Francesco: lo Spirito Santo è il dono di Dio

In Italia da oggi “si potrà celebrare la Santa Messa con il popolo, ma, per favore, andiamo avanti con le norme, le prescrizioni che ci danno, per custodire così la salute di ognuno e del popolo”. Questa la raccomandazione che Papa Francesco ha rivolto ai fedeli ieri, domenica 17 maggio, al termine della recita del Regina Coeli in Vaticano.

Come di consueto le celebrazioni liturgiche si sono aperte con la messa trasmessa in diretta dalla Cappella di Casa Santa Marta e dedicata allo Spirito Santo che “ricorda l’accesso al Padre”. Gli stessi principi ripresi dal Santo Padre anche durante il Regna Coeli celebrato nella Biblioteca del Palazzo Apostolico.

“Il Vangelo di questa domenica (cfr Gv 14,15-21) presenta due messaggi: l’osservanza dei comandamenti e la promessa dello Spirito Santo”, ha esordito il Pontefice.

“Gesù lega l’amore per Lui all’osservanza dei comandamenti e su questo insiste nel suo discorso di addio: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (v. 15); “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama” (v. 21). Gesù ci chiede di amarlo, ma spiega: questo amore non si esaurisce in un desiderio di Lui, o in un sentimento, no, richiede la disponibilità a seguire la sua strada, cioè la volontà del Padre. E questa si riassume nel comandamento dell’amore reciproco – il primo amore [nell’attuazione] –, dato da Gesù stesso: “Come io ho amato voi, così anche voi amatevi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Non ha detto: “Amate me, come io ho amato voi”, ma “amatevi a vicenda come io vi ho amato”. Egli ci ama senza chiederci il contraccambio. È un amore gratuito quello di Gesù, mai ci chiede il contraccambio. E vuole che questo suo amore gratuito diventi la forma concreta della vita tra di noi: questa è la sua volontà”.

“Per aiutare i discepoli a camminare su questa strada”, ha continuato Papa Francesco, “Gesù promette che pregherà il Padre di inviare “un altro Paraclito” (v. 16), cioè un Consolatore, un Difensore che prenda il suo posto e dia loro l’intelligenza per ascoltare e il coraggio per osservare le sue parole. Questo”, ha spiegato Bergoglio, “è lo Spirito Santo, che è il Dono dell’amore di Dio che discende nel cuore del cristiano. Dopo che Gesù è morto e risorto, il suo amore è donato a quanti credono in Lui e sono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Lo Spirito stesso li guida, li illumina, li rafforza, affinché ognuno possa camminare nella vita, anche attraverso avversità e difficoltà, nelle gioie e nei dolori, rimanendo nella strada di Gesù. Questo è possibile proprio mantenendosi docili allo Spirito Santo, affinché, con la sua presenza operante, possa non solo consolare ma trasformare i cuori, aprirli alla verità e all’amore”.

“Di fronte all’esperienza dell’errore e del peccato – che tutti facciamo –”, ha detto il Pontefice, “lo Spirito Santo ci aiuta a non soccombere e ci fa cogliere e vivere pienamente il senso delle parole di Gesù: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (v. 15). I comandamenti non ci sono dati come una sorta di specchio, nel quale vedere riflesse le nostre miserie, le nostre incoerenze. No, non sono così. La Parola di Dio ci è data come Parola di vita, che trasforma il cuore, la vita, che rinnova, che non giudica per condannare, ma risana e ha come fine il perdono. La misericordia di Dio è così. Una Parola che è luce ai nostri passi. E tutto questo è opera dello Spirito Santo! Egli è il Dono di Dio, è Dio stesso, che ci aiuta ad essere persone libere, persone che vogliono e sanno amare, persone che hanno compreso che la vita è una missione per annunciare le meraviglie che il Signore compie in chi si fida di Lui”.

Infine due pensieri. Il primo Francesco lo ha rivolto durante la messa mattutina alle “tante persone che puliscono gli ospedali, le strade, che svuotano i bidoni della spazzatura, che vanno per le case a portare via la spazzatura: un lavoro che nessuno vede, ma è un lavoro che è necessario per sopravvivere. Che il Signore li benedica, li aiuti”.

Il secondo è l’inizio ieri della “Settimana Laudato si’, che finirà domenica prossima, nella quale si ricorda il quinto anniversario della pubblicazione dell’Enciclica. In questi tempi di pandemia”, ha riflettuto il Papa, “nei quali siamo più consapevoli dell’importanza della cura della nostra casa comune, auguro che tutta la riflessione e l’impegno comune aiutino a creare e fortificare atteggiamenti costruttivi per la cura del creato”. (aise)

Fonte https://aise.it/primo-piano/francesco-lo-spirito-santo-%C3%A8-il-dono-di-dio/145393/160