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Caffè letterario alla italiana: Rinascimento e Boccaccio

La “Liga de mujeres calabresas” presieduta dal cav. Irma Rizzuti ha realizzato la sera di sabato 30 novembre, nella sede dell’Associazione Calabrese di Buenos Aires un caffè letterario sul tema il Rinascimento e Boccaccio.

Un’ iniziativa intrapresa dal gruppo per presentare l’Italia al di là degli stereotipi per cui la si conosce in Argentina ma per la sua grande cultura sprigionata da ogni città, da ogni paese e da ogni borgo grande o piccolo. Una proposta di lavoro innovatrice e molto lodevole perché, oltre a far conoscere la lunga storia italiana nel suo complesso, questo gruppo dimostra un grande amore per tutto il paese di origine e non solo per la regione Calabria. Il Rinascimento è un periodo storico culturale artistico filosofico iniziato circa alla metà del 1400 e durato pressappoco un secolo, fino alla Contro Riforma identificata con il Concilio di Trento 1545 – 1563. Il Rinascimento ha riscoperto l’arte, la filosofia e i testi dei greci ed ha spostato l’attenzione da Dio all’uomo, la ragione è diventata uno strumento di ricerca. E stato il frutto di un processo iniziato molto tempo prima all’epoca dei Comuni e delle Repubbliche Marinare. Boccaccio appartiene al medioevo ma pur essendo un religioso ha posto la sua attenzione sull’uomo, è quindi un precursore del Rinascimento e una pietra miliare nella storia della Letteratura italiana e della

nostra identità nazionale. La sua opera più famosa è il Decamerone, una raccolta di 100 novelle, scritta in dialetto fiorentino, tra il 1349 e il 1353, quando in Europa imperversava la peste. La cornice vede dieci giovani, sette ragazze e tre ragazzi, che per sfuggire alla pandemia che imperversa su Firenze si isolano in una villa di campagna per evitare il contagio e raccontano dieci novelle, una ognuno, per dieci giorni.

La regia del Caffè è stata del cav. Irma Rizzuti, un’artista a tutto tondo, cantante, regista, ma anche un’intellettuale artefice di progetti. Si sono avvicendate nella presentazione: Cristina Borruto, Erica Coccimiglio, Liliana Brusca, Maria Artese Grillo, M. Teresa Straface, Rosalba Giuliani.  Il Caffè è iniziato con Irma, che ha cantato Firenze Sogna, una canzone scritta nel 1939 da Cesare Cesarini e resa celebre da Carlo Buti, mentre su uno schermo scorreva un video sulla splendida città cresciuta durante il Rinascimento grazie alla famiglia Medici. Molto interessante l’intervento di Rodolfo Ellena, autore del libro “Dos con la Trinidad” che immagina Dante Alighieri e Jorge Luis Borges in dialogo nel Paradiso. Abituato a parlare in pubblico e da attore provetto ha parlato in speciale di Dante e Borges, modulando la voce nel modo giusto per mantenere sveglia l’attenzione del pubblico. La sua competenza di attore la si è apprezzata quando ha letto con Maria Artese Grillo il racconto   

 Chichibio e la gru del Decamerone.

Interessanti: l’architetto Fabiàn Palermo, che ha fatto una carrellata sul Rinascimento; il Duo Dwarven che ha suonato musica rinascimentale con strumenti nuovi sul modello di quelli rinascimentali; il soprano Maria Eugenia Caretti, già molto conosciuta nella collettività italiana perché canta aree d’opera nell’Associazione Ossolana di Buenos Aires, Mariel Pitton Straface, fondatrice del corpo di ballo Radici, che ha offerto, in coppia con Guillermo MascareÑo, un saggio di danza dell’epoca. Veramente unica per la sua eleganza e creatività la signora Maria Cotroneo che ha indossato un abito confezionato da lei in stile rinascimentale. Durante l’incontro si sono ricordate quattro donne di quel periodo. Lucrezia Borgia, Isabella d’Este, Caterina Sforza, Caterina dei Medici, che è stata regina di Francia.

Tra i presenti c’era ovviamente la presidente dell’Associazione Calabrese di Buenos Aires, Karina Giuliano; la presidente dell’Associazione di Corigliano Calabro sempre di Buenos Aires, Liliana Scarcella; la vicepresidente della Federazione delle Associazioni Calabresi dell’Argentina, Graciela Laino, Dario Signorini presidente del Comites di Buenos Aires in compagnia di alcuni integranti del Comites..

Edda Cinarelli 

Settimana della Cucina Italiana a Mar del Plata

In occasione dell’IX edizione della Settimana della cucina italiana nel Mondo, questo Consolato ha organizzato una serie di iniziative di promozione della cultura gastronomica. Le iniziative hanno coinvolto varie città della Circoscrizione.

L’8 novembre si è tenuta una conferenza stampa di presentazione della settimana presso la sede del locale Ente di Turismo. A questa hanno partecipato i rappresentanti delle varie istituzioni locali coinvolte nelle attività previste per la settimana: COMITES, Federación de
Sociedades Italianas de Mar del Plata y Zona, ente gestore ACAESIT. La conferenza stampa ha coinvolto TV e radio locali al fine di assicurare la più ampia diffusione delle iniziative.

Il Consolato ha riproposto l’iniziativa “Oggi mangio italiano”. Nel corso dell’intera settimana vari ristoranti, bar e pizzerie di Mar del Plata, individuati da questa sede, hanno esposto il logo della settimana della cucina e proposto ai clienti un menù speciale. Le novità di quest’anno sono state l’allargamento a ristoranti della città di Necochea e la previsione di uno sconto per i cittadini che si presentano con passaporto italiano. L’obiettivo è stato quello di promuovere l’autentica cucina italiana anche presso discendenti di italiani che in molti
casi hanno perso il legame culturale con il nostro Paese.

Il 17 novembre, presso il ristorante Tío Curzio, si è svolta l’iniziativa “Traduzione artusiana in Argentina”, in collaborazione con Casa Artusi, il locale COMITES, la Regione Emilia Romagna e il Consolato Generale d’Italia a La Plata. Il Cuoco di Casa Artusi, Renato Bolsieri, ha offerto una lezione aperta a tutti sulla preparazione della pasta fresca. Alla presentazione sono stati invitati gli studenti delle locali scuole di gastronomia, grazie anche alla positiva collaborazione con il Secretario de Educación del Municipio. La Masterclass è stata seguita da una degustazione di prodotti della tradizione culinaria romagnola offerta alla collettività e ai rappresentanti istituzionali presenti. L’evento di Mar del Plata è stato seguito da una visita del cuoco di Casa Artusi nella località di Villa Gesell, grazie alla collaborazione del Circolo italiano di Villa Gesell che ha ospitato l’iniziativa.

Il 18 novembre, presso la sede della Federación de Sociedades italianas de Mar del Plata y Zona, si è inaugurata l’iniziativa “La Cucina e le regioni d’Italia” con la partecipazione del cuoco italiano Filippo Rebecca del gruppo BACI (Buenos Aires Cuochi Italiani). Lo chef ha
realizzato una Masterclass dal titolo “Laboratorio di autentico risotto italiano”. Il progetto è proseguito nel corso di tutta la settimana con vari incontri aperti al pubblico, caratterizzati dalla presentazione di ricette della tradizione regionale italiana da parte di rappresentanti
delle associazioni locali. Inoltre, sono stati organizzati degli incontri con i ragazzi delle scuole in cui si insegna l’italiano, afferenti all’ente gestore ACAESIT, per far conoscere la tradizione culinaria italiana.

L’edizione 2024 della Settimana della cucina ha avuto un’accoglienza molto positiva nella circoscrizione consolare, coinvolgendo diverse centinaia di persone anche non appartenenti alla collettività italiana. Alle iniziative è stata data ampia diffusione tramite i giornali e le radio locali, nonché sui canali social del Consolato e dei soggetti partecipanti raggiungendo migliaia di utenti anche grazie al coinvolgimento di influencer locali del settore gastronomico.

Porta in Uruguay oer la vittoria del “Frente Amplio”: “con Yamandú Orsi tornano i progressisti alla guida del Paese”

(Comunicato stampa – 25 novembre 2024) – Da Montevideo, dove ha seguito da vicino il secondo turno delle elezioni con gli amici e compagni del Circolo del PD, l’On. Fabio Porta non contiene la sua emozione: “Dopo il buon governo di Tabaré Vázquez e Pepe Mujica torna a vincere in Uruguay la grande coalizione di centro-sinistra intorno ad un politico pragmatico ma fortemente ancorato ai valori riformisti e democratici; Orsi è stato per anni Sindaco di Canelones, la seconda città del Paese, e si è distinto per la sua buona amministrazione e il suo tratto di uomo di dialogo e soluzioni concrete.”

“In una fase storica dove a prevalere sono le divisioni strumentali e la delegittimazione dell’avversario, quando non anche il ricorso alla violenza e all’insulto sistematico, la vittoria del ‘Frente Amplio’ rappresenta un segnale positivo e di grande speranza.” “Il Partito Democratico e la grande famiglia dei democratici e progressisti europei esprimono al neoeletto Presidente Yamandú Orsi e a tutto il popolo dell’Uruguay gli auguri di buon lavoro nel solco della democrazia e della giustizia sociale, nella migliore tradizione della sinistra democratica latino-americana”.

Giorgia Meloni in Argentina

Si è svolta il 19 e 20 novembre scorsi una visita a Buenos Aires del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni.

Durante la visita numerose sono state le occasioni di dialogo politico con il Presidente Javier Milei: una cena privata il 19 novembre presso la Residenza Presidenziale di Olivos – appuntamento esclusivo che Milei ha finora riservato solo a leader considerati “amici” come Bukele e Macron (in quest’ultimo caso per l’amicizia tra Brigitte Macron e Karina Milei) e incontri ufficiali (un tête-à-tête, un incontro allargato alle delegazioni, e un secondo incontro ristretto fuori programma).

In tale contesto sono stati discussi i principali temi di natura internazionale (Ucraina, Medioriente), regionale (Venezuela, UE/Mercosur) e bilaterale (con particolare attenzione sulle relazioni economiche e sulla diplomazia giuridica e di sicurezza).

Temi internazionali

I due leader hanno innanzitutto convenuto sul fatto che Argentina e Italia abbiano una posizione analoga di condanna dell’aggressione russa all’Ucraina. Il Presidente del Consiglio ha ricordato come l’Italia abbia avuto un ruolo particolarmente profilato, anche nell’ambito della Presidenza italiana del G7, nel condannare l’aggressione e continui ad essere impegnata a favore della pace, segnalando che occorrerà osservare la postura che verrà assunta da parte della prossima Presidenza Trump.

Con riguardo alla crisi in Medioriente, il Presidente Milei ha poi confermato il pieno appoggio argentino a Israele e la necessità che si trovi una soluzione permanente al problema di un Paese “circondato” da nemici. Il Presidente del Consiglio, nel ribadire la vicinanza a Israele e nel riconoscere il suo diritto alla sicurezza, ha espresso forte preoccupazione per il progressivo isolamento del Paese dall’inizio della guerra a livello internazionale, a livello regionale e nell’opinione pubblica, rilevando la necessità di un impegno comune nella ricerca della pace. Ha poi sottolineato l’attenzione italiana verso il conflitto in Libano e la conseguente grave situazione umanitaria, ricordando anche il tradizionale impegno italiano in UNIFIL.

Temi regionali

Particolare attenzione è stata posta nei colloqui al tema del Venezuela. Milei ha voluto ricordare come l’Argentina sia stato uno dei primi Paesi a riconoscere la vittoria dell’opposizione venezuelana e a denunciare i brogli elettorali da parte di Maduro. Per tale motivo non apprezza la posizione “grigia” assunta da alcuni Paesi, che accresce le possibilità di presentare la situazione come un fait accompli. Sul tema, ha voluto segnalare la crescente difficoltà brasiliana a farsi carico della cura degli interessi argentini in Venezuela, incluso la tutela delle persone rifugiatesi presso l’Ambasciata argentina, e ha reiterato la richiesta che l’Italia possa subentrarvi.

Il Presidente del Consiglio ha confermato come l’Italia, assieme ad altri partner tra cui la Francia, abbia adottato una posizione particolarmente ferma nei confronti del regime di Maduro, e che continuerà ad essere in prima linea, preannunciando di stare lavorando per porre la questione delle elezioni in Venezuela l’ordine del giorno del prossimo G7 Esteri.

In chiusura di questo segmento, il Presidente Milei ha poi sollevato il tradizionale auspicio che l’Italia e gli altri Paesi amici possano sostenere il recupero pacifico della sovranità sulle isole Falkland/Malvinas.

Sugli aspetti regionali, il Presidente del Consiglio non ha mancato di attirare l’attenzione sull’accordo UE-Mercosur, e sulla necessità che esso garantisca una situazione di reciprocità che non penalizzi gli agricoltori italiani. Il Presidente Milei ha evidenziato come, per quanto l’Argentina attribuisca valore strategico all’accordo in quanto suscettibile di ancorare il Paese al blocco occidentale, esso – come lo stesso Mercosur – siano ancora lontani dalle caratteristiche minime da lui giudicate necessarie per un’accettazione da parte argentina, e necessiti quindi ancora di lavoro preparatorio.

Temi bilaterali

Il Presidente del Consiglio ha ricordato come l’Argentina rappresenti un mercato di storico interesse per il nostro sistema produttivo, ma come le relazioni economico/commerciali siamo molto al di sotto delle potenzialità e del livello di amicizia che lega i due Paesi. Il Presidente Meloni ha quindi incoraggiato il Governo argentino a continuare le riforme per liberalizzare il mercato e attrarre maggiori investimenti e a dare segnali positivi a quelle imprese già presenti (CMC, Iveco e WeBuild) che vantano importanti crediti nel Paese. Al riguardo, così come avvenuto per ENEL, vi sono aziende italiane che continuano a rappresentare le relazioni economiche con l’Argentina come storie di successo, come avvenuto per ENEL quando ha confermato la propria presenza nel Paese e come avvenuto più di recente per Leonardo con la firma del contratto per la fornitura di 4 elicotteri, primo di futuri passi, ha auspicato il Presidente, di una serie di accordi per forniture nel settore della difesa.

Milei ha voluto ricordare la difficile eredità economica presa in carico dal suo Governo e ha illustrato estensivamente la sua strategia di riforma economica (ponendo enfasi sulle quattro linee di azione: riduzione dell’inflazione, equilibrio fiscale, taglio della spesa pubblica e riforme strutturali) e sui risultati finora conseguiti. Per il Presidente queste riforme (ha citato, a titolo di esempio, l’introduzione del “Régimen de Incentivo para Grandes Inversiones”/RIGI) hanno già creato spazi di opportunità economica che solo i Paesi disposti ad investire oggi sapranno cogliere al meglio, segnalando come l’Italia si trovi in una posizione privilegiata per farlo, chiedendo altresì il sostegno nei confronti del Fondo Monetario Internazionale (prontamente assicurato). Da entrambe le parti è stata sottolineata l’esigenza di una forte cooperazione nell’affrontare le nuove sfide energetiche. Quando da parte argentina è stata ricordata l’abbondanza di risorse naturali inutilizzate (in particolare il giacimento di Vaca Muerta), inclusi i materiali critici (litio su tutti), il Presidente ha suggerito che avrebbe provato a favorire un coinvolgimento da parte di ENI per individuare possibili aree di cooperazione.

In generale, per consentire di riportare ad unita’ tutti i potenziali filoni di collaborazione in un quadro ordinato e funzionale, il Presidente del Consiglio ha proposto di giungere in tempi ragionevolmente brevi alla firma di un Piano di Azione 2025-2030 che contenga obiettivi e milestones delle singole aree di cooperazione, proposta che il Presidente Milei ha immediatamente accolto.

I temi della cooperazione economico-commerciale sono stati oggetti anche di appositi incontro del Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Giancarlo Giorgetti.

Per quanto riguarda cooperazione nel settore della giustizia e della sicurezza, il Presidente del Consiglio ha ringraziato per la recente apertura sul caso Bertulazzi, che ha dato rinnovato impulso alla collaborazione bilaterale in materia. Al riguardo ha ricordato l’esperienza e le capacità italiane nella lotta al crimine organizzato, che rappresentano un modello da riprodurre per far fronte alle nuove sfide poste dal crimine transnazionale. Il Presidente del Consiglio ha tra le altre cose ricordato il ruolo chiave italiano nel programma europeo EL PACCTO, il programma “Falcone e Borsellino”, e i due recenti progetti per la condivisione dell’esperienza strategica e operativa dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Ha infine ricordato come la prossima visita del Ministro della Giustizia Libarona in Italia rappresenti una ulteriore importante tappa per il rafforzamento della cooperazione.

Il Presidente Milei ha ricordato come sia al momento in discussione in parlamento il progetto di Ley Antimafia frutto di un’intensa collaborazione tra i due Paesi e ha assicurato per il caso Bertulazzi e ogni altra richiesta di cooperazione giudiziaria internazionale massima collaborazione e proattività da parte delle Autorità argentine.

La visita del Presidente del Consiglio si è conclusa con l’incontro con la collettività, eccezionalmente apprezzato dalla comunità italiana e seguito con attenzione dai media e con grande partecipazione anche dalla gente comune, accorsa in gran numero fuori dal Teatro Coliseo.

Nel suo intervento, il Presidente ha sottolineato il carattere di “nazioni sorelle” dei due Paesi e richiamato il portato dell’identità italiana in Argentina, autentica base dell’ulteriore rilancio delle relazioni. Il segmento istituzionale è stato seguito dal tradizionale evento culturale di fine anno promosso dal Consolato Generale e intitolato “Luz, Camara, Danza – Omaggio al Grande Cinema Italiano”. Lo spettacolo – introdotto dall’esecuzione degli inni nazionali da parte di interpreti e orchestrali del celebre Teatro Colon, il più importante dell’America Latina, diretti dalla nuova Direttrice Invitata Beatrice Venezi, ha celebrato attraverso la danza e innovative videoproiezioni alcuni interpreti italiani iconici della “settima arte”, tra cui Anna Magnani, com’è noto prima attrice italiana a vincere l’Oscar.

L’incontro al Coliseo con l’ampissima rappresentanza di quella che è com’è noto la più numerosa collettività fuori dai confini nazionali (presenti circa 2.000 ospiti, tra cui Ministri e rappresentanti di vertice delle Istituzioni argentine, parlamentari di entrambi i Paesi, rappresentanti di CGIE, Comites, associazioni, imprese, scuole, enti di diffusione dell’italiano, personalità della società civile) è stato preceduto dalla cerimonia di consegna al Presidente del Consiglio da parte del Sindaco Jorge Macri delle Chiavi della Città di Buenos Aires, massimo riconoscimento concesso dal Governo della Capitale.

Epilogo

La visita in Argentina ha permesso di rafforzare l’intesa personale con il Presidente Milei (con il quale è stata concordata la possibilità di ulteriori occasioni di visita nei mesi a venire) e ha posto sul tavolo prospettive concrete di un ulteriore salto di qualità nel rapporto con Buenos Aires, che nella visione strategica del Presidente del Consiglio rappresenta il punto di riferimento per l’Italia in America Latina.

Un rapporto che non si limita all’amicizia e all’alleanza tra due Paesi, ma che poggia le proprie basi sul legame tra due “popoli fratelli”, definizione utilizzata da entrambi i leader durante le dichiarazioni congiunte alla stampa, un unicum per Milei, che accogliendo la proposta di parlare insieme davanti ai media ha voluto marcare la specialità del legame tra Argentina e Italia, e la volontà di far fronte insieme alle sfide “gemelle” dei due Paesi.

La visita in Argentina ha pertanto inaugurato una nuova fase delle relazioni bilaterali che andranno ora incanalati, secondo quanto annunciato dal Presidente, in nuovo Piano di Azione 2025-2030 che potrà contribuire a garantire la continuità e la “visione d’insieme” del rapporto Italia-Argentina.

Un santo italiano per gli indios: Papa Francesco ha canonizzato Padre Giuseppe Allamano, missionario piemontese

In un mondo sempre più devastato dalle violente conseguenze dei cambiamenti climatici, alla vigilia della COP30 sul clima che si svolgerà nel 2025 a Belèm in Brasile nel cuore dell’Amazzonia, il Papa – che già aveva manifestato tutta la sua sensibilità e preoccupazione in materia ambientale nella bellissima enciclica “Laudato sii” – ha voluto dare un altro fortissimo messaggio proclamando Santo un sacerdote italiano che all’inizio del secolo scorso fondò a Torino l’ordine dei missionari della Consolata.

Giuseppe Allamano nacque il 21 gennaio 1851 a Castelnuovo, lo stesso piccolo paese piemontese che diede i natali ad un altro grande Santo molto conosciuto in Brasile e nel mondo, Don Giovanni Bosco. Ordinato prete ventiduenne, sette anni dopo è Rettore del Convitto ecclesiastico per i neo-sacerdoti; la missione dell’Istituto che ha fondato partì dal Santuario della Consolata ed è oggi diffusa in tutto il mondo, dove i missionari e le missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede, spesso in condizioni di povertà materiale e spirituale.

Tutto inizia da un’osservazione che turba Padre Allamano: molti giovani preti desiderosi di diventare missionari vengono ostacolati dalle diocesi, che alle missioni preferiscono mandare soldi piuttosto che risorse umane. Il prete piemontese decide di creare così un Istituto di missionari. Nel 1902 parte la prima spedizione verso l’Africa, in Kenya. Otto anni più tardi Allamano dà origine anche alle Suore Missionarie della Consolata.

Il miracolo che conduce Padre Allamano alla santità è del febbraio 1996, e avviene proprio in Brasile: l’insperata guarigione di Sorino Yanomami, indigeno dell’Amazzonia, attaccato da un giaguaro che gli ha provocato gravi ferite al cranio, praticamente scoperchiato. Trasportato all’ospedale di Boa Vista, in Roraima, accudito dalle missionarie della Consolata, che non cessavano di chiedere la sua guarigione per intercessione del Padre Fondatore, Sorino ha miracolosamente recuperato la salute in pochi mesi, e vive tuttora nella sua comunità indigena. A Roma, nella conferenza stampa che ho avuto l’onore di organizzare alla Camera dei deputati, Padre Corrado Dalmonego, missionario della Consolata, antropologo, in servizio tra il popolo Yanomami, nel nord del Brasile, ha così commentato il miracolo: «È come se Allamano ci dicesse “io ho interceduto ma adesso, qual è la condizione dei popoli indigeni ?”».

Negli ultimi anni, ci ha ricordato Padre Corrado, proprio nelle terre degli indigeni Yanomani «sta avvenendo una seconda corsa all’oro, un aumento esponenziale di sfruttamento minerario illegale, legato ai narcos, al traffico di armi, con 20 mila cercatori d’oro su una popolazione di 33 mila persone». Oltre a «disboscamento, devastazione della foresta, contaminazione di acque e terre, si assiste a un deterioramento delle condizioni di salute della popolazione».

Il motto di Padre Allamano era « fare bene il bene »; forse è proprio di questo che il mondo oggi ha bisogno; non soltanto di parlare e nemmeno di fare, ma di “fare bene” per incidere su questi temi con l’urgenza e la profondità che richiedono. Purtroppo, dobbiamo fare i conti non soltanto con gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici o con lo sfruttamento indiscriminato della foresta; ad essere attaccati sempre più spesso sono i diritti primordiali delle popolazioni indigene, per non parlare poi del sempre più frequente “negazionismo ambientale” che, come avvenne con il Covid, mette in discussione anche le evidenze della scienza contemporanea. Anche per questo Padre Giuseppe Allamano non è soltanto un “nuovo Santo” ma un simbolo profetico della necessaria e quotidiana lotta per la preservazione dell’ambiente e il rispetto delle popolazioni indigene.

L’Unione Europea chiede aiuto all’Argentina, è l’unica speranza contro la Cina

L’UE punta sull’Argentina per produrre idrogeno verde, riducendo la dipendenza dalla Cina. Investimenti e risorse naturali creano un’alleanza strategica per energia pulita e crescita economica.

L’Unione Europea sta affrontando una sfida cruciale nella transizione verso l’energia pulita, cercando di ridurre la sua dipendenza dalla Cina per le tecnologie e i materiali essenziali nel settore delle rinnovabili.

In questo contesto, l’Argentina emerge come un alleato strategico grazie alle sue immense risorse naturali, ideali per la produzione di idrogeno verde, una delle chiavi per un futuro energetico sostenibile.

L’UE ha lanciato un piano di investimenti che mira a rafforzare la collaborazione con i paesi dell’America Latina, tra cui spicca l’Argentina. Questo Paese offre un’opportunità unica per la produzione su larga scala di idrogeno attraverso l’uso dell’energia eolica della Patagonia e altre fonti rinnovabili.

Durante un recente evento organizzato dalla Delegazione dell’Unione Europea in Argentina, denominato “Transizione energetica e dialogo sull’idrogeno verde”, è stato annunciato un investimento di circa 45 milioni di dollari per l’intera regione dell’America Latina, con 4 milioni di euro dedicati specificamente al potenziamento dell’idrogeno rinnovabile argentino.

La collaborazione potrebbe trasformarsi in un pilastro fondamentale per entrambi i Paesi, nel contesto di un panorama energetico globale sempre più competitivo. Ecco cos’è l’idrogeno verde e perché è così importante per l’Europa e l’Argentina.

Argentina, cos’è l’idrogeno verde e perché è importante?

L’idrogeno verde è un combustibile pulito prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua, utilizzando energia da fonti rinnovabili come eolico e solare. È privo di emissioni di carbonio CO2, rendendolo essenziale nella lotta al cambiamento climatico. Può essere utilizzato in vari settori, dall’industria chimica ai trasporti, come alternativa sostenibile ai combustibili fossili.

La sua produzione su larga scala è considerata una chiave per la transizione energetica globale e l’Argentina si distingue a livello internazionale per il suo potenziale nella produzione di questa preziosa fonte rinnovabile. Grazie a risorse naturali uniche come i venti costanti e intensi della Patagonia. Questa regione è ideale per la generazione di energia eolica, necessaria per alimentare il processo di elettrolisi che trasforma l’acqua in idrogeno senza emissioni di carbonio.

Questo elemento, definito spesso come “oro verde”, può essere utilizzato come combustibile pulito in numerosi settori industriali ed energetici, fornendo una soluzione concreta per ridurre le emissioni globali di CO2. Il piano dell’UE per sviluppare questa tecnologia in Argentina prevede un’interazione stretta tra investimenti pubblici e privati, oltre a programmi di cooperazione per garantire il trasferimento tecnologico. Tra i punti centrali dell’accordo figurano l’elaborazione di una roadmap comune per definire normative, il coinvolgimento delle comunità locali e l’impiego delle migliori tecnologie disponibili. Inoltre, il Memorandum of Understanding (MoU) siglato a Bruxelles nel 2023 ha rafforzato questa cooperazione, sottolineando l’importanza di una transizione energetica equa e sostenibile.

La produzione di idrogeno verde non solo rappresenta una svolta ecologica per il Paese sudamericano, ma apre anche nuove frontiere economiche. Attraverso l’esportazione di energia rinnovabile, l’Argentina potrebbe beneficiare di un importante impulso economico, stimolando la creazione di migliaia di posti di lavoro qualificati e attirando ulteriori investimenti esteri.

Perché l’Argentina è la soluzione contro la Cina?

L’alleanza tra l’Unione Europea e l’Argentina si configura come una mossa strategica per entrambe le parti in un momento critico. Da un lato, l’UE cerca di diversificare le sue fonti di approvvigionamento energetico per ridurre la sua vulnerabilità verso la Cina, principale produttore mondiale di tecnologie per le energie rinnovabili. Dall’altro, l’Argentina ha un’opportunità unica per consolidare il proprio ruolo come fornitore affidabile e sostenibile di energia pulita.

Il Memorandum of Understanding firmato tra le parti si estende oltre l’idrogeno verde, includendo iniziative per lo sviluppo delle energie rinnovabili e del gas naturale liquefatto. Inoltre, programmi come il «Team Europa» favoriranno la formazione e la collaborazione tecnica, con scambi bilaterali tra professionisti argentini ed europei. Questa sinergia permette di accelerare il processo di transizione energetica, garantendo che i benefici economici e sociali siano distribuiti equamente, anche a livello locale.

In definitiva, l’investimento europeo in Argentina non è solo una risposta alle sfide del cambiamento climatico, ma anche una strategia geopolitica per consolidare alleanze e ridurre la dipendenza da attori globali dominanti, come il Paese del dragone (la Cina) o la Russia. Con il tempo, questa cooperazione potrebbe trasformare l’Argentina in uno dei maggiori esportatori mondiali di idrogeno verde, garantendo al contempo all’UE un accesso sicuro a una risorsa energetica fondamentale per il futuro. Questo progetto dimostra che la transizione energetica globale può essere non solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità di crescita e innovazione condivisa.

Tratto da: L’Unione Europea chiede aiuto all’Argentina, è l’unica speranza contro la Cina

Meloni agli italiani in Argentina: siete importanti per l’Italia

Italia e Argentina sono due Nazioni sorelle“. E lo sono grazie a “quegli italiani che nonostante fossero lontani da casa, non hanno mai dimenticato le loro origini e hanno continuato a tramandare quella tradizione di generazione in generazione”. Per questo ” Ad affermarlo, eloquentemente, è stata in queste ore la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aprendo l’incontro con i connazionali in Argentina che si è tenuto ieri sera allo storico Teatro Coliseo di Buenos Aires. La Premier, che prima ha incontrato anche il Presidente argentino, Javier Milei, ha potuto parlare dunque davanti alla folta comunità italiana presente, a partire dal Console della capitale argentina e dall’Ambasciatore.

Quella tra Italia e Argentina è dunque “una fratellanza che è cominciata ancora prima che l’Italia e l’Argentina guadagnassero la loro indipendenza. Una fratellanza che è stata costruita dall’amore, dalla dedizione, dal sacrificio” di quegli italiani “che non hanno mai dimenticato le loro origini”.

“Non avrei potuto concludere la mia prima visita ufficiale in Argentina e la mia prima visita in America Latina senza passare del tempo con voi in questo magnifico teatro che, come veniva ricordato, è uno dei simboli del legame tra Italia e Argentina” ha spiegato ancora la Premier agli astanti, che hanno anche assistito alla performance dell’orchestra diretta dalla Direttrice Beatrice Venezi.

“Così l’Italia, per quelle milioni di persone che discendono da italiani, anche per quelle persone che in Italia non sono mai state, continua a essere, per usare la definizione di un eroe del nostro risorgimento, la patria del cuore: una casa, perché la casa è quel posto che i tuoi piedi possono lasciare ma il tuo cuore non lascia mai”, ha proseguito la Meloni.

“Quel legame è la base di quello che oggi ancora può essere un rapporto molto forte tra Italia e Argentina, deve essere un rapporto molto più forte tra Italia e Argentina, però ancora prima voglio dire che quel legame che voi avevate con la vostra casa, con la vostra madrepatria, non è mai stato un impedimento, no? Perché l’identità, alla fine, non è mai un limite, non è mai un fardello, è sempre un valore aggiunto, quel legame non vi ha reso più deboli, ma vi ha reso più forti, non vi ha isolato, ma vi ha dato gli strumenti per integrarvi meglio – ha aggiunto ancora Meloni -. È stato quel legame, è stata quella identità, è stata quella consapevolezza a consentirvi di contribuire alla crescita di questa comunità, come avete saputo fare”.

“Quel legame – ha sottolineato ancora la Presidente del Consiglio italiano – ancora oggi può e deve fare la differenza per l’Italia come per l’Argentina, perché, diciamoci la verità, voi avete sempre fatto la vostra parte, la politica forse non l’ha fatto sempre. Allora, io sono qui soprattutto per colmare quell’assenza, per riannodare, rafforzare i fili di questo rapporto. Ne ho parlato a lungo con il Presidente Milei, il rapporto tra i nostri Governi deve saper riflettere questo legame”.

Ma la Meloni ha preso parte a questo incontro “fondamentalmente per dirvi una cosa: non so se vi sia mai capitato di non sentirvi abbastanza supportati dall’Italia, non so se possa addirittura esservi capitato di pensare di non essere sufficientemente considerati se fosse mai accaduto, ma voglio dirvi che non accadrà di nuovo. Voglio dirvi che l’Italia ci sarà perché è importante per voi, ma perché è importante per lei. I nostri italiani, figli di italiani sparsi nel mondo, sono la più straordinaria rete diplomatica che noi abbiamo mai avuto e dobbiamo saper fare per loro quello che loro hanno saputo fare per noi. Quindi questa è una promessa che vi faccio per oggi e per il futuro”, ha concluso la Premier. “Viva l’Italia, viva l’Argentina, viva il nostro legame”.

Incontrando il Presidente Milei, invece, la Meloni ha spiegato: “siamo d’accordo che le relazioni tra Italia e Argentina abbiano un potenziale enorme da esplorare, da liberare. L’Argentina è il punto di riferimento dell’Italia in America Latina. Con il Presidente Milei abbiamo deciso di lavorare fondamentalmente su tre direttrici. La prima è ovviamente la collaborazione politica. Abbiamo concordato di scrivere insieme un piano d’azione Italia-Argentina 2025-2030, che individui i settori principali della collaborazione bilaterale su cui concentrare i nostri sforzi e le nostre energie. La seconda direttrice verso la quale vogliamo rilanciare il nostro impegno comune è quella del contrasto al crimine organizzato”.

Ma “siamo determinati a combattere anche il narcotraffico, la corruzione, il riciclaggio, l’infiltrazione nel sistema economico e sociale, il traffico di esseri umani. Siamo orgogliosi, come Italia, di offrire la forza e la solidità della nostra esperienza che si fondano anche su quei metodi di indagini che due grandi italiani, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno costruito e sono diventati oggi base per ogni strategia di contrasto all’illegalità. L’Italia è protagonista dell’iniziativa europea EL PACCTO 2.0, di assistenza tecnica nella lotta alla criminalità organizzata, è costantemente impegnata con il programma che si chiama proprio Falcone-Borsellino, che è uno dei fiori all’occhiello della nostra diplomazia giuridica e di sicurezza, che è dedicata alla formazione di magistrati e di funzionari di polizia. La terza direttrice, ovviamente, sono i nostri rapporti economici e commerciali che vogliamo rilanciare”. (aise) 

Tratto da: Aise.it – Agenzia Internazionale Stampa Estero

Pepe Mujica, ‘la politica non è più in grado di dare speranze’

“La politica non è più in grado di costruire speranze, i giovani ci vedono come dei vecchi privilegiati”.

Lo ha detto oggi l’ex presidente dell’Uruguay, José ‘Pepe’ Mujica, dopo aver emesso il suo voto nel ballottaggio per le elezioni presidenziali.

Il carismatico leader del Frente Amplio, la coalizione progesssista che sostiene la candidatura di Yamandú Orsi, ha quindi affermato che qualsiasi sia il risultato degli scrutini in Uruguay, “il futuro governo dovrà essere aperto a negoziare con l’opposizione”, tenendo conto che il centrosinistra è in maggioranza al Senato mentre la coalizione di centrodestra di Álvaro Delgado, è in maggioranza alla Camera.

A una domanda sul suo futuro, Mujica, con 89 anni ed un cancro all’esofago diagnosticatogli quest’anno, famoso anche per la semplicità e modestia del suo stile di vita, ha poi risposto sarcasticamente che “quello più prossimo è il cimitero”, mentre si è mostrato più ottimista su quello del suo Paese.

Le urne rimarranno aperte fino 19.30 (23.30 ora italiana) mentre i primi risultati sono attesi per le 21.30 (l’1.30 di lunedì mattina in Italia). Al primo turno, lo scorso 27 ottobre, Orsi aveva ottenuto il 44% dei voti mentre Delgado si era fermato al 27% dei suffragi, ma quest’ultimo ha siglato in vista del ballottaggio una alleanza con diversi partiti dell’area conservatrice e gli ultimi sondaggi indicano una situazione di parità tecnica.

Tratto da: Pepe Mujica, ‘la politica non è più in grado di dare speranze’ – America Latina – Ansa.it

Esteso il regime di benefici su grandi investimenti in Argentina

Il governo argentino di Javier Milei ha modificato la Legge di promozione dei grandi investimenti (Rigi) con un decreto che autorizza l’accesso ai benefici del nuovo regime anche a progetti di espansione di investimenti presentati prima dell’approvazione della legge.

L’accesso al regime del Rigi è riservato alle aziende impegnate in progetti superiori ai 200 milioni di dollari e consente, oltre a significative agevolazioni fiscali, anche una maggiore libertà di accesso al mercato dei cambi (altrimenti soggetto a restrizioni) per l’invio dei dividendi all’estero.

Secondo il testo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, la modifica al regime ha come obiettivo quello di “incoraggiare nuovi investimenti attraverso un quadro chiaro e trasparente”.

Attualmente sono 5 i progetti che hanno aderito al Rigi per un totale di 4,5 miliardi di dollari, due dei quali riguardano il settore dell’energia ed altri tre il settore estrattivo ed in particolare il litio e il rame.

Il governo Milei ritiene il Rigi uno strumento strategico per captare grandi investimenti soprattutto nei settori dell’oil&gas e minerario e dinamizzare in questo modo la ripresa dell’economia dopo lo shock recessivo generato dal programma di aggiustamento fiscale e riordinamento macroeconomico avviato fin dall’insediamento a dicembre del 2023.

Tratto da: Esteso il regime di benefici su grandi investimenti in Argentina – America Latina – Ansa.it

L’Argentina non lascerà l’Accordo di Parigi

Il ministro degli Esteri argentino, Gerardo Werthein, che ha incontrato ieri a Buenos Aires la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha dichiarato che il suo paese non abbandonerà l’accordo di Parigi, anche se continuerà a rivedere i propri impegni sul clima.

“Stiamo semplicemente rivalutando le nostre posizioni ma non usciremo dall’accordo di Parigi”, ha dichiarato al quotidiano uruguaiano El Observador.

La dichiarazione di Werthein, ex ambasciatore argentino a Washington ed entrato in carica alla fine ottobre di ottobre, arriva dopo che, settimana scorsa, l’Argentina aveva ritirato la sua delegazione dai negoziati alla COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si conclude domani a Baku, in Azerbaigian.

L’Accordo di Parigi, adottato nel 2015 da 196 Paesi, fissa l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, limitando le emissioni di carbonio.

È un trattato giuridicamente vincolante ed è considerato un pilastro centrale della lotta globale contro il cambiamento climatico.

Tratto da: Aise.it – Agenzia Internazionale Stampa Estero

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