Agenti della polizia venezuelana hanno circondato l’ambasciata argentina a Caracas dove da marzo sono rifugiati sei oppositori di Nicolas Maduro. Lo hanno riferito due degli oppositori che si trovano nell’edificio. Pedro Urruchurtu, il coordinatore internazionale di Vente Venezuela, il partito guidato da María Corina Machado, ha affermato su X che agenti della Direzione delle azioni strategiche e tattiche (Daet) della Polizia nazionale bolivariana (Pnb) e del Servizio di intelligence bolivariano (Sebin), insieme ad “agenti incappucciati e armati, circondano” l’edificio. L’ex-deputato Omar Gonzalez ha riferito che la fornitura di elettricità alla residenza è stata interrotta, e che attualmente è in funzione un piccolo impianto di emergenza. Clarin ricorda che da agosto, il Brasile si occupa della custodia delle sedi diplomatiche di Perù e Argentina in Venezuela, nonché della rappresentanza dei loro interessi e cittadini nel Paese caraibico, in seguito all’espulsione dei membri di entrambe le legazioni.
“Hanno interrotto il servizio elettrico all’ambasciata argentina a Caracas che è attualmente sotto assedio da parte degli agenti del Sebin (Servizio di intelligence nazionale bolivariano) e di altre forze di sicurezza dello Stato”, ha postato l’ex deputato, Omar González. Urruchurtu e González sono due dei sei oppositori venezuelani che da marzo si sono rifugiati nell’ambasciata per i quali il governo argentino ha già chiesto un passaggio sicuro per poter lasciare il Venezuela. Finora le richieste non sono state accolte. Vente Venezuela, il partito guidato da Machado, si è unito alle denunce. “Pattuglie con agenti del regime continuano ad arrivare alla sede dell’ambasciata argentina a Caracas. Riteniamo Nicolás Maduro responsabile di questo assedio contro i nostri dirigenti rifugiati nell’ambasciata”, ha pubblicato su X.
L’assedio arriva dopo che il governo venezuelano ha annullato l’autorizzazione concessa all’ambasciata dell’Argentina a Caracas di passare sotto la custodia del Brasile: lo rendono noto esponenti dell’opposizione venezuelana e diplomatici brasiliani. La gestione della sede diplomatica da parte brasiliana era stata concessa ad agosto dopo che il Venezuela aveva deciso di espellere addetti diplomatici e consolari di almeno sette Paesi (tra cui Argentina e Perù) per aver denunciato presunti brogli alle elezioni del 28 luglio che hanno attribuito una contestata vittoria al presidente ‘chavista’ uscente, Nicolas Maduro. Lo scorso 1° agosto la bandiera brasiliana era stata issata nella sede dell’ambasciata argentina a Caracas, dopo che il governo di Luiz Inacio Lula da Silva aveva dato la sua disponibilità ad assumere la rappresentanza diplomatica e consolare dell’Argentina in Venezuela, e la protezione della sua sede e della sua residenza, così come l’integrità fisica degli oppositori del governo di Maduro rifugiatisi nell’edificio. Lo scorso 17 maggio il governo del Venezuela aveva ribadito che non avrebbe concesso un salvacondotto ai sei oppositori rifugiatisi nell’ambasciata argentina. A marzo, la Procura generale aveva dichiarato di avere ordini di arresto per sei consiglieri della principale leader dell’opposizione venezuelana, Maria Corina Machado. Per evitare di finire in carcere, i sei avevano chiesto asilo alla sede diplomatica argentina a Caracas.