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June 2018 - page 3

Amichevole Israele-Argentina annullata, Merlo (MAIE): “Profondamente addolorato”

“Da Senatore della Repubblica italiana e italo-argentino, eletto dagli italiani in Sud America, sono profondamente addolorato nel vedere che la partita amichevole tra Israele ed Argentina sia stata annullata. La Nazionale di calcio Argentina è stata costretta ad annullare la partita che si sarebbe dovuta tenere nel fine settimana a Gerusalemme soltanto a causa delle parole e degli atti intimidatori degli estremisti filopalestinesi che in queste ore rivolgendosi al campione Leon Messi hanno spaventato e messo a repentaglio la sicurezza dei nostri sportivi”. Così in una nota il Presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero, Senatore Ricardo Merlo.

“Voglio esprimere anzitutto allo Stato d’Israele, ai suoi rappresentati, al suo popolo, solidarietà per questo ennesimo attacco finalizzato alla delegittimazione, in secondo luogo voglio dire alla Nazionale Argentina di non avere mai timore e che il popolo argentino è sempre al loro fianco – ha detto Merlo -. Voglio affermare con forza un concetto: nessuna intimidazione e nessuna minaccia potranno mai allontanare l’Italia o l’Argentina da Israele, perché l’amicizia tra i nostri Paesi sta anzitutto nell’amicizia tra i nostri popoli ed è proprio in seguito a fatti come quello di oggi che le amicizie si rafforzano. Aderiamo all’appello della Presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ha chiesto proprio in queste ore al presidente del CONI Malagò un segnale da parte del mondo dello sport e del calcio italiano per quanto accaduto alle nazionali di Argentina e Israele quest’oggi, lo auspichiamo e attendiamo anche noi credo insieme a molti tifosi, un gesto di vicinanza e amicizia”. (Pubblicato su Italia Chiama Italia il 07.06.2018)

Italiani all’estero e copertura sanitaria per temporaneo rientro in Italia: COME FARE?

Quando si è iscritti all’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, automaticamente si viene cancellati dalle liste del Sistema sanitario nazionale, si perde il medico di base e in caso di rientro in Italia si ha diritto solo a cure urgenti.

Tuttavia, per chi non lo sapesse, quando si rientra in patria temporaneamente c’è la possibilità di riattivare tale copertura e farsi assegnare un medico di base per un massimo di tre mesi l’anno.

La procedura è molto semplice e veloce, vi spiego nel mio caso cosa fare, in quanto molte sono le persone che si trovano disorientate (lo ero anche io prima di capire il procedimento) quando rientrano in patria e magari hanno bisogno di ricette o semplici consultazioni con il proprio medico.

Prima di tutto dobbiamo scegliere quale sarà il nostro domicilio durante la permanenza in Italia. Una volta scelto il domicilio ci dobbiamo recare presso l’Asl di appartenenza con un’autocertificazione nella quale dobbiamo indicare i nostri dati anagrafici, compreso paese, indirizzo estero di residenza e specificare di essere iscritti all’AIRE.

Inoltre dovremo dichiarare di voler temporaneamente richiedere la copertura sanitaria in quanto momentaneamente domiciliati in Italia, indicando il domicilio, il tempo di permanenza e i dati di tutti i componenti del nucleo familiare, in caso foste sposati o conviventi con figli, anch’essi iscritti all’AIRE.

Insieme a questo documento dovrete compilarne un altro prestampato, che vi darà direttamente l’Asl e presentare tutto all’anagrafe sanitaria dove in pochi minuti (almeno nel mio caso) vi forniranno un certificato, come vedete in foto, per ogni componente del nucleo familiare, dove sarà indicata la data di copertura (massimo tre mesi annui) e il medico assegnato, che tra l’altro potrete scegliere da una lista di professionisti accreditati che sempre l’Asl vi fornirà al momento della richiesta.

Inoltre per i bambini in età pediatrica, potrete scegliere appunto uno specialista pediatra sempre nelle liste dell’Asl.

Guido Di Bernardo (pubblicato su Italia Chiama Italia il 31.05.2018)

Il 2 giugno delle forze armate

In occasione della Festa della Repubblica, si svolge oggi a via dei Fori Imperiali a Roma la tradizionale parata militare, alla presenza del Presidente Sergio Mattarella, delle più alte cariche dello Stato e dei rappresentanti dell’Esecutivo. Presenti, fra gli altri, oltre alla presidente del Senato Eliasbetta Alberti Casellati e al presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con l’intero Governo.

A ripercorrere la storia della parata, dal 48 ad oggi, è il Ministero della Difesa, che ne evidenzia le tradizioni, ma anche le novità susseguitesi negli anni.

“Sin dalla sua prima edizione nel 1948, la Rassegna del 2 giugno ha accompagnato e interpretato quei valori di libertà, democrazia e convivenza pacifica, così faticosamente conquistati, un segnale di fiducia nel futuro e nella volontà di rinascita che tornava a permeare tutta la Nazione.

In quel 2 giugno, le Forze Armate divennero strumento di quel sentimento, con una dimensione tangibile – uno schieramento interforze di fronte all’Altare della Patria – ed una spirituale – l’adempimento dei propri compiti istituzionali, della salvaguardia dei valori di libertà, democrazia, convivenza pacifica e con la dimostrazione del proprio senso del dovere e dell’impegno solidale.

Era l’attestazione di una Nazione e di un Popolo che tornava pubblicamente a riconoscersi ed a stringersi attorno ai simboli della propria identità: il Tricolore, l’Inno, le Istituzioni repubblicane con in testa il Capo dello Stato.

Nella Rassegna del 2 giugno 1948, l’allora Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, nel ricevere il saluto delle Bandiere dei Reparti schierati, assumeva simbolicamente il comando delle Forze Armate così come stabilito dall’articolo 87 della nuova Carta Costituzionale.

E in virtù dello stesso articolo, il Capo dello Stato rappresenta l’unità della Nazione. Nell’apparente formalismo di quell’atto si ristabiliva, in tutta la sua forza, non solo il legame tra gli Italiani ed i cittadini in uniforme ma, più in generale, si dava un nuovo e forte impulso alla coesione del Paese intero.

Nei volti degli uomini e delle donne che sfilano nella Rassegna, ciascun italiano – di ogni età, estrazione culturale e provenienza geografica – può vedere idealmente genitori, figli, fratelli ed amici.

Le vicende della parata militare sono, del resto, lo specchio fedele dei mutamenti che hanno interessato il nostro Paese in oltre mezzo secolo.

La prima, come detto, risale al 1948 e venne organizzata per celebrare il secondo anniversario della Repubblica. Per l’occasione in Piazza Venezia, davanti all’Altare della Patria, vennero schierati in forma statica nove reggimenti dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri insieme con i bersaglieri del 3° reggimento, alle artiglierie, ai carri armati, ai militari a cavallo.

Nel 1949, anno dell’ingresso dell’Italia nella NATO, se ne svolsero 10 contemporaneamente in altrettante città, tra cui Pordenone, Latina e L’Aquila.

Nel 1950, invece, per la prima volta la parata fu inserita nel protocollo delle celebrazioni per la Festa della Repubblica e, nel 1961, centenario dell’Unità, si svolse anche a Torino e Firenze, prime Capitali dell’Italia unita.
La morte di Papa Giovanni XXIII, il 3 giugno 1963, impose di posticipare le celebrazioni al 4 novembre.

Nel 1965, per celebrare il Cinquantenario dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, sfilò anche un Gruppo Bandiere composto dai vessilli delle Unità disciolte che avevano preso parte alla Grande Guerra. Custodite nel Sacrario del Vittoriano, tali Bandiere vennero poste al comando del Colonnello Alberto Li Gobbi, Medaglia d’Oro al Valor Militare della Seconda Guerra Mondiale, recentemente scomparso.

In occasione del trentennale della fine del secondo conflitto mondiale, nel 1975, nella struttura della parata furono introdotti alcuni Gruppi Bandiera delle formazioni, regolari e non, che avevano partecipato alla Guerra di Liberazione, insieme con i Gonfaloni delle città decorate di Medaglia d’Oro al Valor Militare, poi stabilmente inseriti nelle sfilate del 1983-89.

L’anno successivo, a causa del terremoto in Friuli, la parata fu sospesa e sostituita da una deposizione di corona al Milite Ignoto, mentre nel 1977 si optò per la cerimonia in Piazza Venezia, con una Brigata costituita da 43 compagnie in rappresentanza di tutte le Forze ed i Corpi armati e non dello Stato. Sempre nel 1977 a Milano, il 19 giugno, si svolse una parata di dimensioni ridotte in occasione del raduno nazionale dei carristi.

Motivi di austerity suggerirono la sospensione della manifestazione dal 1978 al 1982. Solo nel 1983 la sfilata fu ripristinata, sull’itinerario Aventino – Porta S. Paolo, nella prima domenica di giugno.

Nel 1989 la parata fu sostituita da una mostra storico – rievocativa in Piazza di Siena e nel 1990 e 91 tornò in Piazza Venezia.

Dal 4 giugno 2001 la parata è nuovamente su via dei Fori Imperiali.

Dal 2016 è stata introdotta una novità: ad aprire la sfilata sono stati infatti 400 Sindaci in rappresentanza di 8.000 Comuni italiani”. (aise/02.06.2018)

I ministri del governo Conte

Sono 18 i Ministri del Governo Conte che oggi pomeriggio giurerà al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica. Ad affiancare Conte come vicepresidenti saranno i leader di Lega e 5 Stelle, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti.
5 le donne nell’esecutivo. 8 i ministri in quota 5 Stelle, 6 in quota Lega – 7 con Giorgetti – gli altri sono “tecnici”.

LUIGI DI MAIO Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro e Sviluppo Economico
Nato ad Avellino, classe 1986, Luigi Di Maio è il capo politico del Movimento 5 Stelle. Alla sua seconda Legislatura, Di Maio dal 2013 al 2018 è stato vicepresidente della Camera dei deputati. Diplomato al liceo classico, ha lavorato come webmaster e come steward allo stadio San Paolo di Napoli per poi lanciarsi in politica. Aderisce al Movimento 5 Stelle fin dal 2007, quando apre il Meetup di Pomigliano d’Arco, città dove risiede. Dieci anni dopo, a settembre 2017 si candida e vince le primarie lanciate dal Movimento per scegliere il candidato premier.

MATTEO SALVINI Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno
Milanese, classe 1973, Matteo Salvini è segretario della Lega Nord, partito con il quale muove i suoi primi passi in politica fin dal 1993, quando viene eletto nel consiglio comunale di Milano.
Diplomato al Liceo Classico “Alessandro Manzoni” di Milano, sposato e separato, padre di una figlia, Salvini è stato eletto con la Lega al Parlamento Europeo dal 2004 al 2006, nel 2008 viene eletto alla Camera dei deputati e l’anno successivo di nuovo a Strasburgo, dunque si dimette e sceglie il seggio europeo.
È segretario della Lega dal 2013. In questa legislatura è stato eletto in Senato.

MINISTERI SENZA PORTAFOGLIO

RICCARO FRACCARO Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta
Nato a Montebelluna, classe 1981, Riccardo Fraccaro è alla sua seconda legislatura. Laureato in giurisprudenza, dipendente di una energy service company, è stato eletto con il Movimento 5 Stelle nel 2013 e confermato alle elezioni del 4 marzo. Dal 29 marzo di quest’anno è questore della Camera dei deputati. Nella scorsa legislatura era segretario dell’ufficio di presidenza della Camera.

GIULIA BUONGIORNO Pubblica Amministrazione
Palermitana, classe 1966, Giulia Buongiorno è laureata in Giurisprudenza all’università di Palermo. Avvocato penalista, nota per essere stata tra gli avvocati di Giulio Andreotti, ha uno studio legale a Roma e Milano. Alla sua seconda legislatura, Bongiorno è stata eletta alla Camera nel 2013 con Alleanza Nazionale. Nel 2018 si candida al Senato con la Lega.

ERIKA STEFANI Affari Regionali e Autonomie
È avvocato anche Erika Stefani, nata a Valdagno, nel Vicentino, nel 1971. In politica dalla fine degli anni 90 – è consigliere del comune di Trissino eletta con la Lega – è alla sua seconda legislatura in Senato.

BARBARA LEZZI Ministro per il Sud
Classe 1972, di Melpignano, in Puglia, Lezzi è alla sua seconda legislatura in Senato. Nota per aver battuto nel suo collegio Massimo D’Alema e Teresa Bellanova, prima di entrare in politica Lezzi è stata impiegata in un’azienda del settore commercio.

LORENZO FONTANA Ministro per famiglia e la disabilità
Veronese, classe 1980, Fontana è laureato in scienze politiche. Europarlamentare per due mandati, è alla sua prima legislatura. Dalla fine di marzo è uno dei quattro vicepresidenti della Camera. Vicesindaco a Verona e vice segretario della Lega, si definisce “veronese e cattolico”.

PAOLO SAVONA Ministro delle Politiche comunitarie
Sardo, 82 anni, Paolo Savona si laurea in Economia e Commercio nel 1961 e inizia la sua carriera presso il Servizio Studi della Banca d’Italia di cui diventa direttore. Economista e accademico, negli anni è stato direttore generale di Confindustria e tra i fondatori dell’Università Luiss. Questo non è il suo primo incarico di governo: dal 1993 al 1994 è stato ministro dell’Industria, del commercio e dell’artigianato durante il governo tecnico di Carlo Azeglio Ciampi; dal 2005 al 2006 è stato anche capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della presidenza del Consiglio dei ministri e coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona durante il governo Berlusconi.

MINISTERI CON PORTAFOGLIO

ENZO MOAVERO MILANESI Ministro affari esteri e cooperazione internazionale
Classe 1954, romano, Moavero Milanesi si laurea in Giurisprudenza all’università La Sapienza di Roma. Oggi è direttore della School of Law dell’Università Luiss, dove insegna anche Diritto dell’Unione europea. Ex-giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue, è stato sottosegretario agli Affari europei nei Governi Ciampi, Monti e Letta. Già giudice di primo grado presso la Corte di giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo e collaboratore della Commissione europea in qualità di Direttore Generale del Bureau of European Policy Advisors, Moavero Milanesi Ha ottenuto il suo primo incarico governativo nel primo Governo Amato, nel quale si è occupato di risanamento degli enti pubblici. Ma è all’Europa che dedica la sua intera carriera da quando, a 29 anni, entra come funzionario della Direzione generale della Concorrenza dell’allora Comunità europea.

ALFONSO BONAFEDE Ministro della Giustizia
Nato a Mazara del Vallo (Trapani), nel 1976, ma residente a Firenze, Alfonso Bonafede è un avvocato civilista.
Laureato in Giurisprudenza dell’Università di Firenze, nel 2006 consegue il dottorato di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Entra nel Movimento 5 Stelle nel 2006 con cui si candida a sindaco di Firenze nel 2009. Eletto alla Camera nel 2013, è alla sua seconda legislatura.

ELISABETTA TRENTA Ministro della Difesa
50 anni, Elisabetta Trenta è analista nei temi della difesa e della sicurezza, capitano della riserva selezionata dell’Esercito e vice direttore del master in Intelligence e sicurezza della Link Campus University. È stata political advisor del Ministero degli Esteri in Iraq tra il 2005 e 2006 e country advisor per il ministero della Difesa nella missione Unifil, in Libano, nel 2009.

GIOVANNI TRIA Ministro dell’Economia
Romano, classe 1948, Tria – laureato in Giurisprudenza – è docente di economia politica all’Università di Roma Tor Vergata. Dall’anno scorso è preside della Facoltà di Economia. È presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione e direttore del CEIS (Centre for Economic and International Studies). Negli anni ha collaborato come esperto in diversi ministeri (Economia e finanze, Esteri, Pubblica amministrazione, Lavoro) e dal 2010 al 2016 ha presieduto la Scuola nazionale dell’amministrazione della presidenza del Consiglio.

GIANMARCO CENTINAIO Ministro delle politiche agricole
Nato a Pavia nel 1971, Gian Marco Centinaio si laurea in Scienze politiche con indirizzo economico-territoriale, all’Università degli studi di Pavia. Nella sua città è stato vicesindaco e assessore alla cultura. Alla sua seconda legislatura, Centinaio è stato rieletto in Senato dove è capogruppo della Lega.

SERGIO COSTA Ministro dell’Ambiente
Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri, Sergio Costa è nato a Napoli nel 1959. Laureato in Scienze Agrarie con master in Diritto dell’Ambiente, Costa è stato comandante regionale del Corpo forestale dello Stato in Campania fino allo scioglimento del corpo a fine 2016. La sua inchiesta più famosa è stata la scoperta della cosiddetta Terra dei Fuochi, la discarica di rifiuti più pericolosa d’Europa a Caserta.

DANILO TONINELLI Ministro Infrastrutture
Nato a Soresina nel 1974, Danilo Toninelli è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Brescia. Dal 1999 al 2001 è stato Ufficiale di Complemento dell’Arma dei Carabinieri. Impiegato in una compagnia assicurativa, è entrato nel Movimento nel 2010. Al suo secondo mandato in Parlamento – nel 2013 è stato eletto alla Camera – è l’attuale capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato.

MARCO BUSSETTI Ministro dell’Istruzione
56 anni, milanese Marco Bussetti è dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia. Laureato in scienze e tecniche delle attività motorie, è stato insegnante di educazione fisica e dirigente scolastico in diversi istituti.

ALBERTO BONISOLI Ministro dei Beni Culturali e Turismo
Mantovano, classe 1961, è Direttore ad interim della NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Laureato alla Bocconi, nell’ateneo milanese ha insegnato Innovation Management.

GIULIA GRILLO Ministro della Salute
Catanese, 44 anni, Giulia Grillo è capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle. Medico legale, Grillo è alla sua seconda legislatura. (aise)

GIANCARLO GIORGETTI Sottosegretario Presidente del Consiglio

Classe 1966, di Cazzago Brabbia, comune del varesotto, Giancarlo Giorgetti si laurea in Economia alla Bocconi di Milano. Commercialista e revisore contabile, da sempre uomo della Lega, Giorgetti entra in Parlamento nel 1996 con l’allora Lega Nord Padania. Sindaco di Cazzago fino al 2004, nella scorsa legislatura era vicepresidente della Commissione affari esteri della Camera e membro della delegazione parlamentare italiana alla NATO, ma a Montecitorio ha presieduto anche la Commissione Bilancio. Nel marzo 2013 era nel gruppo dei cosiddetti “10 saggi” incaricati dal Presidente Napolitano di elaborare un programma di riforme istituzionali ed economiche attorno al quale riunire una maggioranza parlamentare che sostenesse un nuovo governo.Capogruppo del suo partito alla Camera dal marzo dell’anno scorso, nella scorsa legislatura Giorgetti è stato Presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. (Aise/01.06.2018)

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