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June 2017

Uno sguardo alla nuova migrazione italiana in Argentina

Un sondaggio realizzato da un think tank italoargentino con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Argentina mostra chi sono e cosa fanno gli italiani arrivati in Argentina negli ultimi anni.

A un secolo dalle grandi ondate migratorie, una nuova migrazione italiana giunge in Argentina. Solo lontane le navi e le valigie di cartone, gli immigranti italiani del duemila sono giovani professionisti e cosmopoliti abituati ai viaggi e alla vita in altri paesi. Lasciano l’Italia quasi sempre per decisione personale e non per bisogno e scelgono l’Argentina per lavorare, studiare, o – più semplicemente – per fare una esperienza di vita.

Un sondaggio recente cerca di descrivere le caratteristiche di questo fenomeno. Si chiama Encuesta de Presencia Italiana Contemporánea en Argentina (EPICA) ed è uno dei progetti del Laboratorio di Idee Italia Argentina (L.I.A), un think tank formato da giovani professioniti italoargentini.

Nel sondaggio circa 200 italiani arrivati recentemente in Argentina hanno risposto in forma anonima a diverse domande riguardo la loro situazioni familiare e lavorativa, la loro formazione, l’esperienza di vivere in Argentina e le loro aspettative ed inquietudini sul Paese.

I nuovi migranti sono per lo più giovani, di formazione universitaria o addirittura con master in Italia o in Argentina. Il 53% degli intervistati ha tra i 25 e i 39 anni, il 70,1% ha una laurea e il 21,9% ha un master. Nella grande maggioranza dei casi – il 66% – si tratta di giovani che hanno già lavorato in altri Paesi. Tre su quattro considerano di essere stati bene accolti e di aver avuto la possibilità di trovare un lavoro consono alla propria formazione professionale.

 

Purtroppo i dati anche rivelano le difficoltà di chi riparte da zero in un Paese straniero: un terzo ha più di un lavoro e il 33% non realizza versamenti previsionali, il 21% dichiara di non possedere una assicurazione sulla salute.

I dati reali di questo fenomeno migratorio sono particolarmente difficili da ottenere anche da parte delle autorità italiane dato che la maggioranza elude le pratiche consolari di iscrizione. Secondo la Dirección Nacional de Migraciones negli ultimi otto anni gli italiani che hanno fatto richiesta di residenza sono in media duemila l’anno anche se dovrebbero essere molti di più data la particolare avversione dei nostri connazionali verso le pratiche consolari di iscrizione all’Aire.

Il sondaggio EPICA conferma che solo un terzo degli intervistati considera che la sua residenza in Argentina può essere definitiva, un altro terzo considera che la sua permanenza è a lungo termine e il 20% dichiara di rimanerci per un periodo di tempo limitato.

Nonostante le differenze, il sondaggio rivela una caratteristica in comune tra la migrazione italiana del passato con quella odierna: la stragrande maggioranza dei nuovi arrivati – l’88% – ha coppia o coniuge de posto. E, tra quelli che hanno figli, nel 70% dei casi si tratta di bambini nati in Argentina. Un dato che, esattamente come succedeva agli italiani migrati nel dopoguerra, è il principale indicatore di una probabile permanenza definitiva.

Settimana ligure a Buenos Aires

Dal 1° al 9 lulgio 2017 ha avuto luogo una serie di attività destinate a diffondere la cultura ligure in Argentina. Si succederà una serie di conferenze, mostre, proiezioni di film, spettacoli musicali, piatti tipici, in diversi luoghi della città.

Nel corso della settimana, le attività hanno avuto luogo presso la sede dell’Associazione Dante Alighieri di Buenos Aires, in via Tucuman 1646.

La settimana Ligure è una iniziativa della giornalista di cultura Silvia Alizeri, Vi partecipano associazioni liguri della città e di tutta l’Argentina, oltra ai Portacristi argentini.

La prima edizione del 2015 è stata dichiarata di interesse culturale dalla Legislatura del Governo della Città Autonoma di Buenos Aires.

Benvenuti ed un forte abbraccio

Italiani a buenos aires è il frutto dell’impegno di un gruppo di giovani italiani, che con tanto entusiamo stanno da tempo accompagnando nuovi immigrati italiani, italo argentini e tante altre persone che si interessano di cultura italiana. Sono molti, per questo preferisco non fare nomi, insieme abbiamo deciso di aprire questo spazio ed iniziare  questa nuova avventura nel mondo della comunicazione digitale. Il nostro fine è quello di dare informazioni ed essere di supporto, così come lo sono già tanti altri gruppi,  tutti molto buoni, ai nuovi immigrati italiani, agli italo argentini ed a tutto coloro che desiderano occuparsi di cultura italiana.

Le informazioni saranno mescolate a interviste, articoli di cultura, di temi diversi.

A questo punto non ci resta quindi che stappare insieme una bottiglia di prosecco e brindare per questa nostra comune esperienza.

Edda Cinarelli

“Nel 2016 gli italiani all’estero hanno trasferito in Italia 7,2 miliardi di euro”

È quanto dichiara in una nota Mario Caruso, presidente di Italia Civile Popolare, eletto nella circoscrizione estero e membro alla Camera del gruppo Des-Cd, a proposito dei dati contenuti nella relazione annuale 2016 della Banca d’Italia e pubblicati da Corriere.it in un articolo a firma di Federico Fubini, che continua: “I dati sulle rimesse degli italiani all’estero smentiscono ancora una volta le voci che vorrebbero sminuire il valore dei connazionali nel mondo. La loro presenza nei cinque continenti, invece, non solo rappresenta una simbolica ricchezza culturale ma si trasforma in un vero e proprio arricchimento per il nostro paese, che ne trae giovamento tanto da arrivare a registrare mezzo punto di Pil proprio grazie ai flussi di denaro che gli italiani rinviano verso la madrepatria”.

“Il rapporto di Bankitalia parla chiaro anche a chi non vuole sentire”, prosegue Caruso. “Nel 2016 gli italiani all’estero hanno trasferito in Italia 7,2 miliardi di euro, poco meno di mezzo punto del Prodotto interno lordo, una cifra alla quale si sommano sia i capitali che gli italiani nel mondo spendono durante le loro frequenti visite in Italia, sia la positiva ricaduta economica data dalla promozione del made in Italy. Sono i nostri connazionali, infatti, i primi ambasciatori dello stile italiano in tutti i settori, è grazie a loro se il mondo ha conosciuto il design, la moda, la cucina e tutte le altre eccellenze che ci rendono unici”.

Ai dati economici seguono subito gli apprezzamenti politici e aggiunge che “questa ricchezza di ritorno deve farci riflettere su quanto siano pretestuosi gli attacchi di chi mette in discussione il peso elettorale dei nostri connazionali. Si tratta di polemiche prive di fondamento e per di più ingrate, conclude il deputato, visto il valore aggiunto che le rimesse rappresentano per la nostra economia. A chi afferma che chi vive all’estero non dovrebbe votare rispondiamo con i numeri. Chi risiede al di fuori dei confini nazionali non solo paga le tasse in Italia ma contribuisce in positivo alla crescita del paese”.

E’ l’Argentina il Paese con più iscritti Aire

Noi italiani si sa, siamo un popolo propenso all’emigrazione. Dall’Europa all’America passando per l’Australia: siamo quasi cinque milioni sparsi per tutto il mondo. Ma vi siete mai chiesti qual è il paese con più italiani? E la città straniera dove ne risiedono di più? La risposta per molti potrà sorprendere, e non poco. Secondo le statistiche la seconda casa degli italiani è, da decenni, l’Argentina.

Nel 2016 l’allora Primo Ministro Matteo Renzi, durante una lectio magistralis all’Università di Buenos Aires, disse che gli italiani nell’omonima capitale superavano quelli residenti a Bologna. Una dichiarazione che a molti sembrò assurda, ma che trovò conferma nei dati del Ministero degli Esteri rilasciati poco tempo dopo. La comunità italiana di Buenos Aires contava infatti quasi 300 mila persone al 2015, rendendola di fatto la città straniera più italiana al mondo.

Un numero impressionante, soprattutto considerando che non tutti gli italiani sono iscritti ai registri esteri. Ma quello di Buenos Aires non è un fenomeno isolato. In tutte le città argentine non è difficile imbattersi in qualche italiano. Sempre secondo il Ministero degli Esteri sono quasi 900 mila gli italiani in Argentina. Tutte le principali città contano decine di migliaia di residenti che provengono dal Belpaese.

Ma per quale motivo siamo così attratti dall’Argentina? I motivi chiari, in verità, non ci sono nonostante l’influenza italiana nel paese è sempre stata molto forte. Oltre il 50% degli argentini ha origini italiche, mentre la lingua non è un ostacolo insormontabile a differenza di altri paesi. L’italiano è infatti la seconda lingua più parlata, e non è difficile farsi capire anche da chi non lo conosce.

L’economia negli ultimi anni e’ in netto retrocesso in linea con la crisi economica globale. Il terreno non è propizio per chi desidera avviare un’attività o iniziare delle collaborazioni con le realtà locali. Ciò nonostante, la cultura, i modi e lo stile sono molto simili ai nostri, come dimostra anche l’architettura. Strade, monumenti e intere zone seguono uno stile mediterraneo, facendoci sentire più vicini rispetto agli 11 mila chilometri di distanza.

A Buenos Aires uno dei quartieri più famosi è il quartiere Palermo. Questo rione è una vera e propria Little Italy che ha accolto sin dall’inizio del Novecento i migranti italiani. Il cuore di questo quartiere è Plaza Italia, e solo questo dovrebbe far pensare all’importanza e all’influenza della comunità italiana. Al centro della piazza spicca il Monumento equestre a Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi, ovvero Italia e Sud America.
Dopo una pausa dovuta alla crisi del paese all’inizio del Duemila, gli italiani che si trasferiscono in Argentina sono sempre più numerosi. Anno dopo anno il numero aumenta sempre di più e, secondo previsioni, a questi ritmi raggiungeremo presto il mezzo milione solo nella capitale. Una cifra impressionante che rende l’Argentina la seconda casa di noi italiani.

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