Papa Francesco, il Papa ammirato da molti e criticato da altri

Bergoglio, il primo Papa, figlio di immigranti italiani nato in Argentina, doveva per forza essere diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto. Ha sperimentato sulla sua pelle il dolore, l’angoscia e la sofferenza di chi emigrava una volta, e per questo, probabilmente, si è sempre occupato degli ultimi. Così da quando è diventato Papa, il 13 marzo del 2013, ha subito fatto capire che avrebbe voluto far cambiare la storia, almeno quella del Papato e che il suo pontificato avrebbe segnato lo spartiacque tra prima e dopo. In linea con le iniziative che aveva intrapreso a Buenos Aires, dal 1998, data della sua nomina a arcivescovo della città, come quella di promuovere incontri religiosi tra esponenti di diverse religioni, soprattutto di quelle medio orientali come l’ebraismo e l’Islamismo per promuovere il dialogo, cercare punti di contatto e ottenere la pace, arrivato a Roma ha continuato a percorrere lo stesso camino. Favorisce gli incontri tra rappresentanti di diverse religioni, e con l’esempio predica alla gente la tolleranza verso i nuovi migranti, d’altronde non ci si potrebbe aspettare un altro messaggio da un Papa che si è sempre dedicato agli ultimi. A Buenos Aires, infatti si era attivato per migliorare la vita dei raccoglitori di cartone ”cartoneros”, ed era riuscito anche a farne entrare un gruppo nel governo della città come operatori ecologici e, sempre attento ai più poveri, andava a visitarli direttamente nelle bidonville, dove celebrava per loro una santa messa e cercava di essergli di conforto.

Appena divenuto Papa ha voluto approfondire quello che stava facendo già da molto, così difende i migranti, che sono la fascia più vulnerabile della società, soli, lontani dalle loro famiglie, vittime del caos mondiale, soffrono anche per il rifiuto delle popolazioni locali. Predica il perdono ed ha accettato di ricevere in Vaticano Hebe Bonafini, Presidente de Madres de Plaza de Mayo, con cui aveva avuto degli screzi. D’altronde come ci ha insegnato Cristo nessun religioso, nessun cristiano può girare le spalle ad un peccatore, direi proprio che i peccatori, le pecore che hanno perduto il cammino, sono i suoi preferiti, perché lo muove il desiderio di recuperarli e riportali sulla strada del bene.

Continua a predicare la comprensione tra le religioni e sempre in vena di far tornare la Chiesa a una vita semplice, come quella di Cristo e di San Francesco, ha adottato un nuovo breviario: lotta ai vescovi che vivono nel lusso e hanno accumulato ingenti fortune, solo a quelli; smantellare la lobby dei prelati sessualmente perversi nel Vaticano, far pagare le loro colpe ai preti pedofili che hanno abusato di bambini, battaglia a fondo contro le mafie, cercare, solo cercare perché questo è molto difficile, di rendere trasparenti i conti dello IOR (Istituto per le Opere Religiose). Tutte decisioni, prese con estremo coraggio, che gli hanno procurato molti nemici, tanti da far pensare che potrebbero ammazzarlo e non l’ISIS, ma i vescovi che non lo sopportano.

Duole rendersi conto che il suo messaggio di tolleranza, onestà ed amore non è compreso da tutti. Alcuni italiani si arrabbiano con lui perché credono che difenda gli immigranti e i cattolici conservatori lo odiano per le sue innovazioni, coerenti con il Concilio Vaticano 1962-1967.

Il Papa, che è veramente un capo della Chiesa di rottura, ha operato anche in campo internazionale ed ha contribuito ad allentare le tensioni tra vari paesi, come con Cuba e all’interno della Colombia, dove recatosi per assistere alla pace definitiva tra il governo e le Farc, Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia, non si è fatto scappare l’occasione per affermare: “ancora oggi dobbiamo pensare con attenzione al concetto di ‘guerra giusta’. Abbiamo imparato in filosofia politica che per difendersi si può fare la guerra e considerarla giusta, ma non è così, di giusto c’è la pace”, cambiando almeno parzialmente l’idea di Sant’Agostino e di San Tommaso che c’era una guerra giusta.

In questo modo ha imposto una riflessione sulla politica aggressiva delle potenze, un’idea che impiegherà del tempo prima di imporsi ma intanto lui ha indicato il cammino. In Argentina, il suo paese di nascita, il Papa è amato da alcuni e rifiutato da altri. Vi è una forte polarizzazione e la gente, per seguire il suo bando di appartenenza, diventa cieca e denigra e banalizza le persone della parte contraria. Il Papa si occupa di politica d’altro livello mentre per i governanti la politica è diventata marketing e strategia per arrivare al potere e conservalo.

Edda Cinarelli