotidiano El Mundo l’anno successivo. Gli albi delle sue strisce, realizzati a partire dal 1966 in Argentina e tradotti in più di trenta lingue negli anni successivi, hanno venduto milioni di copie (ln Spagna, a inizio anni Settanta, le sue storie furono censurate dal franchismo). In Italia apparve nel 1968, in un’antologia di Feltrinelli con testi letterari e disegni umoristici che si intitolava Il libro dei bambini terribili per adulti masochisti. Bompiani pubblicò poi il primo albo, col titolo Mafalda la contestaria: la prefazione era di Umberto Eco.

Mafalda era diventata anche un personaggio cinematografico: con un film argentino di 75 minuti, di cui Quino si era dichiarato non soddisfatto, poi con due serie d’animazione. Tuttavia, l’enorme popolarità della sua eroina non impedì a Quino, nel 1973, di farla finita con la sua bambina geniale (e con la banda di personaggi che la circondava, incluso l’idealista Felipe, il suo preferito), dedicandosi ad un altro genere di vignette, dalla vena sofisticata e politica, che sarebbero state pubblicate negli anni Novanta sul supplemento domenicale dello spagnolo El País e che sarebbero confluite in volumi come Quinoterapia e Quanto è cattiva la gente (editi in Italia, come le strisce di Mafalda, dall’editore Salani).

Dagli anni Settanta, allontanandosi dall’Argentina in mano alla dittatura di Videla, aveva vissuto a Milano e in seguito anche a Madrid e Parigi, prima di rientrare in patria con la moglie Alicia.

Scriveva Eco nel 1969, dopo aver messo a paragone Mafalda con Charlie Brown, che la ragazzina di Buenos Aires era  un “eroe del nostro tempo”: “non sembri questa una qualifica esagerata per il piccolo personaggio di carta e fumo che Quino ci propone. Nessuno ormai nega che il fumetto sia (quando raggiunge alti livelli di qualità) una spia del costume: e in Mafalda si riflettono le tendenze di una gioventù irrequieta, che qui assumono l’aspetto paradossale di un dissenso infantile, di un eczema psicologico da reazione ai mass media, di un’orticaria morale da logica dei blocchi, di un’asma intellettuale da fungo atomico. Siccome i nostri figli si avviano a diventare – per nostra scelta – tante Mafalde, non sarà allora imprudente trattare Mafalda col rispetto che merita un personaggio reale”.

Daniel Jorge Divinsky, storico editore argentino, che pubblicava gli albi di Quino fin dagli esordi, ha così commentato la sua scomparsa: “Lo piangeranno tutti gli uomini buoni, in Argentina e nel mondo”.

Lara Crinò (pubblicato da La Repubblica il 30/09/2020)

Fonte https://www.repubblica.it/robinson/2020/09/30/news/e_morto_quino_il_disegnatore_argentino_padre_di_mafalda-269012337/?fbclid=IwAR2vWNg9t5nUjxj1ZUiQB3o6aW2w2LWFZSUVnip0WdaDIHchxwVi2cxtN8c

Nuovo gruppo al MAECI per promuovere la lingua e la cultura italiana nel mondo

È stato istituito all’inizio di questa settimana il “Gruppo di lavoro consultivo per la promozione della cultura e della lingua italiana all’estero”. Un’iniziativa voluta della Direzione Generale Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

I lavori del Gruppo consultivo, riunitosi l’altro ieri, 28 settembre, in video-conferenza, sono stati coordinati dal MAECI e hanno visto la partecipazione di numerosi soggetti istituzionali tra i quali rappresentanti dell’Accademia della Crusca, del CGIE (Consiglio Generale Italiani all’Estero), della CRUI (Conferenza Rettori Università italiane), della Dante Alighieri, di Eduitalia, del MIBATC (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo), del MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca), di RAI Italia, di Unitalia e delle Università per Stranieri.

In particolare si è discusso di diversi argomenti delle numerose iniziative assunte dal MAECI in risposta all’emergenza COVID-19 e del programma per il potenziamento della promozione della cultura e della lingua italiana all’estero.

L’obiettivo, come riportato da Eduitalia in una nota, è quello di continuare a dare un forte sostegno al Sistema Paese e un deciso supporto al Made in Italy in tutte le sue declinazioni culturali con le quali si propone al pubblico internazionale.

In particolare, il futuro lancio di un nuovo portale della lingua italiana che sarà denominato “Italiana” e che, oltre ad avere la funzione di diffusione del nostro meraviglioso idioma, sarà punto di riferimento nel segnalare tutte le iniziative della Rete italiana all’estero.

A proposito di iniziative nel 2021, saranno numerose quelle previste a livello mondiale per commemorare Dante Alighieri, del quale ricorrerà il 700° anniversario della morte. Inoltre, a breve, ci sarà la XX Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (che si terrà dal prossimo 19 al prossimo 25 ottobre), che avrà come titolo “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti”. Poi, per la XX settimana della Lingua Italiana del mondo, ci sarà l’inaugurazione di un importante evento al quale hanno aderito i principali fumettisti italiani che, con le loro eccezionali opere, contribuiranno a modo loro a promuovere la cultura italiana. La consapevolezza è che sia il fumetto che la novella grafica sono due generi molto apprezzati soprattutto dai giovani del mondo asiatico, europeo e nord americano e costituiscono entrambi un interessante veicolo di promozione.

Sono stati, causa forza maggiore, rinviati gli Stati Generali della Lingua, che dal 2014 sono stati occasione di incontri biennali per un’approfondita riflessione sull’andamento della Lingua Italiana nel mondo (e anche per la costituzione di importanti gruppi di lavoro che tanto hanno dato anche al nostro settore tra i quali su tutti il Gruppo di lavoro “Promozione della Lingua Italiana e Attrazione degli studenti stranieri”).

Eduitalia, nel suo intervento, ha messo in evidenza l’attuale supporto ai progetti di politica culturale delle Rappresentanze italiane in Russia e Stati Uniti e ha espresso la propria gratitudine al MAECI e alla sua Direzione Generale Sistema Paese per contribuire a mantenere viva l’attenzione sulla promozione dell’Italia nel mondo in un momento così duro e dal futuro incerto.

Per Eduitalia, partecipare al Gruppo di lavoro consultivo, come scrivono in una nota, “è una preziosa occasione per dare centralità all’attrazione degli studenti internazionali e per contribuire alla promozione del settore Study Abroad che – sempre più negli anni- è stato oggetto di particolare attenzione e supporto del Ministero”. (aise) 

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/promuovere-lingua-e-cultura-nuovo-gruppo-al-maeci/150786/160

Fast-It anche in inglese, spagnolo e portoghese

Da ieri, 29 settembre, la Farnesina ha comunicato che sono online anche le versioni in lingua inglese, spagnola e portoghese del portale dei servizi consolari “FAST IT“.

Il portale, attraverso il quale vengono al momento gestite la quasi totalità delle pratiche AIRE (iscrizioni e cambi di indirizzo) da parte del Consolato Generale d’Italia a Londra, garantisce visibilità, tracciabilità e facilità di comunicazione fra i cittadini e l’Autorità consolare.

Le versioni rilasciate online garantiscono ai cittadini italiani la cui lingua madre è diversa dall’italiano un approccio più semplice ed efficace ai servizi consolari.

Il Consolato Generale d’Italia a Londra ha processato attraverso FAST IT nel 2019 oltre 82 mila pratiche, mentre nel 2020 sono già 70 mila quelle ultimate.

L’utilizzo di FAST IT da parte di utenti e Consolato Generale ha permesso di velocizzare la trattazione delle richieste, contribuendo all’azzeramento dell’arretrato nel settore AIRE. Attualmente, infatti, le pratiche vengono lavorate entro massimo 2/3 giornate lavorative, secondo quanto riporta il sito del Ministero degli Affari Esteri.

FAST IT ha utenti in tutto il mondo. Rappresenta una nuova modalità di interazione fra cittadini e istituzioni e ha notevolmente semplificato la gestione del settore AIRE. (aise) 

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/fast-it-anche-in-inglese-spagnolo-e-portoghese/150812/160

L’Ambasciatore Manzo: “puntare sui giovani”

La numerosa comunità italiana d’Argentina è stata al centro della lunga audizione che ieri, in Commissione Affari Esteri del Senato, ha visto protagonisti – in videoconferenza – l’Ambasciatore Giuseppe Manzo, il Console Generale a Buenos Aires, Marco Petacco, e il Console Generale a Bahia Blanca, Antonio Petrarulo.

L’audizione, seguito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e le esigenze delle comunità degli italiani nel mondo, è stata introdotta dal presidente Petrocelli.

“Per una realtà quale l’Argentina, l’indagine conoscitiva della Commissione Esteri del Senato può abbracciare varie dimensioni, compreso il ruolo che una comunità così numerosa e radicata ha per la promozione dell’Italia e dei suoi interessi nel mondo e in questa regione”, ha esordito Manzo. “Infatti, in un’ottica strategica, tesa a promuovere l’interesse nazionale nel lungo periodo, si può guardare all’Argentina e all’America Latina come già nei decenni passati si guardava ad altri continenti per le opportunità economiche che offrivano in prospettiva”.

L’ambasciatore, quindi, ha ricordato che “il 20% delle riserve mondiali di petrolio è in America Latina; solo in Argentina il giacimento Vaca Muerta è il secondo al mondo per shale gas e il quarto per shale oil; più del 50% del litio del mondo si estrae tra Argentina-Cile-Bolivia; il Sud America è il continente con maggiori riserve di acqua dolce accessibili; sulle risorse alimentari, l’Argentina (ottavo Paese più grande al mondo, con il 53%) è il primo esportatore mondiale di biodiesel e il secondo per soia e mais. Un simile processo di potenziale crescita del ruolo strategico della regione latino-americana – ha osservato il diplomatico – porta con sé opportunità, di natura economica (grandi opere, macchine per l’agroindustria), ma anche di tipo sistemico, valoriale, relative all’affermazione di modelli sociali – e dei prodotti che questi modelli esprimono – in un mercato potenziale di 500 milioni di persone. Se riferiti all’Argentina, questi modelli restano fortemente influenzati da quelli europei e italiani”.

Quanto alla comunità italiana, quella in Argentina “è la più grande al mondo”; non solo: “20 dei 45 milioni di argentini ha origini italiane. Si tratta di un patrimonio eccezionale, una straordinaria eredità, che ha creato un modello culturale di riferimento unico: metà della popolazione di un Paese ha un forte attaccamento ad un altro Paese. Non è il concetto “vivere all’italiana”, non è l’italianità – ha spiegato Manzo – è qualcosa di più”.

A sostegno della sua tesi, l’ambasciatore ha citato l’inaugurazione, l’anno scorso, della prima cattedra di italicità al mondo, all’Università di Mar del Plata, dove, ha spiegato, “si studia il modello locale di italianità e i suoi effetti sulla società. Il concetto di italicità sta a significare, nello specifico argentino, che il 3 giugno si festeggia insieme il padre della patria e inventore della bandiera argentina, Manuel Belgrano, e l’eredità dell’immigrazione italiana. In una sorta di identificazione rappresentata da un eroe argentino, figlio di una famiglia immigrata da Oneglia a metà del ‘700 e figlio di quei valori, italici appunto, su cui solo nei decenni successivi sarebbero state costruite le due nazioni, Italia e Argentina”.

E ancora: “il secondo più grande e prestigioso teatro argentino, il Coliseo, una struttura che ospita 1.800 spettatori, centrale per la cultura locale, vede il demanio italiano come proprietario dell’edificio storico che lo ospita e l’Ambasciatore italiano pro-tempore è il presidente della Fondazione che lo gestisce. E, per questo motivo, su iniziativa del Governo, il Parlamento italiano ha approvato nell’ultimo bilancio un finanziamento triennale di 500 mila euro”.

Ricordato che “tra il 1870 e il 1960 si calcola siano arrivati nel Paese 3 milioni di italiani, con una provenienza regionale eterogenea (quelli di origine piemontese in Argentina sono i più numerosi, oltre 110 mila, ma c’è anche una comunità di italiani discendenti di immigrati dalla Val d’Aosta)” per Manzo “è decisamente prioritario, in un’ottica strategica di lungo periodo, investire affinché questa eredità unica abbia una prospettiva di sviluppo futuro e favorisca il ruolo dell’Italia in tanti settori, non solo quello economico, ma anche, ad esempio, nell’affermazione del modello italiano di lotta alla criminalità transnazionale, dove sta lavorando con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e le Forze dell’Ordine, soprattutto Guardia di Finanza e Carabinieri, che collaborano con i colleghi argentini”.

Tuttavia, ha tenuto a precisare Manzo, “se si vuole rinnovare l’attaccamento all’Italia, occorre puntare sui giovani della comunità italiana e tener conto che le nuove generazioni guardano all’Italia in modo diverso (solo il 10% degli italiani qui residenti sono nati in Italia). In effetti, ci si trova di fronte a giovani pronti a prendere l’eredita dei propri padri e dei propri nonni, capaci di fare rete, di parlare di temi nuovi e che, quindi, vanno sostenuti per sviluppare una “cittadinanza attiva”. In proposito, l’attuale dirigenza dalla comunità è molto attiva. Ad esempio, la scorsa estate è stato organizzato un incontro con 80 giovani leader della comunità”.

La globalizzazione, ha proseguito, “sembra stia offrendo anche una inattesa opportunità di ridurre le distanze che negli anni si sono create tra l’Italia e la sua rappresentazione in Argentina. E, in questo, possono giocare un ruolo anche i nuovi flussi di giovani italiani che arrivano in Argentina. I nuovi flussi migratori di giovani italiani che hanno deciso negli ultimi dieci anni di venire in Argentina sono caratterizzati, infatti, da alcune tendenze interessanti: oltre il 70% ha un titolo universitario; quasi il 70% di loro aveva già vissuto all’estero prima di arrivare in Argentina; il 78% svolge un lavoro adeguato o superiore alla propria qualifica professionale; il 50% aveva già legami in Argentina.

Per favorire questa osmosi la Farnesina ha promosso l’iniziativa “Turismo delle radici”, conducendo una rafforzata azione di promozione culturale che favorisce questo scambio”.

Quanto ai servizi consolari “nel Paese, tutti gli uffici – Ambasciata, Istituti Italiani di Cultura e Consolati – usano nuove tecnologie e strumenti che consentono di fornire servizi nuovi e migliori: Whatsapp per gestire appuntamenti a Buenos Aires; la digitalizzazione; il funzionario “itinerante” per le regioni più lontane del Paese; aumentando del 50% la capacità di processare le richieste di passaporti”.

Ambasciata e Consolati “hanno operato intensamente durante il lockdown scattato, sulla base dell’esperienza europea, immediatamente con una quarantena e un blocco delle frontiere e dei voli che dura da oltre sei mesi. In questi 180 giorni Ambasciata, Consolati e Istituti di Cultura hanno dovuto fronteggiare l’emergenza, ma al tempo stesso gestire l’ordinario, sviluppando metodi di lavoro nuovi, strumenti innovativi. Tutto il lavoro svolto, peraltro, è stato raccolto in un documento, un giornale di bordo sui 180 giorni di quarantena in Argentina, condiviso con la Farnesina e tutta la rete all’estero affinché l’esperienza di adattamento e innovazione sviluppata in queste circostanze eccezionali non vada perduta”.

L’Ambasciatore ha infine sottolineato “i meriti del personale impegnato, soprattutto perché l’azione di assistenza si è rivelata determinante, visto che si è riusciti a rimpatriare migliaia di italiani prima che arrivasse il picco del contagio”. (aise) 

Fonte https://www.aise.it/lavori-parlamentari/italiani-in-argentina-lambasciatore-manzo-in-senato-puntare-sui-giovani/150774/157

Il Console Generale d’Italia a Bahía Blanca Petrarulo: “le nuove tecnologie sono indispensabili per i servizi consolari”

Per garantire servizi in una circoscrizione consolare grande tre volte e mezzo l’Italia le nuove tecnologie sono indispensabili. A sottolinearlo è stato il Console Generale a Bahia Blanca, Antonio Petrarulo, che ieri, insieme all’Ambasciatore italiano in Argentina Giuseppe Manzo, e al Console generale a Buenos Aires Marco Petacco, si è collegato in videoconferenza con la Commissione Affari Esteri del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e le esigenze delle comunità degli italiani nel mondo.

Il Consolato Generale a Bahia Blanca “ha competenza su una circoscrizione vasta poco più di un milione di km quadrati, circa tre volte e mezzo l’Italia con un’anagrafe consolare di 72.000 residenti iscritti” ha esordito Petrarulo, aggiungendo che “nel contesto della pandemia dal Covid-19, la molteplicità di situazioni di emergenza e la vastità del territorio hanno definito un binomio operativo realmente “nuovo”, perché senza precedenti, che ha imposto un approccio ancor più pragmatico dell’assistenza”.

“Circa i servizi ai connazionali residenti nella circoscrizione, in un contesto con queste caratteristiche geografiche, cui si affianca un sistema di trasporti interno che predilige i trasferimenti su strada, – ha puntualizzato Petrarulo – il Consolato ha dovuto realizzare una profonda riflessione su come agevolare l’erogazione dei servizi in favore di utenti che per usufruirne devono necessariamente affrontare – in molti casi – le difficoltà legate al raggiungimento della sede. Questa riflessione ha origine e si concretizza nel quadro della progressiva informatizzazione dei servizi avviata dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale”.

In primo luogo, “grazie alla predisposizione di nuove piattaforme, quali FAST IT, i connazionali possono realizzare online l’iscrizione all’AIRE e il cambio di indirizzo all’interno della stessa circoscrizione consolare, oltre alla possibilità di monitorare lo stato di lavorazione della propria istanza ed interagire con l’ufficio consolare, senza la necessità di recarsi in Consolato”.

“Altro strumento che si rivela decisivo, sotto molteplici fronti, dall’erogazione dei servizi consolari al rafforzamento dei contatti con le comunità italiane dislocate nei diversi angoli di una circoscrizione così vasta, – ha aggiunto il console generale – sono le missioni del Funzionario Itinerante. Grazie a missioni spot, adeguatamente programmate, è il Consolato (per mezzo di uno o due funzionari) che in certo modo si trasferisce per andare incontro a chi ha difficoltà nel raggiungere la Sede. Nel 2019 dal Consolato generale a Bahía Blanca sono state effettuate tre missioni nelle città di Ushuaia (nella Terra del Fuoco, a 2500 km. dalla sede del Consolato), San Carlos de Bariloche (distante circa 1000 km. da Bahía Blanca, nella Provincia di Rio Negro e Puerto Madryn (nella Provincia di Chubut, a circa 700 Km. da Bahía Blanca)”.

“La naturale evoluzione delle missioni del Funzionario Itinerante – ha poi spiegato Petrarulo – è l’allocazione dei terminali per l’acquisizione dei dati biometrici direttamente negli uffici della rete consolare onoraria, individuando sulla base di criteri ponderati quali strutture dotare di tale strumentazione. Si tratta di una fase già in essere, promossa dalla Farnesina, che si realizza in numerosi sedi, permettendo ai connazionali di ottenere il proprio passaporto senza doversi recare in Consolato”.

“A maggior ragione un Consolato generale “di frontiera” come quello di Bahía Blanca e mutuando la terminologia economica, è possibile tentare di raggiungere il punto di equilibrio tra domanda ed offerta, in materia di servizi, oltre che dotando la rete di maggiori risorse, “spostando” la curva dell’offerta grazie alla tecnologia. Ciò – ha ribadito – può avvenire proseguendo nel percorso virtuoso intrapreso dalla Farnesina, dello sviluppo e potenziamento degli strumenti informatici. La possibilità di poter formulare l’istanza di rilascio del passaporto via FAST IT, ad esempio, costituisce un decisivo passo in avanti che muterà la natura del servizio più richiesto dagli italiani all’estero. L’informatizzazione dei servizi è, in definitiva, il futuro a cui la Rete guarda e – ha concluso – a cui è importante assicurare il massimo sostegno possibile”. (aise) 

Fonte https://www.aise.it/lavori-parlamentari/italiani-a-bahia-blanca-nuove-tecnologie-indispensabili-per-i-servizi-consolari-il-console-generale-petrarulo-in-senato/150778/157

Interventi dei consiglieri nella plenaria del CGIE

Più di 100 persone si sono collegate online per partecipare alla 44esima assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, la prima in videoconferenza, aperta oggi dal Ministro Luigi Di Maio.
Tanti e vari gli interventi dei consiglieri e degli eletti all’estero che hanno preso parte ai lavori.

Della situazione dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, e in Ticino in particolare, anche alla luce del referendum di ieri, ha parlato Mirko Dolzadelli (Italia), esprimendo “preoccupazione” per i toni xenofobi contro gli italiani in Ticino; la Svizzera “ha chiesto di rivedere l’accordo fiscale del 2015 con l’Italia. Chiedo che la Farnesina senta anche il Cgie nelle audizioni fissate nelle prossime settimane e di riattivare il tavolo sullo statuto dei lavoratori frontalieri”.

Per Norberto Lombardi (Italia) una delle priorità maggiori rimane investire sulla promozione della lingua e della cultura italiana all’estero: “la Farnesina non può pensare di assistere gli italiani all’estero con strumenti ordinari quando la situazione è straordinaria”. Su tanti fronti, dal turismo alla cultura appunto, “mancano le indicazioni di interventi specifici”. La prossima legge di bilancio “sarà una coperta abbastanza corta, viste le risorse messe in campo con i decreti dell’emergenza” ma tutti dovrebbero lavorare perché ci siano i fondi per i corsi di lingua e cultura degli enti gestori, visto che “la Dante Alighieri ha già pensato per sé”.

Nuova consigliera al posto della dimissionaria Anna Ginanneschi, Maria Imburgia (Italia) ha parlato dei lavori svolti dalla seconda commissione, dai diritti alla previdenza, sostenendo che la necessità di “essere determinati, per essere determinanti”.

I risultati del referendum hanno dato spunto a Luigi Billè (Uk) per ribadire la necessità di avere un Ministero per gli italiani nel mondo, mentre Francesco Papandrea (Australia) ha criticato i consolati australiani che non hanno chiesto i fondi a disposizione della Farnesina per aiutare i connazionali, che invece hanno trovato assistenza presso la collettività. Quanto alla rappresentanza, per il consigliere occorre “rivedere la legge 459 per garantirne una adeguata a tutte e quattro le ripartizioni”.

Rimanendo in tema-referendum, Rodolfo Ricci (Italia) ha sostenuto che occorre “riflettere su risultati” ma ricordando che “le comunità hanno diritto di essere rappresentante ad un livello massimo”. Accennando ai lavori della Commissione di nomina governativa, Ricci ha sostenuto che “c’è bisogno di nuova politica integrale per l’emigrazione: il nostro interlocutore privilegiato è sempre stato il Maeci ma non significa che debba essere l’unico o che non serva un coordinamento ai massimi livelli con gli altri Ministeri. O lo fa il Maeci o si trovi una soluzione”.
Manfredi Nulli (Uk) ha annunciato ai colleghi che la conferenza stato – regioni – pa – cgie che, programmata in primavera dopo una gestazione lunghissima è stata rinviata a causa del covid, dovrebbe tenersi online entro la fine dell’anno.

Mariano Gazzola (Argentina) ha parlato delle difficoltà in America Latina dove l’emergenza covid è “ancora molto critica” visto che “in alcuni paesi ancora non è stato raggiunto il picco”, dunque può anche peggiorare. Serve più personale nei consolati, ha aggiunto prima di plaudire all’intervento di Di Maio.

Un telegrafico Riccardo Pinna ha preso la parola per denunciare “uno dei momenti più bassi del Cgie” senza voler chiarire quale, mentre la senatrice Laura Garavini (IV) da un lato ha annunciato che “presto potrebbero essere approvate misure speciali per gli enti gestori” e dall’altro si è detta contraria alla sperimentazione del voto elettronico per le elezioni politiche degli italiani all’estero.

Dal Belgio Fernando Marzo ha chiesto “video conferenze con la Dgit su temi centrali, come quello della circolare degli enti gestori uscita ad agosto, su cui nessuno ci ha consultato”, spiegando che gli effetti di queste politiche schizofreniche cominciano a vedersi: “al dipartimento di italianistica a Bruxelles quest’anno si sono iscritti in 8”.
Criticità nell’informazione durante il referendum: di questo ha parlato Franco Dotolo (Italia) riassumendo i lavori della Commissione informazione: “anche alla luce dell’emergenza, nonostante le nostre richieste, i consolati non hanno coinvolto i rappresentanti sul territorio per definire strategie di comunicazione; si è preferita una comoda e inefficiente discrezionalità”. Quanto alle informazioni divulgate dalla rete diplomatica “hanno raggiunto un’utenza limitata”; idem per le associazioni, ha detto Dotolo, spiegando che, per la Commissione, occorre seguire “
tre piste: rimodulare il sito del Cgie così che diventi collettore di informazioni, collegato ai social; puntare anche sui programmi radio sul web; rivitalizzare la rete delle testate italiane all’estero”. La commissione, poi, ha chiesto “chiarimenti sui contributi ai periodici e sui criteri seguiti per la diminuzione delle quote spettanti a quelli editi in Italia e all’estero”. Tra le proposte anche una rivolta ai Comites affinchè ciascuno avvii una “indagine per intercettare tutte le pubblicazioni nella propria circoscrizione”.

Da Nello Collevecchio (Venezuela) è arrivato un nuovo, accorato appello a “non abbandonare i connazionali residenti in un Paese che già era in emergenza prima del covid”; dal Brasile, Silvia Alciati ha invitato il Governo a non dimenticarsi degli italiani iscritti all’Aire che non possono tornare in Italia per le restrizioni decise dal Governo.
Secondo Tony Mazzaro (Germania) è ora che il Cgie contatti “i tanti italiani o politici di origine italiana che siedono nei consigli comunali, nei parlamenti regionali e nazionali” che potrebbero essere “alleati sul posto per le politiche di integrazione e i corsi di lingua”.

Secondo Fucsia Nissoli (FI) con il referendum “i connazionali ci hanno detto che vogliono riforme, sia delle istituzioni che dei meccanismi di rappresentanza”. Ora occorre “trovare la strada per un sistema composto da organismi efficienti ed efficaci, anche nel nuovo quadro istituzionali”. Serve “l’impegno di tutti per riformare il voto all’estero” così come l’importante “rinnovo di Comites e Cgie: per questo – ha ricordato – ho presentato una interpellanza per chiedere una data certa per le elezioni”. Concludendo, la deputata ha auspicato un iter veloce per la Bicamerale che però, ha spiegato, “pare che in Senato stia incontrando ostacolo, spero non insormontabili”.

Un Cgie “riformato” è negli auspici anche di Isabella Parisi (Germania) perché “dopo 29 anni, dobbiamo dare ai giovani strumenti nuovi”, senza dimenticare le politiche scolastiche, come infine evidenziato da Daniela Magotti, che dentro il Cgie rappresenta il sindacato Confsal. (m.c.\aise) 

Fonte https://www.aise.it/comitescgie/plenaria-cgie-gli-interventi-dei-consiglieri/150709/157

Merlo: “Il governo c’è”

Il Governo c’è, su tutti i fronti. Lo ha assicurato il sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo che oggi è intervenuto in chiusura della prima plenaria online del Consiglio generale degli italiani all’estero, aperta dall’intervento del Ministro degli esteri Di Maio, che per legge del Cgie è presidente. Un intervento, per Merlo, “dal significato politico molto importante”.

Richiamando diversi punti emersi dagli interventi dei consiglieri durante il dibattito, Merlo ha esordito rassicurando tutti sulla “volontà” di “mantenere intatti tuti i fondi di tutti i capitoli di spesa per gli italiani all’estero”, ma non sarà facile. “Stiamo cominciando a parlare della legge di stabilità” e “la nostra aspirazione è mantenere tutto com’è, senza tagliare nulla”.

E proprio nella Legge di Stabilità dovranno esserci i fondi per le elezioni di Comites e Cgie: “ho parlato con il Direttore generale Vignali; ci sono le condizioni per farle” ha detto Merlo riferendosi alle elezioni. “La data la scegliamo noi, dopo che avremo la certezza dei fondi”.

Quanto alla legge elettorale “dopo referendum e il messaggio che abbiamo ricevuto dagli italiani all’estero, dobbiamo essere consapevoli che così com’è la legge non regge un’altra elezione”. A preoccupare Merlo sono i brogli, anche se non li nomina mai: “ora ci sono meno posti in Parlamento, si rischia una situazione difficile alle politiche”. Sulle modalità di voto “sono d’accordo con la senatrice Garavini: no al primo voto elettronico da sperimentare alle politiche. Ad oggi non ho visto nessun sistema elettronico che dia tutte le garanzie; questo non vuol dire escluderli, probabilmente faremo prova con le elezioni dei Comites, ma c’è ancora incertezza sulla sua sicurezza così come sulle modalità. Invito tutti i parlamentari, i consiglieri e i Comites a dare il loro contributo per trovare un modo di votare che sia trasparente al 100% e che costi meno. Non piace pensare a 5 milioni di plichi per strada, soprattutto ora che c’è pressione maggiore per entrare in Parlamento, perché ci sono meno posti”.

Passando alla rete consolare, Merlo ha evidenziato il “grande sforzo” fatto dalla Farnesina a volte azzerato da “questioni burocratiche” che “non fanno concretizzare subito i miglioramenti sperati”, come accade per esempio con le nuove assunzioni, decise nel 2017 e non ancora finalizzate. “Spero che da gennaio si siano i primi 300 nuovi impiegati di ruolo, giovani, che dopo la formazione alla Farnesina potranno andare nelle sedi estere, probabilmente a giugno – luglio 2021”. Le procedure dei bandi di concorso sono “lunghissime”, ecco perché “con la Legge di stabilità cercheremo di aumentare i contrattisti, che in tre, quattro mesi possono essere assunti. È molto importante aumentare il loro numero, perché il covid ha rallentato moltissime pratiche”.

Annunciata la prossima riapertura di una sede consolare a Saarbrucken, Merlo ha voluto di nuovo ringraziare “il DG Vignali e tutta la rete consolare, tutti i sindacati del Maeci e i lavoratori” che hanno lavorato alla gestione del referendum: “certo, abbiamo avuto lamentele, come sempre, ma l’affluenza è stata la terza per grandezza su 5 referendum svolti da quando c’è il voto per corrispondenza; una partecipazione quasi al 24% per me è rispettabilissima se pensiamo alla pandemia. Grazie anche a Comies e al Cgie che hanno collaborato con la rete”.

Rispondendo alla consigliera Alciati che lamentava le perduranti restrizioni all’ingresso in Italia da alcuni Paesi anche per i cittadini italiani, Merlo ha ricordato che a decidere i divieti è il Minsitero della salute: “siamo in un momento in cui nessun governo sa bene cosa fare. Ci sono Paesi che hanno stabilito dei divieti di circolazione interna, come in Argentina. La situazione è complessa. Noi siamo sempre a lavoro, ma serve pazienza”.

Concludendo, Merlo si è detto “molto soddisfatto dell’intervento del Ministro Di Maio” perché ha anche un “significato politico” e cioè che “oggi non c’è nessuna forza politica in Parlamento che mette in dubbio il futuro e l’importanza di Comites e Cgie”.

Un auspicio raccolto infine dal segretario generale Michele Schiavone che ha a sua volta ringraziato Merlo “per aver promosso con il DG Vignali questo incontro e per il lavoro che state facendo”. Nel processo che porterà alle tanto agognate riforme il Cgie “deve essere coinvolto”, non solo attraverso il testo-base già approvato, ma con “un’interlocuzione continua”.

“Siamo ad una svolta: noi siamo a disposizione per la ripresa dell’Italia, potete contare sull’appoggio e sul sostegno delle comunità, ma queste – ha concluso – devono diventare protagoniste, parte integrante di un progetto comune”. (m.cip.\aise) 

Fonte: https://www.aise.it/comitescgie/merlo-al-cgie-il-governo-c%C3%A8/150710/157

Più impegno per gli italiani nel mondo

C’è bisogno di una risposta forte e comune, anche a livello politico, ai cambiamenti legati ai Covid-19 per gli Italiani all’Estero, per capire quale sia il futuro delle comunità italiane nel mondo. Perché tutte le associazioni e le istituzioni italiane, e in generale tutta la comunità, merita un ringraziamento per quanto fatto durante il periodo emergenziale. E al momento bisogna fare di più perché gli italiani all’estero “sono stati dimenticati”. Questo il senso del discorso di Michele Schiavone, Segretario Generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, letto questo pomeriggio durante la plenaria del Cgie, riunita oggi, per la prima volta in 29 anni di esistenza, in videoconferenza, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, che è intervenuto in apertura, e del Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo.

Il segretario generale, ha dedicato, come prima cosa, un “sentito ringraziamento a Stefano Verrecchia, a Joel Melchiorre”, ma specialmente a tutta “l’Unità di Crisi per l’aiuto che hanno fornito a chi ne richiedeva durante l’emergenza”. Senza poi dimenticarsi associazioni, patronati e comunità tutta.

Ma la questione centrale trattata da Schiavone è stata la natura del Cgie, dei comites e delle istituzioni italiane, in un futuro con ancora tante ombre dovuto all’espandersi del Covid-19, che ora “torna a fare paura”. E l’Italia, dunque, deve lavorare per superare “il distanziamento esteso anche agli italiani all’estero, L’Ue lo ha fatto, superando la rigidità di bilancio programmando il NEXTgeneration EU”. E per lavorare insieme, tra le rappresentanze e le istituzioni italiane, c’è bisogno di un nuovo impegno per “risolvere il nostro destino assieme alle istituzioni italiane”.

Secondo il SG, infatti, le misure assunte finora in questo periodo emergenziale “non sono sufficienti, perché ora siamo chiamati a rispondere con politiche di risposta all’emergenza”. È vero e positivo che “l’Italia è venuta incontro alle famiglie indigenti e al sistema sanitario. Ma agli italiani all’estero, nei decreti approvati in questi mesi, sono stati concessi solo alcuni milioni a fronte dei 100 miliardi di spostamento di bilancio”. E questi, secondo Schiavone, seguendo un “canovaccio burocratico di cui nessuno, nemmeno il Cgie, è a conoscenza”. La Farnesina sembra, dunque, “aver salvato la faccia”. Ma “non si può non riconoscere l’impegno delle comunità, che hanno concorso alla ripresa italiana con aiuti medico-sanitari”. E dunque risulta “indispensabile riconoscerne la solidarietà attuta” dalle comunità italiane all’estero.

Il Segretario Generale del Cgie ha infatti fatto presente come, a quelli di Mattarella, “sperava che arrivasse anche il ringraziamento da parte di Di Maio”, in ascolto durante la plenaria: “gli aiuti alla carità si fanno in silenzio, sennò il Paese si metterebbe al livello dei filantropo”, ha aggiunto Schiavone. Il governo si appresta dunque a preparare il bilancio 2021, mettendo in programma il Patto per l’Export, il rilancio del mondo della scuola, della cultura, del turismo e dell’intero programma di internazionalizzazione del paese, ma in queste decisioni gli “italiani all’estero sono stati esclusi”.

Rivolgendosi direttamente al Ministro degli Affari Esteri, ha chiesto di “valorizzare il ruolo delle comunità italiane all’estero, perché in questi mesi non è stato così. Gli italiani all’estero sono stati dimenticati – ha evidenziato -. Si è alimentata una narrazione tendente all’esclusione di questi. In Italia, infatti, gli italiani all’estero sono un soggetto escluso. Per questo è necessaria una riforma della rappresentanza all’estero, dei Comites, e sul voto elettronico, oltre che un aiuto per la promozione di lingua e cultura italiana nel mondo. E i tempi sono maturi per questi cambiamenti, perché le promesse non bastano”.

Intanto, il Cgie, come sottolineato da Schiavone, continua a ribadire la “necessità di organizzare la Conferenza Stato-regioni-province autonome-Cgie”. Così come ha sottolineato l’importanza della convenzione stipulata per la promozione del turismo, che “sono snodi essenziali per promuovere l’Italia”. Così come non ha dimenticato di parlare del mondo del lavoro, dall’importanza dei patronati, alla preparazione dei futuri lavoratori all’estero, e anche dell’importanza di trattenere, a maggior ragione dopo la pandemia, le professionalità italiane, specie dal sud. E ancora ha ribadito la legge sull’editoria che “hanno fatto arretrare gli standard di sostegno alle testate giornalistiche edite in Italia e all’Estero per le nostre comunità”. Ma al centro del discorso è rimasto il rapporto tra comunità ed eletti all’estero, che “va rivisto. Affinché non ci siano più vuoti”.

In conclusione ha risposto Di Maio, prima poi di andarsene. “Abbiamo sfide enormi per gli italiani nel mondo nei prossimi mesi – ha detto il Ministro -. Pandemia, Brexit e tanti problemi anche per i frontalieri. Queste criticità possono essere un’occasione per rafforzare i nostri rapporti e coordinarci al meglio. Dunque cercheremo di rispondere con forza, alimentando la partecipazione degli italiani all’estero, che sono un grandissimo propulsore per il commercio italiano”. (aise)

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/schiavone-cgie-pi%C3%B9-impegno-per-gli-italiani-nel-mondo/150699/160

Di Maio: CGIE e COMITES centrali per la ripresa

A 29 anni dalla sua costituzione, il Consiglio generale degli italiani all’estero si è riunito per la prima volta in assemblea plenaria in videoconferenza. Un debutto arricchito dalla presenza ai lavori – anche questa una “prima assoluta” – del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che del Cgie è, per legge, il presidente.

A lui ha dato la parola Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, che ha fatto gli onori di casa salutando il Ministro a nome delle oltre 100 persone collegate, tra consiglieri, eletti all’estero e giornalisti. Ad affiancare Di Maio, nella sala dell’Unità di crisi alla Farnesina, il sottosegretario agli esteri con delega per gli italiani nel mondo, Ricardo Merlo.

Nel suo intervento, Di Maio ha citato il “contesto inedito, complesso” prodotto dalla pandemia, che “ha caratterizzato questo 2020” e che avrà “ripercussioni con cui ci confronteremo ancora a lungo”.

“Ringrazio il Cgie per l’impegno profuso in questi tempi eccezionali per difendere e promuovere i diritti degli italiani all’estero, e ringrazio il sottosegretario Merlo che ha affrontato tutta questa parte delle competenze del Ministero”.
“Seguo le comunità italiane all’estero con estrema attenzione”, ha assicurato Di Maio, sottolineando che “la Farnesina accompagna e assiste i connazionali con tutti i mezzi a sua disposizione”. In questo senso, “i risultati dell’affluenza al recente voto referendario, in linea con i dati del passato, danno atto dell’enorme sforzo della rete diplomatico – consolare”.

Ora, ha aggiunto, “si apre una stagione di riforme” a partire da quella sulle “procedure voto”, su cui “il Cgie dovrà dare il suo contributo”. Riforma che interesserà anche la “legge elettorale all’estero”, di cui si “parla da anni” e che “è ora di attuare”. Obiettivo di tutti è quello di “rafforzare il legame con gli italiani all’estero”.

“La fase acuta dell’emergenza covid ha accresciuto la domanda di assistenza dei connazionali che ci chiedono risposte rapide ed efficaci”, ha detto Di Maio. Nello stesso periodo, ha aggiunto, “connazionali e italo-discendenti si sono offerti anche materialmente di aiutare l’Italia” a dimostrazione di una “italianità operosa e generosa”. Il Maeci “è stato vicino ai connazionali” grazie alla “dedizione del personale, che ha fatto un lavoro senza precedenti”.

Di Maio ha quindi citato i numeri delle operazioni che hanno favorito il rientro in patria degli italiani bloccati all’estero dalle restrizioni (111mila con oltre mille voli da 180 Paesi del mondo); le chiamate gestite dall’Unità di crisi (circa 200mila) e le persone che ne hanno scaricato l’app (250mila) per concludere con le visite – 14 milioni – a “Viaggiare sicuri” (cresciute di 4 rispetto allo stesso periodo del 2019).

A questa assistenza, ha proseguito Di Maio, si è aggiunta la “forte attenzione del Governo” che ha stanziato “6 milioni di euro per aiutare i connazionali più bisognosi”, prevedendo poi “misure concrete per i piccoli e micro imprenditori”, aiuti per “l’apprendimento scolastico” e per la “riqualificazione professionale”, senza dimenticare “i sussidi per gli italiani non stabilmente all’estero, di cui è stato agevolato il rientro”, né i fondi destinati ai “progetti dei Comites, per informare e assistere, anche psicologicamente, le comunità”.

Azioni a tutto campo che, ha sottolineato Di Maio, hanno “confermato l’importanza per gli italiani all’estero di sentirsi adeguatamente rappresentati, da Cgie e dai Comites”.

“Negli ultimi decenni l’emigrazione è cambiata ed è precisa responsabilità del Governo accompagnare questo percorso”, ha rimarcato il ministro, a cominciare dai “nuovi” Comites e Cgie che “in vista del loro rinnovo” rinviato al 2021 sono “chiamati a coinvolgere tutte le componenti delle collettività, integrando le nuove generazioni”.

Di Maio ha quindi “confermato l’impegno del Maeci nella promuovere la partecipazione al voto, accelerando la sperimentazione del voto elettronico che potrebbe facilitare e avvicinare i cittadini”. La Legge di bilancio 2019, ha ricordato, “ha stanziato 1 milione di euro per farlo: Viminale, Farnesina e Ministero dell’Innovazione hanno avviato un tavolo di consultazione per assicurare le modalità più sicure”.

Innovazione che, sempre più, interessa e investe anche i servizi consolari “sempre più mirati ed efficienti grazie a dematerializzazione e digitalizzazione”, ha detto Di Maio, che ha voluto di nuovo ribadire l’importanza del lavoro nei consolati: “durante il Covid abbiamo garantito l’operatività della rete; la Farnesina ha rafforzato 20 uffici – pilota nello svolgimento delle operazioni da remoto; abbiamo aggiornato diversi portali, tra cui Fast It e Pago Pa, così come Innovaitalia, dal 1° luglio scorso, per aggregare i ricercatori italiani all’estero”.

Resta “fondamentale”, ha proseguito Di Maio, “la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero: dobbiamo rafforzare la nostra offerta per permettere ai connazionali di coltivare identità e valori ma anche per promuovere il Sistema Italia”. ecco perché “ho chiesto al Ministero dell’Economia di rifinanziare in bilancio il Fondo per la promozione della cultura italiana all’estero” che riverbera anche nel capitolo 3153, quello cioè destinato “agli enti gestori, parte essenziale e irrinunciabile” di questa strategia di promozione.

Per il futuro, ancora più di adesso, Comites e Cgie “avranno l’importante ruolo di catalizzatori, di antenne sul territorio, di canali informativi da e per l’Italia”, così da presentarsi anche come “porte di ingresso al mercato europeo” nella “fase di ripresa”, in cui “forte è l’interesse mostrato in diversi settori, a cominciare da ricerca e innovazione”.

Un senso di appartenenza su cui la Farnesina – e la Dgit in particolare – hanno costruito la campagna di promozione del “turismo delle radici”, che ora “fa i conti con la situazione emergenziale”, ma che, in tempi migliori, sarà anch’esso una leva importante per risollevare il comparto.

Un quadro, dunque, complesso, così come complesso è stato il lavoro di tutti gli attori in campo in questi mesi: “rinnovo al Cgie la mia gratitudine per aver svolto il proprio compito con attenzione e vicinanza” ai connazionali. Un “impegno importante”, ha concluso Di Maio, che non dovrà mancare nel futuro, sempre con l’obiettivo di “favorire il concreto miglioramento della vita degli italiani all’estero, rafforzando il loro legame con l’Italia”. (ma.cip.\aise) 

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/di-maio-cgie-e-comites-centrali-per-la-ripresa/150697/160

Risaldare i rapporti tra UE, Italia e Argentina

L’America Latina negli scenari globali. Dalla fine del Sistema bipolare alla crisi dell’ordine liberale”, a cura di Raffaele Nocera e Paolo Wulzer. Così si intitola il libro presentato ieri pomeriggio in conferenza a Palazzo Massimo, a Roma. Ma più che di una presentazione canonica, per l’incontro di ieri si può parlare di vero e proprio dibattito sull’evoluzione sociale e politica dell’America Latina e sui possibili scenari futuri che coinvolgono la cooperazione e i rapporti socio-politici tra Italia, e l’Unione Europea in generale, e America Latina. Ad intervenire alla conferenza, infatti, oltre agli autori che hanno curato il volume edito da Carocci Editore e promosso dal Centro Studi di Politica Internazionale, sono stati il Viceministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Marina Sereni, e il Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, Piero Fassino.

Il volume presentato ieri copre un orizzonte temporale che va dalla fine della guerra fredda, cioè gli ultimi anni degli anni ’80, fino ad arrivare al 2019, poco prima della crisi pandemica. Un’evoluzione che ha visto prima un passaggio in continuità con il passato, la fine delle dittature militari, l’ascesa del centro-sinistra a livello governativo, per concludersi infine con una nuova svolta “conservatrice e reazionaria” con l’elezione di Mauricio Macri in Argentina prima e di Bolsonaro in Brasile poi, senza poter calcolare cosa stia significando e significherà ancora l’impatto della pandemia in America Latina. E su questo, e sugli scenari politici futuri, si sono concentrati gli interventi della rappresentante del Governo e di quello del Parlamento.

Fulcro centrale del convegno, dunque, è stata la relazione tra Italia e America Latina, di cui ha parlato anche Piero Fassino, specificando come, “praticamente da sempre”, l’America Latina rappresenti “un naturale partner strategico dell’Italia e dunque dell’Unione Europea”. E questo, secondo il presidente della Commissione Esteri della Camera, “lo si deve alle gigantesche comunità italiane presenti in America Latina”. Dal Cile al Brasile, dall’Argentina al Venezuela, infatti, esistono “radici antiche, coltivate nel tempo, e che rappresentano un patrimonio straordinario per l’Italia, che oggi continua ad essere altrettanto importante, per i rapporti commerciali e non solo”. Per questo si sta pensando alla creazione di una Commissione Bicamerale per gli italiani nel mondo, che rafforzerebbe il rapporto tra parlamento e comunità italiane anche in America Latina, dove sono molto grandi.

Secondo Fassino, l’Italia, in questo scenario, “deve svolgere una figura di guida, in quanto l’Ue è il primo investitore e il primo attore di cooperazione in America Latina, quindi è chiamata a un ruolo di partnership strutturato con tutta la Regione, anche perché nell’Unione Europea sono 3 i paesi ad avere rapporti stretti con quell’area: Spagna, Portogallo (per ragioni storiche e linguistiche) e Italia”. Nel prossimo futuro, dunque, sono necessari interventi a favore della popolazione latinoamericana per la lotta al Covid-19, ha riferito Fassino, “che sta causando una recessione grave”. Ma bisogna continuare anche con altri strumenti specifici per la “cooperazione regionale”, che deve anche andare oltre alle questioni esclusivamente economiche, sforando anche in quelle politiche. Ed è dentro questo schema che l’Ue può e deve avere un “ruolo di stabilizzatore democratico”, e l’Italia, nello specifico, deve assumersi “questa responsabilità”.

“Il libro offre chiavi di lettura non scontate – ha detto nel suo intervento il viceministro agli Esteri Sereni -. E cerca di capire il senso politico delle relazioni dell’Italia con l’America Latina”. Un senso politico che, come chiarito in precedenza anche da uno degli autori nel suo intervento, Paolo Wulzer, spesso “non è tradotto rispetto all’esistenza di valori e principi che legano America Latina e Ue”. Di fatto, infatti, la relazione fra le due regioni, in questi 30 anni analizzati dal libro, “ha faticato a camminare”. E al partenariato economico, come evidenziato dal viceministro, “non hanno mai corrisposto risultati sul piano strettamente politico”. Questo, sempre secondo Sereni, “lo si deve al fatto che c’è una crisi dell’Ue a muoversi in maniera unitaria. L’ascesa di populisti e sovranisti in Europa ha fermato l’ambizione da attore globale dell’Ue”. E così anche in America Latina, dove le mosse comunitarie sono ancora più complesse. Due sono i fattori che secondo l’esponente del Governo che possono far cambiare i rapporti nel prossimo futuro: il primo è la pandemia, “che, da un verso, è un acceleratore di disuguaglianze e di crisi del multilateralismo, ma, dall’altro, è anche una possibilità di cambiamento in senso di mutualismo e di scarica di vivacità per il multilateralismo. Perché sia Europa che America Latina – ha sottolineato – sono chiamati a muoversi a livello regionale, in quanto nessuno, neanche il gigante brasiliano, può permettersi di avere il peso che avrebbe come regione”. E, dunque, proprio in questo senso, ha enfatizzato Sereni, “l’interesse nazionale italiano sta in un’Unione europea più forte”. La priorità italiana, attualmente, non può che essere l’area del Mediterraneo e del Nord Africa, ma “resta il forte interesse al rilancio dei legami tra Europa e America Latina, e non solo da un punto di vista economico”.

Il secondo fattore di incertezza per il prossimo futuro politi delle relazioni, secondo Sereni, sono le elezioni negli Stati Uniti, perché “Trump non è mai stato a favore dell’Ue, e ha tifato per la Brexit, il che ha reso e rende il dialogo più complicato”. E dunque “sarebbe più semplice dialogare con Biden, anche su alcune crisi latinoamericane, come nel Venezuela”. Infine, a chiusura del dibattito, il viceministro si è concentrata sull’Italia. Nello specifico ha spiegato la necessità di “cominciare a ragionare sulla nuova conferenza Italia-America Latina”, la cui decima manifestazione dovrebbe, condizionale d’obbligo vista la situazione coronavirus, svolgersi il prossimo anno. Ma soprattutto, il Governo vuole rafforzare “il lavoro dell’IILA” e della cooperazione in generale, avvicinandosi così nel migliore dei modi alla 10° conferenza tra le due regioni. (l. matteuzzi\ aise)

Fonte https://www.aise.it/primo-piano/america-latina-italia-e-ue-rinsaldare-i-rapporti/150575/160

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