Secondo quanto si legge nel resoconto dell’ultima riunione della Giunta del Senato, i periti della procura individuano diversi gruppi di schede che sono state votate dalle stesse persone, come indicano le grafie: dieci mani hanno votato diverse volte in una delle sezioni analizzate e cinque nell’altra. Due autori sarebbero gli stessi. Secondo quanto ha dichiarato Porta alla Giunta, con il riconteggio si arriverebbe a oltre 12 mila voti in meno per Cario. Se questo fosse confermato, Porta diventerebbe senatore e Cario decadrebbe. Quanto riscontrato dalle perizie della procura vale anche per i seggi contestati per l’elezione di Sangregorio.
Come è stato possibile compilare migliaia di schede elettorali in questo modo? Secondo le accuse dei candidati perdenti, una parte di queste schede non sarebbe mai stata recapitata agli elettori, fermandosi invece a Córdoba, in un deposito del Correo argentino. È qui che i parlamentari temono sia avvenuta la contraffazione dei voti. Una circostanza che dovrebbe essere indagata sul posto, in Argentina, dove però l’indagine penale cominciata a settembre 2019 è stata trasferita al tribunale civile. Porta e Becchi in Argentina stanno preparando un nuovo esposto per fare ripartire un’indagine penale in cui Usei sarà accusata di aver partecipato a una vera e propria associazione criminale operativa con almeno nove persone il cui scopo era «modificare il risultato delle elezioni».
Sangregorio, da Belvedere Marittimo alle sale bingo in Argentina
«Sono venuto per aiutare l’Italia, sono italiano a tutti gli effetti. Sono nato qui e andato via a 17 anni e ora ritornato». Il 30 marzo 2018, fuori dal Parlamento italiano, il neoeletto Eugenio Sangregorio ha raccontato così ad alcuni giornalisti l’emozione di parlare per la prima volta in aula. Il video del suo primo discorso a Montecitorio è diventato virale: Sangregorio non riusciva a parlare in italiano. Così è stato intervistato da La Zanzara, il noto programma di Radio24: «Io sono uno che ha fatto fortuna in Argentina, sono andato come tanti in America e ora sono diventato un imprenditore edile stimato da tutti – ha spiegato a La Zanzara -. Ho anche un jet privato, mi serve per spostarmi da una provincia all’altra. E ho un’azienda con 2.500 dipendenti. Però mi sono emozionato, mi veniva da piangere a parlare in Parlamento». Secondo i dati pubblicati a maggio da Openpolis, però, è fra i 15 politici più assenteisti con un tasso di assenze in Parlamento del 59%.
Eugenio Sangregorio, 82 anni, nasce come banditore di aste giudiziarie e diventa, negli anni, un uomo d’affari con attività tra l’Italia e l’Argentina. È un personaggio più conosciuto in Argentina che in Italia. Più che per l’edilizia, è però noto per il Bingo Adrogué, una sala da gioco che si trova nell’omonima località dell’area metropolitana che circonda Buenos Aires. Il bingo e in generale il gioco d’azzardo sono settori in cui ha investito anche in Italia, prima attraverso il Cine-Bingo, poi con altre sale gioco a Roma.
Possiede poi diversi alberghi, sia lungo la costa argentina, sia a Belvedere Marittimo, il suo paese natale affacciato sulla costa tirrenica cosentina. Le sue società argentine fanno tutte parte del Grupo Sangregorio, costituito nel 1967, con interessi che vanno dai bar, ai rimessaggi di barche da diporto fino a un cimitero privato.
A Belvedere Marittimo è anche registrata la sede legale dell’Usei, in via Fortunato al 54, presso lo studio di commercialisti Astorino & Carrozzino.
Ciriaco “Ciro” Astorino insieme a Vincenzo e Salvatore Carrozzino sono soci e sono anche i rappresentanti legali di Usei insieme a Sangregorio. Tra Roma e la Calabria sono soci di Sangregorio in diverse attività. Vincenzo Carrozzino a Belvedere Marittimo ha presieduto il consiglio comunale fino al momento di rottura con il sindaco poi sfiduciato e in passato è stato anche assessore al Bilancio.
Belvedere Marittimo è al centro di un’inchiesta della procura di Paola (Cosenza) che ipotizza l’esistenza di un cartello che truccava gli appalti in diverse cittadine del litorale tirrenico cosentino. Un sistema per gestire in modo non trasparente l’affidamento dei lavori pubblici. Carrozzino non compare tra gli indagati, né risulta coinvolto direttamente, tuttavia nel decreto di perquisizione tra gli illeciti contestati al “cartello” si legge anche dell’occupazione di suolo non autorizzata per una sala ristorazione dell’albergo Valeria del Mar, amministrato da una società di cui sono proprietari Vincenzo Carrozzino, Eugenio Sangregorio e sua figlia Valeria.
Quest’ultima è l’erede della famiglia, vice console onorario presso il consolato di San Isidro in Argentina, anch’esso parte del distretto elettorale dove il partito Usei ha ottenuto il maggior numero di voti. Secondo la procura di Paola il lavoro contestato all’albergo Valeria del Mar sarebbe stato svolto dall’azienda di Salvatore Carrozzino, membro Usei, prima dell’approvazione al Consiglio comunale, dove il fratello Vincenzo era ancora presidente del consiglio ed esponente della maggioranza. Il reato ipotizzato è falso ideologico e a commetterlo sarebbe stata la responsabile del settore tecnico.
Cario, le polemiche per l’assunzione della sorella
Durante l’ultima crisi di governo che ha portato alla fine dell’esecutivo di Giuseppe Conte e all’inizio di quello guidato da Mario Draghi, Adriano Cario è stato al centro delle polemiche. È stato attaccato sia da giornali di area progressista, sia da giornali conservatori. In Parlamento, lo hanno preso di mira dal Pd e da Fratelli d’Italia. È stato accusato di essere tra i protagonisti dell’ennesima compravendita dei parlamentari per salvare un esecutivo ormai morente. Il neogruppo parlamentare costituitosi tra le file del gruppo Misto per evitare che Conte andasse sotto nelle votazioni in aula, e di cui fa parte ancora oggi Cario, si chiama «Europeisti Maie Centro Democratico». All’inizio del 2021 i suoi appartenenti sulla stampa erano definiti «i responsabili».
In concomitanza con la creazione del nuovo gruppo, al Consolato generale di Buenos Aires è stata assunta la sorella di Cario, Fiorella. Sottosegretario con delega per le politiche verso gli italiani nel mondo – ruolo chiave per l’amministrazione dei servizi consolari – all’epoca era Ricardo Merlo, presidente del Maie. L’unica testata che ha difeso Cario è stata ItaliaChiamaItalia, fondata da Ricky Filosa, oggi coordinatore del Maie e fino al febbraio 2021 portavoce di Ricardo Merlo. La vicenda si è poi chiusa con le dimissioni di Fiorella Cario che però ha sottolineato come l’impiego al consolato fosse temporaneo e la paga simbolica, 65 euro al mese secondo quanto riporta ItaliaChiamaItalia, testata per cui ha scritto in passato lo stesso Sangregorio. Dal 2017 Cario presiede l’Associazione Centro Calabrese di Buenos Aires, date le sue origini calabresi.
Il precedente nel 2008
Lo stesso meccanismo delle schede manomesse è stato già segnalato durante l’elezioni del 2008, sempre in Argentina. In quell’occasione il meccanismo avrebbe favorito l’ingresso a Palazzo Madama del candidato per l’allora Popolo delle libertà Esteban Juan Caselli, “Cacho” per gli amici, ma detto “O Monije nigro” (il Monaco nero) per i suoi rapporti con il Vaticano.
Tra i distretti elettorali coinvolti nella presunta frode ci sarebbe per altro sempre San Isidro, distretto di Buenos Aires. Questa volta però, la truffa sarebbe avvenuta direttamente dentro i locali dell’ambasciata d’Italia, con 22 mila schede compilate dalla stessa calligrafia. La Procura di Roma aveva aperto un fascicolo, di cui però si sono perse le tracce. Caselli all’epoca faceva parte di Italiani nel Mondo, movimento politico il cui segretario Sergio De Gregorio ha patteggiato 20 mesi di reclusioni per corruzione in atti d’ufficio dopo essere stato pagato da Silvio Berlusconi 3 milioni di euro per lasciare il partito in cui stava in precedenza, Italia dei Valori, ed entrare nel Pdl.
Intercettato nel corso di un altro dei numerosi procedimenti in cui è finito indagato in quegli anni, Silvio Berlusconi ha definito Caselli «pericolosissimo». In Argentina Caselli era già stato accusato di traffico d’armi insieme a Carlos Menem, ex presidente poi condannato nel 2013, sotto il quale Caselli è stato nominato ambasciatore presso la Santa Sede. Il procedimento è ancora aperto.
Oltre a Caselli, avrebbero ottenuto un seggio attraverso lo stesso meccanismo fraudolento anche altri esponenti del movimento Italiani nel Mondo, parte del Pdl. Tra questi certamente Nicola Di Girolamo, che nel 2015 ha anche patteggiato una pena a cinque anni di reclusione per riciclaggio per conto della cosca degli Arena. A seguito dell’accusa di essere stato eletto in Germania con il voto della ‘ndrangheta, si è dimesso da senatore nel 2010.
Cecilia Agnesi & Lorenzo Bagnoli (pubblicato da Irpimedia.eu lo 08/09/2021)
Fonte: Elezioni italiane 2018, sotto indagine per presunti brogli il voto in Argentina (irpi.eu)