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June 2020

Consolati e non solo: Schiavone (CGIE) scrive a Di Maio

“Egregio Ministro Di Maio, Signor Presidente, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero porta ancora una volta alla Sua attenzione situazioni di diffuso disagio in cui versa da anni la rete diplomatico-consolare a causa dell’insufficienza del personale diplomatico addetto ai servizi consolari”. Inizia così la lettera che il segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, Michele Schiavone, ha indirizzato al Ministro degli Esteri – e presidente del Cgie – Luigi Di Maio. In essa Schiavone torna a denunciare le criticità nei servizi consolari, “accentuati” dall’emergenza covid, la carenza di personale nella rete diplomatico-consolare, ma anche l’esclusione del Cgie dalle associazioni ed enti coinvolti nel Piano per l’export e nella promozione del turismo di ritorno. Di seguito il testo integrale della lettera.

“Questa difficoltà si è accentuata con l’emergenza epidemiologica che negli ultimi mesi ha costretto alcune sedi a chiusure forzate e alla turnazione dei funzionari consolari, chiamati a espletare solo servizi urgenti e indifferibili, il che de facto ha prodotto ritardi nell’erogazione dei servizi. Purtroppo la modalità di lavoro a distanza o smart working, che in teoria avrebbe garantito la continuità del lavoro, è risultata un mero palliativo, tant’è che oggi tutte le sedi consolari della rete si confrontano con montagne di arretrati e, soprattutto in Europa, queste situazioni pregiudicano la stessa tenuta della sicurezza, mentre al di fuori dell’Europa, vi sono attese di oltre sei mesi per l’erogazione di passaporti richiesti fin dal 2019, necessari anche a fini pensionistici documentali.

In Europa quasi tutti i Paesi sono tornati alla normalità: le scuole sono chiuse e le famiglie italiane desiderano ritornare nei propri luoghi d’origine, perciò chiedono documenti che, a causa dei ritardi accumulati, nel migliore dei casi potranno ritirare soltanto ad ottobre-novembre 2020. Ci risulta che i Consolati hanno ricevuto dal Ministero istruzioni ferree che li costringono a introdurre perentorie prenotazioni con appuntamenti per qualsiasi servizio amministrativo, pur lavorando a ritmo ridotto.

Signor Ministro, portiamo a Sua conoscenza che, in quasi tutti i paesi europei rientrati nella fase due o tre post-covid19, gli uffici pubblici locali funzionano a pieno ritmo, perciò le chiediamo di rivedere le istruzioni interne alla rete e introdurre una maggiore flessibilità nelle aperture dei Consolati, a seconda delle situazioni pandemiche in tutto il mondo, e l’adeguamento ai conseguenti standard della pubblica amministrazione dei paesi ospitanti.

Alla stregua delle deroghe e dei provvedimenti straordinari introdotti in Italia da numerosi decreti legge, Le chiediamo di prendere in viva considerazione, anche per la rete diplomatico-consolare, l’assunzione urgente e temporanea di personale interinale a sostegno dell’amministrazione sia per lo smaltimento delle pratiche arretrate, sia in preparazione dell’imminente referendum per la riduzione del numero dei parlamentari.

Come le abbiamo scritto in precedenza ci auguriamo che la data del referendum venga scorporata dall’election day, perché non tutti i Paesi esteri nei quali gli italiani dovranno votare presentano le condizioni necessarie per un sereno svolgimento della consultazione referendaria.

La presente segnalazione muove dalle insistenti richieste dei Com.It.Es. e dei Consiglieri del CGIE emerse nelle riunioni condotte in videoconferenza dalle Ambasciate italiane in Francia, Spagna, Germania, Svizzera e Inghilterra e nelle altre ripartizioni extra-europee, alle quali hanno partecipato anche consoli e parlamentari eletti nella circoscrizione estero, per discutere esclusivamente dei problemi relativi ai servizi consolari e all’assistenza socio-sanitaria collegata ai rientri dei cittadini italiani temporaneamente all’estero.

Signor Presidente, attiriamo la Sua attenzione su un altro tema: il grande sforzo che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e Lei stesso, state compiendo, per sostanziare il “Patto per l’Export” teso ad inaugurare una strategia innovativa e condivisa di sostegno pubblico all’internazionalizzazione delle imprese italiane non tiene conto delle migliaia di PMI costruite da imprenditori italiani con core business italiano, né della forza dei corpi della rappresentanza intermedia e del mondo associativo commerciale, culturale e sociale presenti all’estero. Questi straordinari assets sono stati ignorati ed elusi dal grande Patto!

Lo stesso dicasi della promozione del turismo e, in particolare, del “turismo di ritorno”, al quale gli italiani all’estero sono direttamente interessati, anche per fruire di eventuali agevolazioni o incentivi. Al di là delle formule creative di marketing e di ricerche di settore il mondo del turismo richiesto dagli italiani all’estero viaggia su altri binari, spesso diversi dalle teorie mercantilistiche.

Gradiremmo chiederLe se è a conoscenza che, all’inizio di quest’anno, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha firmato dei protocolli d’intesa, rispettivamente con l’ENIT e con il Museo nazionale dell’Emigrazione italiana di Genova, finalizzati al coinvolgimento nella promozione turistica di diversi soggetti attivi e presenti da anni nelle Comunità italiane all’estero.

Ci teniamo inoltre a informarla, Ministro Di Maio, che il CGIE di cui lei è Presidente, a differenza di 150 libere associazioni non è stato invitato ai tavoli di lavoro settoriali per il sostegno al Made in Italy, convocati sia dal Sottosegretario Manlio Di Stefano, sia dalla DGSP, in palese infrazione ai dettami della legge 386/1998. Per questo motivo Le reiteriamo la richiesta di adoperarsi, nella Sua veste di Ministro e di Presidente del CGIE, affinché il Consiglio Generale venga coinvolto almeno nell’applicazione di tali progetti, alla stregua di altri soggetti, per costruire le condizioni e coinvolgere le potenzialità espresse dalle numerose realtà fuori d’Italia, in particolare quelle dei Com.It.Es., delle Camere di commercio italiane all’estero e delle Associazioni sociali e settoriali. Siamo certi che anche questa nostra missiva godrà della Sua piena, immediata e concreta attenzione, signor Presidente Di Maio.

Nell’attesa di un Suo cortese riscontro voglia gradire i nostri più vivi saluti”. (aise) 

La ripresa UE al centro del bilancio 2021

La Commissione ha proposto oggi un bilancio UE di 166,7 miliardi di euro per il 2021, cui si aggiungono 211 miliardi di euro in sovvenzioni e fino a 133 miliardi di euro in prestiti nel quadro di Next Generation EU, lo strumento temporaneo per la ripresa il cui obiettivo è mobilitare gli investimenti e far ripartire l’economia europea.
Insieme il bilancio annuale e Next Generation EU mobiliteranno nel 2021 massicci investimenti per far fronte alle ripercussioni economiche e sociali immediate della pandemia di Covid-19, avviare una ripresa sostenibile, proteggere l’occupazione e creare posti di lavoro. Il bilancio è inoltre pienamente in linea con l’impegno di investire nel futuro per realizzare un’Europa più verde, più digitale e resiliente.

Questo bilancio, una volta adottato, sarà il primo del nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e il primo bilancio annuale proposto dalla Commissione della presidente von der Leyen.

Il commissario europeo per il Bilancio Johannes Hahn ha dichiarato che “Di fronte a questa situazione senza precedenti la proposta della Commissione europea mobilita un sostegno mai visto prima. Il bilancio annuale 2021 aiuterà centinaia di migliaia di persone, imprese e regioni a superare la crisi e a uscirne più forti di prima. Perché questo accada, occorre un accordo sul bilancio a lungo termine e su Next Generation EU in grado di trasmettere un segnale di fiducia a tutta l’Europa”.

Il progetto di bilancio 2021, integrato da Next Generation EU, indirizza i fondi là dove possono fare maggiormente la differenza, in linea con le esigenze di ripresa più importanti degli Stati membri dell’UE e dei nostri partner nel mondo.

I finanziamenti contribuiranno alla ricostruzione e alla modernizzazione dell’Unione promuovendo la duplice transizione verde e digitale, creando posti di lavoro e rafforzando il ruolo dell’Europa nel mondo.

Il bilancio riflette le priorità dell’Europa che garantiscono una ripresa sostenibile. La Commissione propone per questo di stanziare: 1,34 miliardi di euro per il programma Europa digitale allo scopo di potenziare le ciberdifese dell’Unione e favorire la transizione digitale; 3 miliardi di euro a favore del meccanismo per collegare l’Europa allo scopo di investire in un’infrastruttura di trasporto aggiornata ad elevata efficienza per facilitare le connessioni transfrontaliere; 575 milioni di euro a favore del programma per il mercato unico, e ancora 36,2 milioni di euro e 127 milioni di euro rispettivamente per i programmi che promuovono la cooperazione nei settori della fiscalità e delle dogane; 2,89 miliardi di euro per Erasmus+ allo scopo di investire nei giovani e 306 milioni di euro per i settori culturali e creativi attraverso Europa creativa; 1,1 miliardi di euro per il Fondo asilo e migrazione e 1 miliardo di euro per il Fondo per la gestione integrata delle frontiere, allo scopo di rafforzare la cooperazione per la protezione delle frontiere esterne e la politica di migrazione e asilo; 55,2 miliardi di euro per la politica agricola comune e 813 milioni di € per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, a beneficio degli agricoltori e dei pescatori europei, ma anche per rafforzare la resilienza del settore agroalimentare e di quello della pesca e dotarli dei mezzi necessari per gestire la crisi; 228 milioni di euro per il Fondo sicurezza interna e 1,05 milioni di € per il Fondo europeo per la difesa a sostegno dell’autonomia strategica e della sicurezza dell’Europa; 1,9 miliardi di euro per l’assistenza preadesione, a sostegno dei nostri partner, anche nei Balcani occidentali.

Una gran parte dei fondi sarà inoltre destinata alle azioni prioritarie individuate in relazione a Next Generation EU, in particolare: 131,5 miliardi di euro di prestiti e fino a 133 miliardi di euro di sovvenzioni potranno essere forniti agli Stati membri nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza, che rientra in Next Generation EU; 17,3 miliardi di euro, 5 dei quali nel quadro di Next Generation EU, andranno a Orizzonte Europa per rafforzare il sostegno europeo alle attività di ricerca e innovazione nei settori della salute e del clima; 10,13 miliardi di euro saranno destinati a InvestEU per investimenti in infrastrutture sostenibili, innovazione e digitalizzazione. Una parte dei fondi andrà al dispositivo per gli investimenti strategici per sviluppare l’autonomia strategica delle catene di approvvigionamento essenziali a livello europeo; 8,28 miliardi di euro andranno allo strumento di sostegno alla solvibilità, secondo la proposta per Next Generation EU, per affrontare i problemi di solvibilità delle imprese economicamente sostenibili di tutti i settori economici; 47,15 miliardi di euro saranno destinati alla politica di coesione e saranno integrati da altri 42,45 miliardi di euro nel quadro di REACT-EU, secondo la proposta per Next Generation EU (i fondi saranno impiegati per sussidi all’occupazione, regimi di riduzione dell’orario di lavoro e misure a favore dell’occupazione giovanile, e della liquidità e solvibilità delle PMI); 9,47 miliardi di euro, 7,96 dei quali nel quadro di Next Generation EU, saranno assegnati al Fondo per una transizione giusta in modo che la transizione verso la neutralità climatica non lasci indietro nessuno; 619 milioni di euro saranno destinati a rescEU, il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, in modo che l’Unione sia in grado di rispondere a emergenze su vasta scala; 1,19 miliardi di euro, 1,17 dei quali nel quadro di Next Generation EU, andranno al nuovo programma per la salute EU4Health per attrezzare l’Unione contro future minacce sanitarie; 15,36 miliardi di euro, 3,29 dei quali nel quadro di Next Generation EU, saranno destinati ai nostri partner esterni attraverso lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI); 2,8 miliardi di euro, 1,3 dei quali nel quadro di Next Generation EU, andranno agli aiuti umanitari, per far fronte al crescente fabbisogno umanitario nelle zone più vulnerabili del mondo.

Il progetto di bilancio per il 2021 si basa sulla proposta della Commissione per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE presentata il 27 maggio 2020. Una volta che il Parlamento europeo e il Consiglio avranno trovato l’accordo sul QFP 2021-2027, compreso il piano per la ripresa, la Commissione adeguerà di conseguenza la sua proposta di bilancio per il 2021 con una lettera rettificativa.

L’adozione rapida del progetto di bilancio è essenziale per consentire a centinaia di migliaia di imprenditori, ricercatori, agricoltori e comuni in tutta Europa di beneficiare dei fondi, in modo da investire in un futuro migliore per le prossime generazioni.

Contesto

Il progetto di bilancio dell’UE per il 2021 comprende le spese previste nell’ambito di Next Generation EU, che saranno finanziate mediante l’assunzione di prestiti sui mercati dei capitali, e le spese previste dagli stanziamenti entro i massimali del bilancio a lungo termine, le quali sono finanziate con le risorse proprie. Per queste ultime spese sono proposti due importi per ogni programma: uno per gli impegni e l’altro per i pagamenti. Con “impegni” si intendono i finanziamenti che possono essere stabiliti nei contratti in un determinato anno, mentre i “pagamenti” sono gli importi effettivamente erogati. Il progetto di bilancio dell’UE per il 2021 ammonta a 166,7 miliardi di € in impegni (-9,7% rispetto al 2020) e a 163,5 miliardi di € in pagamenti (+0,8% rispetto al 2020). Questo è il primo bilancio dell’UE-27 dopo il recesso del Regno Unito e la fine del periodo transitorio. (aise)

Fonte https://aise.it/primo-piano/la-ripresa-ue-al-centro-del-bilancio-2021-/147024/160

Promuovere politiche inclusive estese agli italiani all’estero – appello del CGIE al premier Conte

Stimatissimo Presidente del Consiglio dei Ministri Conte, le Comunità degli italiani nel mondo seguono con grande attenzione l’azione del Governo italiano e il Suo instancabile impegno per risollevare le sorti dell’Italia in seguito ai noti e lunghi mesi di emergenza socio-sanitaria, dai quali ci auguriamo che il nostro Paese possa uscirne più forte anche per ricompensare i sacrifici compiuti da tutti”. Inizia così la lettera – appello che il segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero Michele Schiavone ha inviato oggi al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinchè il Governo “promuova politiche inclusive estese agli italiani all’estero”.

Ne riportiamo di seguito il testo integrale.

“Le continue notizie relative agli strumenti messi in campo dal Governo negli ultimi mesi, con sostanziosi provvedimenti legislativi e ingenti risorse finanziarie senza precedenti, ci inducono a sperare in una solida ripartenza dell’intero Paese. Nel ripensare il futuro della nostra comunità nazionale la situazione contingente offre al Governo l’opportunità di riconsiderare anche il ruolo dei cittadini italiani all’estero nel destino dell’Italia per valorizzarne l’enorme patrimonio di energie e competenze capaci di farla ritornare grande. Gli italiani all’estero sono parte integrante del nostro Paese, cittadini con diritti e doveri, che continuano a mantenere rapporti solidi e interessi vivi con la madre patria. Il nostro apporto materiale e immateriale all’immagine dell’Italia nel mondo è inestimabile. Lo abbiamo ancora dimostrato con forme di manifesta solidarietà nella fase più acuta e triste della pandemia, e si percepisce dall’incessante disponibilità di sostegno nei molteplici campi dell’innovazione, della ricerca, delle arti, del commercio, dell’internazionalizzazione e nella promozione del Sistema Italia.

La nostra comunità si è stratificata nei vari continenti e oggi assurge a un elevato livello di valori caratterizzanti, che andrebbero recuperati e integrati nella società nazionale anche attraverso la conoscenza formativa nelle scuole e nei servizi a loro dedicati.

Negli anni nei nostri riguardi si sono manifestate disattenzioni, che hanno prodotto ingiustificate differenziazioni e diseguaglianze, non solo normative ma anche sotto gli aspetti culturali, finalmente superabili e appianabili in questa nuova fase, alla stregua delle opportunità che si presentano all’avvio della profonda revisione per riprogettare il futuro del sistema Paese.

Gli italiani e gli italiani all’estero devono e possono agire in sincronia, basta volerlo e perseguirlo nei momenti in cui si programmano leggi e le si applicano.

Presidente Conte, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero facendo leva sulle prerogative riconosciutegli dalla sua legge istitutiva, in occasione del dibattimento dell’ultima Legge di Bilancio e dei Decreti legge di questa primo semestre, ha sollecitato le istituzioni e le rappresentanze legislative a prendere in considerazione il riequilibrio e l’equità fiscale tra i cittadini residenti e quelli emigrati in particolare in materia tributaria “IMU/TASI” e per il rinnovamento degli immobili, come anche per agevolarne e favorire il turismo di ritorno, e il reinserimento nel mondo del lavoro di coloro che sono o saranno costretti a rientrare anche in quelle aree interne, oramai spopolate, che potrebbero rifiorire se sostenute da modelli di sviluppo e organizzativi più inclusivi.

I provvedimenti assunti, però, fanno ancora riferimento a due mondi distinti e separati che vorremmo ritornassero a ricomporsi. L’Italia non può perdere l’occasione di far leva sugli italiani all’estero e sulla loro rete per realizzare il “Patto per l’Export”, dotato di un’ingente massa monetaria da investire senza coinvolgere le competenze e le conoscenze di coloro che il mondo lo vivono, lo conoscono e lo condividono nella pratica quotidiana.

Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è del parere che nello sforzo avviato dal Governo per la ripartenza, le istituzioni da sole non possono farcela soprattutto nella proiezione internazionale del Paese; per far circolare progetti e buone pratiche occorre necessariamente coinvolgere e mobilitare le comunità degli italiani all’estero, le energie migliori: il sapere e la conoscenza, il genio e la passione italiana, renderli protagonisti di un nuovo boom economico e culturale, nel quale tutti possono riconoscersi come parte integrante di un grande paese.

Nella presente lettera appello, Presidente Conte, Le chiediamo un impegno formale a promuovere politiche inclusive estese agli italiani all’estero, un vero patto di rinascita per gli italiani all’estero, perché se il vecchio mondo non c’è più, bisognerà ricostruirne uno nuovo, e in quest’ultimo sarebbe auspicabile, per il progresso dell’Italia, contare sul contributo di tutti i nostri cittadini indipendentemente dalla residenza e dagli interessi particolari. Molte leggi che ci riguardano hanno bisogno di una semplificazione, nella fattispecie quelle che attengono ai diritti e ai servizi, alla rappresentanza e alla promozione del sapere e della cultura.

“Le leggi sono fatte per l’uomo e non l’uomo per le leggi”.

La ringraziamo per il lavoro che sta svolgendo per il nostro Paese e per l’attenzione alla presente, Presidente Conte, nell’augurarLe il meritato successo da parte del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero voglia gradire i nostri più vivi saluti e il mio personale”. (aise)

Fonte https://aise.it/comitescgie/promuovere-politiche-inclusive-estese-agli-italiani-allestero-la-lettera–appello-del-cgie-al-premier-conte/147083/157

Amedeo Bernardo: ristoratore, chef, attore, ballerino, un artista a 360 gradi

Amadeus cucina molto bene, lo si può incontrare in “La Glorieta” di Barrancas di Belgrano a ballare il tango, o a teatro come interprete di un’opera di De Filippo. Più chiaro di così si muore, è un artista completo.

Quando sei venuto e per quale ragione?

Nato a Caserta e cresciuto a Roma, sono venuto nel 1993 perché mi sono sposato con una ragazza argentina. Lei voleva ritornare, io sono uno spirito libero e abbiamo fatto insieme il grande passo. Sono venuto quindi per amore.

E’ stato facile inserirsi in questa società o hai avuto qualche problema?

Mi sono inserito subito bene. Appena arrivato, ho provato la sensazione di essere in Italia, pensavo: Ma sono a Roma, a Napoli? L’anima di questa città è europea, sembra d’essere in Italia. Sono stato accolto molto bene e mi hanno aperto molte porte, credo proprio perché sono italiano.

Non sarà che ti hanno accettato perché hai un buon carattere?

Può essere ho un carattere facile, non mi piacciono le situazioni conflittuali, penso subito a pacificare, mi piace ballare e recitare.

So che conoscevi il Tano Carmine, che produceva formaggi in via Chile, vicino ad Av. Entre Rios. Che ricordi hai?

In effetti, ho anche lavorato con lui, che elaborava dei prodotti artigianali di grande qualità. Tra i tanti una mozzarella “all’uso nostro”, il pubblico non lo sa, ma si tratta di un formaggio di difficile elaborazione. Bisogna impastarlo per ore mettendo le mani in acqua calda. Non è facile, ogni mestiere ha i suoi segreti, per questo ci sono persone altamente specializzate. Carmine era molto bravo, aveva iniziato da molto giovane e era molto geloso del suo lavoro. Non delegava, per questo non ha lasciato un successore. Ora ci sono molte mozzarelle in circolazione ma la sua era speciale. Lui lavorava sempre, a me piace molto anche divertirmi, è necessario per continuare a vivere.

Quando è nata la tua passione?

Mi piace mangiare bene, genuino, il mio interesse per la cucina nasce da lì. Mi rendo conto immediatamente se un prodotto è buono e di qualità. Afferro al volo l’essenza del piatto e anche la predisposizione di chi lo prepara. Deve essere una caratteristica di famiglia perché mia madre sapeva cucinare, mia sorella è molto brava. Ho imparato in casa. In seguito ho lavorato in ristoranti, alberghi in Italia e negli USA, dove ho fatto una buona esperienza. Ho conosciuto altre cucine, per esempio le orientali. Diciamo che tutto nasce dal fatto che mi piace mangiare bene.

Hai qualche progetto in questo campo?

Ho conosciuto Maurizio Romagnoli, che è, come me, un appassionato di cucina italiana. Ha già dei ristoranti ed insieme pensiamo di aprire una pizzeria, quando finirà il lock down, a La Recova, in Av. 9 de Julio e Av. Del Libertador. Elaboreremo e venderemo pizza rustica romana.

Da quando sei arrivato trovi che sia cresciuto o diminuito l’interesse dell’ Italia verso i suoi emigrati?

Veramente non so molto di questo tema, non me ne sono interessato, comunque credo che si potrebbe fare sempre meglio.

Credi che sarà facile uscire da questo momento, dalla quarantena e dalla crisi economica?

Sono una persona ottimista, credo che potremo uscire dalla pandemia, ma che la recuperazione economica sarà difficile.

Edda Cinarelli

Le zeppole di San Giuseppe e la giornata dei papà

Per il Giorno del papa, Fabrizia Fioroni nella sua rubrica l’Italia nel mondo, del programma radio Musicalissima, ha presentato le diverse versioni sull’origine delle zeppole, il dolce tipico di questa festa.

“La festa del Papà, in Italia, si festeggia il 19 marzo, in occasione del giorno di San Giuseppe. Qui, in Argentina, invece si celebra la terza domenica di giugno, quest’anno il 21 giugno. In onore di tutti i papà argentini ho scelto di raccontarvi la storia di questa prelibatezza per gli occhi e per il palato: il dolce per eccellenza della giornata del papà, cioè le Zeppole di San Giuseppe.

Si sa che la zeppola di San Giuseppe è arrivata per la prima volta su carta, quindi su un menù, nello storico trattato la Cucina Teorico Pratica del 1837 del gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti. Per il resto le storie sulle sue origini sono tutte poco chiare a volte un po’ strane. C’è anche un po’ di differenza tra di loro.

Alcune ipotesi sono legate alla religione. Secondo una, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe per mantenere la famiglia si ritrovò a vendere frittelle in Egitto, da lì l’identificazione di San Giuseppe con le zeppole.

Secondo un’altra ipotesi il 17 marzo era il giorno del falegname, San Giuseppe ne era il patrono, e per la festa del falegname si vendevano molti giocattoli di legno da regalare ai bambini. Quando nel 1968 il giorno di San Giuseppe è diventato anche festa del Papà i ruoli si sono invertiti ed i figli hanno cominciato la lunga tradizione di regali al proprio padre.

Ci sono poi ipotesi legate all’antica Roma. A quei tempi il 17 marzo si festeggiavano le Liberalia, in onore di Bacco e Sileno. Bacco era il dio del vino e Sileno quello del grano. Era una giornata quindi dedicata al vino e alle frittelle di frumento, che venivano fritte nello strutto bollente. Secondo questa versione la giornata di San Giuseppe, che praticamente si celebra due giorni dopo il 19 marzo, avrebbe sostituito le Liberalia, e le zeppole sarebbero le discendenti delle frittelle originali. Probabilmente la ricetta si è evoluta nei secoli fino a quella che conosciamo oggi come è successo a tante altre ricette.

L’ultima ipotesi è quella partenopea che vede i napoletani protagonisti al 100%. La tradizione vuole che i friggitori napoletani solevano esibire la propria arte culinaria friggendo le zeppole in strada davanti alle proprie botteghe per il giorno di San Giuseppe. Questa versione sarebbe sostenuta dal fatto che la zeppola compare la prima volta sul menù con Ippolito Cavalcanti.

La ricetta delle zeppole cambia da regione a regione secondo gli ingredienti e i prodotti a disposizione nel posto. La ricetta campana preveda ingredienti di base semplici: farina, zucchero, uova, burro, olio d’oliva, crema pasticcera, zucchero a velo amarene sciroppate per la decorazione, ma ne esistono molte varianti. C’è la zeppola pugliese, è fritta nello strutto come vorrebbe la ricetta romana, quella siciliana ha forma cilindrica e tra gli ingredienti ha il riso, il miele d’arancio e la cannella. Concludiamo con la zeppola reggina (di Reggio di Calabria) che ha la ricotta”.

La comunità italo argentina di Buenos Aires parla con Radio ICN New York: Cristina Borruto ospite al Ciao Tony Show di Antony Pasquale

Cristina Borruto è da anni la conduttrice di quasi tutte le manifestazioni culturali della nostra collettività. Lavoratrice instancabile, non si ferma mai e può passare dalla città di Buenos Aires a quella di La Plata per presentare più di una manifestazione nello stesso pomeriggio. La conosciamo da anni; sempre su un palco, presentando balletti e cantanti, non solo della nostra collettività ma anche del folclore, del tango, della musica argentina. Capace, onesta, umile e discreta ha saputo conquistarsi la stima di un enorme pubblico. Scrive cronache e collabora da anni con il periodico Voce d’Italia, con Tribuna Italiana e con la rivista l’Albidonese, diretta da Michele Munno.Intanto ha ammucchiato innumerevoli premi e riconoscimenti vari, per cui non può passare inosservata e nel libro “Fare Fortuna, Storie di Calabresi Lontani di casa”, ecc., le hanno dedicato un capitolo, dove si racconta la sua storia e la sua relazione con la cultura calabrese.

Sei nata in Argentina o in Italia e dove sono le tue radici?

Sono nata nella Provincia di Buenos Aires, a Ramos Mejia, nel seno di una famiglia di Reggio Calabria. I miei genitori erano attaccatissimi alle loro radici, alla loro cultura, tanto culinaria quanto culturale. 

Perché quest’attaccamento alle radici?

All’inizio per i miei genitori. Grazie a loro ho imparato ad amare la Calabria e l’Italia. Da bambina andavo già alle feste, in cui si mangiavano piatti tipici calabresi e si ballavano le danze del sud dell’Italia. Il risultato è che ho due patrie, ugualmente importanti per me. Seguendo questo mio interesse piano piano sono entrata nel mondo dell’associazionismo calabrese a Buenos Aires e in seguito ho iniziato ad avere un dialogo costante con rappresentanti di spicco della Regione Calabria. Il mio obiettivo principale è quello di valorizzare costantemente il contributo fondamentale degli immigrati italiani alla cultura Argentina. 

3) So che hai vissuto vari anni in Italia, quest’esperienza di ha fatta identificare ancor di più con la cultura italiana? 

Sicuramente, fino a allora l’Italia era presente nella mia vita come un humus che alimentava la mia famiglia, un amore spirituale. Quando mi sono trasferita in Italia, finalmente ho potuto conoscere di persona il mio paese, l’Italia, viverci. L’esperienza mi ha arricchita ed ha rafforzato la mia identità di argentina di origine italiana. Sono andata a vivere in Lombardia dove la gente mi ha accolta e accettata con molto affetto e ho stretto forti amicizie che sono per tutta la vita. In Italia è nata mia figlia Giannina, che ora è già laureata in Giurisprudenza, mentre al ritorno in Argentina ho avuto mio figlio Matías.

4) C’è qualcuno della nostra collettività cui sei particolarmente attaccata?  

Alla maggior parte delle persone che ho conosciuto durante questi anni d’intenso lavoro, a tutti quelli che mi sono stati accanto e mi hanno sostenuta con il loro apprezzamento.

5) Come vedi il presente della collettività e cosa credi che succederà in futuro?

L’immigrazione italiana non si è fermata, negli ultimi anni sono arrivate nuove persone, tra cui molte donne, in maggior parte lombarde. Credo che questi nuovi migranti ma anche i nostri figli continueranno la nostra attività anche se in modo diverso. A proposito menziono il gruppo google Seratanas, che riunisce donne nate in Italia, poi Italiani a Buenos Aires, un altro gruppo di Facebook, con circa dieci mila iscritti tra italiani e italo argentini. Cambia la veste, ma nel fondo sono simili a quelli di prima, sono gruppi di mutuo soccorso, con la diversità che si rapportano con strumenti telematici. 

La fama di Cristina Borruto è in ascesa tanto che nei giorni scorsi è stata ospite via video intervista del programma Ciao Tony Show di Antony Pasquale di New York.

Edda Cinarelli 

Imperia ricorda il Generale Manuel Belgrano padre della Bandiera Argentina. Scajola:”capire la storia per riprendere il percorso verso il futuro”

Si è tenuta questa mattina 20 giugno la commemorazione al monumento di Manuel Belgrano, onegliese d’origine, ideatore della bandiera Argentina. A causa del Covid, quest’anno, non avrà luogo la tradizionale notte bianca di Costa d’Oneglia in onore di Manuel Belgrano e della Bandiera Argentina. Il presidente del circolo a lui dedicato, Giuseppe Cassini, ha deposto assieme al sindaco di Imperia Claudio Scajola una corona di alloro in onore del generale argentino, scomparso a Buenos Aires 200 anni fa.

“Tutti gli anni festeggiamo la festa della bandiera Argentina – ha commentato Giusppe Cassini, presidente del Circolo Manuel Belgrano –  con la festa a Costa d’Oneglia con la “notte bianca”. Quest’anno non possiamo fare questo per la pandemia a causa delle spazi. Posiamo la corona di alloro assieme all’amministrazione comunale e come gesto di solidarietà abbiamo donato una cifra importante alla Croce Rossa al fine di aiutare in questo momento difficile le persone che hanno meno possibilità. Speriamo di riproporre la festa l’anno prossimo”. 

“Noi dobbiamo essere orgogliosi – ha detto il sindaco di Imperia Claudio Scajola – perchè pur essendo una piccola città, Imperia ha una storia importante. Ha dato natali a persone che hanno fatto la storia: Andrea Doria, Manuel Belgrano, i premi Nobel Natta e Dulbecco. Una città che ha avuto una fervente attenzione, un’effervescenza culturale notevole. Ebbene ogni occasione che serve per ricordare è un’occasione importante.

Poi con l’Argentina e con Rosario siamo particolarmente vicini perchè è una città gemellata. Ieri sera abbiamo illuminato il palazzo comunale con la bandiera Argentina. Martedì avremo un collegamento in video conferenza con il sindaco di Rosario per scambiare i nostri auguri all’Argentina per i 200 anni che corrispondono alla bandiera Argentina e alla morte di Manuel Belgrano che per loro è festa nazionale. Quindi un’occasione molto importante perchè ricordando la storia si può meglio capire come riprendere il percorso per il nostro futuro”.

Fonte https://www.imperiapost.it/451819/imperia-ricorda-il-generale-manuel-belgrano-padre-della-bandiera-argentina-scajolacapire-la-storia-per-riprendere-il-percorso-verso-il-futuro-foto-e-video?fbclid=IwAR2y3KCQkjMhMkilbckri0burLXPcEstxbyfgwxnJF-woNPywbbzQuYQbZA

Cooperazione Italia Argentina: la comunità italiana punta sui giovani

La capacità delle giovani generazioni di fare rete e creare nuove forme di aggregazione è una risorsa unica per rafforzare il ruolo e i legami con l’Italia della comunità italiana in Argentina, che oggi con oltre un milione di residenti è la più grande comunità italiana nel mondo. Per questo, su iniziativa del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie), dei Comitati per gli italiani all’estero (Intercomites) e con il sostegno dell’Ambasciata italiana a Buenos Aires, si è svolta mercoledì 17 giugno, in modalità virtuale, un’assemblea dei giovani rappresentanti delle diverse comunità e associazioni regionali presenti in Argentina.

I principali risultati dell’incontro sono stati: una giornata nazionale di volontariato italo-argentino da svolgersi al termine della quarantena ancora vigente, nuovi programmi sulla prevenzione della violenza di genere e progetti di sviluppo per favorire il turismo delle radici. In questo modo i 78 partecipanti hanno dato un seguito concreto alla Conferenza di Palermo (www.seminariodipalermo.it) che ad aprile 2019 aveva riunito con il sostegno della Farnesina 115 giovani rappresentanti delle comunità italiane di tutto il mondo, tra cui 20 provenienti dall’Argentina. “Il contesto globale in cui si svolge rende speciale questa assemblea”, ha detto aprendo i lavori l’ambasciatore italiano in Argentina Giuseppe Manzo. “Questi ragazzi e queste ragazze – ha proseguito – superano le distanze, riaffermano le radici italiane e promuovono il futuro del patrimonio dell’italianità con iniziative concrete in settori diversi: dalle questioni di genere al turismo, al volontariato”.

L’incontro, al quale hanno partecipato i Consoli italiani in Argentina, è stato introdotto dal vicesegretario del Cgie, Mariano Gazzola, e dal presidente dell’Intercomites, Dario Signorini, che hanno espresso soddisfazione per la priorità che la comunità argentina attribuisce al ruolo dei giovani. (ANSA).

 

Si vota a settembre

Con 158 voti a favore, nessun contrario e nessuna astensione, il Senato questa mattina ha approvato la questione di fiducia posta dal Governo sul decreto-elezioni, che diventa quindi legge. A settembre, dunque, si voterà, in un’unica giornata, per le amministrative e il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, appuntamenti rinviati a causa del coronavirus.

Un percorso accidentato, quello del decreto, su cui il Senato aveva già votato la fiducia ieri; il voto, però, è stato annullato per mancanza del numero legale e ripetuto questa mattina.

Il testo che ha approvato il Senato è quello ratificato dalla Camera, dunque il decreto – che scadeva oggi – diventa legge.

Le elezioni, dunque, si terranno domenica 20 settembre. Per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari – che, tra l’altro, riduce da 18 a 12 gli eletti all’estero – gli italiani nel mondo voteranno per corrispondenza. (aise)

Fonte https://aise.it/lavori-parlamentari/s%C3%AC-del-senato-al-decreto-elezioni-si-vota-a-settembre/146792/1

Jorge Coluccio, presidente dell’Unione e Benevolenza: giovani e vitalità per la più antica delle associazioni

Eletto presidente nel 2015, è il presidente più giovane della storia dell’istituzione. Ha cercato subito di prodigarsi per ridarle vitalità, cercando di promuovere una campagna di nuovi soci, soprattutto giovani, restaurando i saloni e dandogli, senza toccarne la struttura, un’apparenza calda e avvolgente. Al piano terra c’è il salone delle feste, il teatro, in cui si realizzano ancor oggi spettacoli interessanti e nel sottosuolo ci sono: un accogliente bar-ristorante, in cui si possono assaporare piatti italiani, preparati magistralmente, e un salone in cui si possono realizzare concerti e incontri per giovani. Non potevano quindi mancare gli aperitivi all’italiana, tanto in voga a Buenos Aires, incontri festivi che si realizzavano nella bella sede fino al lockdown. Alla fine della quarantena ospiterà il Circolo Giuridico, composto da un gruppo di magistrati, che propongono uno spazio, d’incontri per studenti, italiani e italoargentini, residenti in tutta l’Argentina. In sintesi una fucina di pensieri per giovani, avvocati e magistrati, antropologi, sociologi e politologi per favorire la riflessione sui problemi socio culturali attuali nel rispetto delle idee degli altri.

Sulla stessa linea e fedele all’obiettivo iniziale di tutela della salute, ospiterà la fondazione Fundacuore, il cui proposito è quello di appoggiare dal punto di vista medico gli italo argentini di scarse risorse economiche. Favorirà anche lo scambio accademico scientifico in medicina tra professionisti italiani e argentini. Il punto forte di Jorge è la sua generosità e la sua identificazione con l’Istituzione che ama profondamente, ragion per cui cerca di risolvere problemi di diverso tipo, includendo quelli economici e con il fine che la collettività, composta ora da figli e discendenti di immigranti, possa riunirsi ancora nella sede per dare continuità alla storia dell’immigrazione italiana e per mantenere la propria individualità nonostante la marcata integrazione.

Edda Cinarelli

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